Chimica

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Il miraculous della Coccinella iniziò ad avvisare la sua proprietaria che di lì a poco la trasformazione avrebbe avuto fine e lei sarebbe tornata ad essere soltanto se stessa. «Devo andare», disse a Chat Noir che, accanto a lei, stava ricevendo le congratulazioni da parte di André Bourgeois per il servizio reso ancora una volta all'intera città di Parigi. La battaglia era avvenuta all'interno dell'hotel Le Grand Paris, durante una cena di gala di grande importanza, pertanto, scampato pericolo, i due eroi cittadini erano stati circondati da autorità di un certo rilievo, dalla sicurezza e dalle telecamere delle televisioni locali e nazionali che limitavano loro qualunque tipo di movimento.

   Chat Noir si guardò attorno. «Sarà difficile uscire da questa bolgia», constatò infastidito, mentre il sindaco continuava con il suo panegirico in loro onore. Ma perché i politici dovevano tirarla tanto per le lunghe? Non era la prima volta, quella, che lui e Ladybug salvavano capra e cavoli, dunque perché perdersi così tanto in chiacchiere? Gli ospiti, concluse il giovane con una certa rassegnazione. Il padre di Chloé sperava di portare avanti quel discorso altisonante il più possibile per via delle grandi personalità presenti all'evento, in modo che la sua figura potesse riflettere la luce dei due eroi.

   «Sindaco Bourgeois...» azzardò Ladybug, sperando di interromperlo e, soprattutto, di farsi largo tra la folla per guadagnare la libertà necessaria per non trasformarsi lì, davanti a tutti. A zittire momentaneamente l'uomo, però, fu uno scroscio di applausi, che lui accolse con grande soddisfazione, benché non avesse ancora finito di parlare. Circondò le spalle della ragazza con un braccio con fare paterno e, proprio mentre era sul punto di riprendere parola, lei provò di nuovo ad interromperlo più di una volta, senza alcun successo. Disperando di fare in tempo a venir via da quella situazione prima che la trasformazione avesse fine, lanciò uno sguardo al proprio partner, implorando il suo aiuto.

   Il giovane strinse le labbra con decisione e, senza perdere altro tempo, alzò la voce, forte e pesante rispetto a quella della ragazza, lasciando tutti sbigottiti. «Vogliate perdonarci, ma non ci è possibile rimanere oltre.» Detto ciò, si esibì in un inchino affettato e afferrò Ladybug per un polso, attirandola a sé con prepotenza e caricandosela sulle spalle con una facilità che lasciò il loro pubblico senza parole. «Buona serata a tutti», sorrise infine Chat Noir, prima di prendere lo slancio per balzare su uno dei tavoli della sala e da lì sugli altri, fino a raggiungere l'uscita dalla sala.

   Tutt'intorno si levò un'esclamazione di stupore, quasi ad una voce sola, ma lui non vi fece caso e continuò nella sua corsa verso la libertà: tutelare la sua compagna era la cosa più importante. Stavano attraversando i corridoi dell'hotel quando il miraculous della Coccinella fu sul punto di cedere e Ladybug lanciò un grido disperato, soffocato nel momento stesso in cui qualcosa andò a coprirle il capo, impedendole di vedere cosa stesse accadendo. Si sentì sballottata a destra e a manca, con Tikki che, ormai tornata libera, rischiava di scivolare via e di rimanere indietro. Marinette l'afferrò appena in tempo, sebbene non le era stato facile vederla attraverso l'oscurità appena piombata su di loro.

   «Chat Noir?» provò a chiamare, vagamente in ansia.

   «Ti porto al sicuro, tranquilla», la rassicurò lui, poco prima di spiccare un nuovo salto che li avrebbe portati fuori dall'edificio. Pur impossibilitata a vedere, la ragazza si accorse dello sbalzo di temperatura fra l'interno dell'albergo e l'esterno dei tetti di Parigi, ipotizzando che fossero ormai lontani dalla folla.

   «Dove?»

   «Dammi il tuo indirizzo e ti porterò direttamente a casa», scherzò Chat Noir, ben sapendo che lei non si sarebbe mai sbottonata in tal senso, arrivando così a rivelargli la propria identità. Marinette non fece in tempo a rispondergli per le rime che anche il miraculous del Gatto Nero iniziò ad emettere un suono ad intermittenza. L'eroe imprecò fra sé, ma non si lasciò scoraggiare e decise di fare una sosta intermedia, in attesa che entrambi i loro kwami recuperassero le energie necessarie per una nuova trasformazione.

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