Era da tempo che la famiglia Blackwood viveva nello sfarzo e nel lusso della borghesia di Omni.
Il padre, entrato da meno di dieci anni nella grande industria del quartiere, era riuscito a mantenere una propria attività sempre a rigorosi livelli.
Per chi era inserito da poco in questo mondo, prettamente finanziario, era quasi obbligatorio, assieme a tutta la famiglia, partecipare alle ricorrenze di Omni; una di queste, centro delle notizie del momento, era la festa di fidanzamento dei primogeniti delle famiglie più altolocate del quartiere.
Il signor Blackwood, fedele alle tradizioni di Omni, quella sera si dirigeva al palazzo Centrale, dove si sarebbe dovuta svolgere la grande cerimonia, accompagnato dalla moglie, un elegante signora dai capelli a caschetto, il viso espressivo ed i capelli biondi e la figlia diciannovenne, Haven.
È proprio su quest'ultima che ci soffermeremo; Haven era una giovane ragazza di diciannove anni appena compiuti, nata sotto il segno del capricorno, ascendente leone con luna in ariete, quasi a dire, una purosangue del quartiere (poiché tre nati sotto il segno del capricorno furono i fondatori di Omni). Giovane studentessa di bell'aspetto, alta, con le curve nei punti giusti, occhi grandi e rotondi di un marrone caldo, capelli lunghi, lucidi neri che, sotto la luce che leggermente era filtrata dalla nebbia perenne di Omni, riflettevano un blu notte, non trovava un evento imperdibile quello a cui si stava dirigendo.
Quella sera indossava un vestito nero, senza spalline appena sopra le ginocchia, leggermente brillantinato ma di estrema raffinatezza. I capelli stirati, erano tenuti fermi da un lato e si potevano ben notare dei pendenti argento. Non passava certo inosservata.
Una volta introdotta a Palazzo, fra inchini e saluti fra conoscenti della famiglia, i quali la ragazza "stranamente" non aveva mai conosciuto, poté finammente incontrare Park Jinyoung, il suo migliore amico dai tempi d'oro.
Il ragazzo nato sotto il segno della vergine, noto per la bellezza e la personalità spessa, si era sempre trovato in sintonia con Haven, dunque non aveva mai rotto i legami.
-Ciao piccola Haven. Come siamo belle!! - fece, tirandole un colpetto sulla testa.
-Jinyoung, non iniziare con la tua sottile ed impercettibile simpatia come al solito - affermò Haven tirando un occhiata fulminante al ragazzo.
- Uh ti scaldi di già! - rise sotto i baffi.
- Sei proprio della Vergine mamma mia. Comunque dimmi, tu hai capito chi si sposa? No perché è da una buona mezz'ora che i miei salutano gente che non ho mai visto - disse, sbuffando, la ragazza.
- Hai presente il ragazzo di cui ti parlo sempre e che ti avrei fatto conoscere? Il mio migliore amico? -chiese Jinyoung.
- Si, ma non so il suo nome -
- Im Jaebum e la ragazza è Jennie Kim- rispose Jinyoung.
- Jennie? Jennie è la figlia di Elle Choi? - domandò ad occhi spalancati.
- Si è lei!-
-Ma è una mia conoscente di vecchia data! Elle è un amica di mia madre! Da quanto tempo che non ne sentivo parlare hahaha-
- Si ed è un evento importante dato che sono due delle famiglie più prestigiose di Omni...essendo poi dei capricorno puri...-confessó il ragazzo.
-Va be ora possiamo fare altro? Tipo sederci e parlare dei nostri interessi come al nostro solito -propose Haven.
-Tipo di quanto siano stupidi quelli di Eon?-
La ragazza sorrise e annuì.
-Okay haha- rise il suo migliore amico -Però prima devo andare a fare una cosa...aspettami seduta a quel tavolo- indicò il mobile messo in un angolo dell'enorme e rumoroso posto.Passarono circa venti minuti, che poi diventarono una mezz'ora, eppure di Jinyoung non c'era più traccia.
-Ma dove è finito?! - esclamava Haven aggirando lo sguardo per la stanza.
Haven non amava tutto quel caos, preferiva il silenzio e la solitudine e, dato che la sua pazienza stava da poco per svanire, si diresse alla ricerca di un luogo solitario.
Trovo uno stanzone vuoto, lontano dal salotto principale, aprì la porta che fece uno strano cigolio e controlló se fosse vuota.
Quella camera deserta, occupata da un paio di mobili coperti da dei teli bianchi, era illuminata dalla luce azzurra della Luna proveniente da Ashen. Il gelo accompagnava Haven verso la finestra.
Adorava ammirare quel corpo celeste. Lo trovava così affascinante. Si trovò presto immersa nella sua mente.
Improvvisamente però alcuni passi chiamarono la sua attenzione, una voce maschile, piuttosto calda, sbuffó.
Haven si giró di scatto e quello che i suoi occhi videro, la lasciarono spiazzata.
Un ragazzo, alto, sicuramente più grande di lei, dai lineamenti marcati da una bellezza unica, i capelli neri laccati, in uno smoking nero, la fissava.
-E-m oddio scusami, ho interrotto qualcosa? - le domandò tossendo.
- No no tranquillo - disse imbarazzata a sguardo basso. Era strano questo suo comportamento, di solito Haven non si faceva intimorire dalle persone.
-Volevo solo un po' di pace - poi aggiunse.
-Anche io. Come ti chiami? - disse il misterioso ragazzo.
-Haven Blackwood e lei?-
-Non mi dare del lei- non le toglieva lo sguardo di dosso da quando si erano iniziati a parlare -Sono Im Jaebum -
La ragazza ebbe una scossa, era il miglior amico di Jinyoung.
-Quindi sei tu che ti devi sposare ahaha- rise falsa -congratulazioni!- esclamò Haven.
-Eh sì, chi l'avrebbe mai detto...appena 23 anni e già con una moglie-
-Non sei felice?- domandò senza pensarci Haven.
Il ragazzo si trovò senza le parole -Signorina, non credo io debba dare queste informazioni a te - balbettó.
La ragazza sbiancó. Si susseguí un attimo di silenzio.
-Mi scusi. Ora se non le dispiace ritorno in sala- disse Haven.
-Forse è meglio -
Haven non si trattenne a guardarlo disprezzata.
-Arrivederci, è stato un piacere- disse evidenziando l'ultima parola.
-Ciao Haven ahaha - la salutó.Haven raggiunse quasi correndo il tavolo di prima. Junior era lì che la cercava.
-Haven dove ti eri nascosta?!-
- No Jinyoung non puoi capire -********************************************
Written by @-TAEGANG
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OBLIVION/ @-TAEGANG
FanfictionOblivion: Can mean multiple things, from forgetfulness to the nothingness after death. Its root word technically means "to forget", but I'm pretty sure the connotations are universal: oblivion is where you are after you've been obliterated. Five dif...