Stringeva le proprie dita sul metallo freddo, che fungeva da ringhiera del piccolo balcone. Le punte delle ballerine rosa, che calzava ai piedi, sfioravano di poco le sbarre. Esse erano completamente coperte da un tessuto tinto di rosso fuoco. La stoffa avvolgeva perfettamente le gambe della ragazza fino a raggiungere il seno, dove sotto di esso una fascia dello stesso colore divideva la gonna dal coperto. Quest'ultimo formato da diversi tessuti. Quelli superiori creavano un bivio sul petto per poi coprire le spalle. Il tessuto sottostante decorato da un filo oro che era il contorno delle rosse disegnate sulla stoffa. Esse erano anche riportate lungo tutte le braccia. A dare il tocco finale, al vestito, una spilla a forma di coccinella depositata, in mezzo al petto, al limite superiore della cintura tra i due tessuti. I capelli sciolti gli ricadevamo sulle spalle formando delle leggere onde.
I suoi occhi azzurri puntati addosso al ragazzo biondo. Il corpo del modello avvolto dai quotidiani vestiti tranne per la camicia bianca che si era macchiata prima delle prove per colpa di una bibita scivolata dalle mani di qualcuno.
«Ricominciamo da dove ci eravamo fermati. Secondo atto e scena seconda. Adrien riparti da dove ti eri sospeso.» Pronunciò quelle parole insegnante che dirigeva le prove.
Di fianco a lui colei che era incaricata alla fotografia. I capelli castani erano raccolti in una coda alta. I suoi occhi osservano attentamente il palco in attesa della scena perfetta da fotografare per la locandina da appendere in giro per la scuola.
Marinette alzo leggermente lo sguardo stringendo più forte la ringhiera del piccolo balcone. Il biondo la guardava con un sorriso sincero sul volto.
«Ma zitto! Qual luce rompe laggiù da quella finestra? Quello è l'oriente, e Giulietta è il sole!...»
«Lo sai prrrincipessa ognuno a bisogno del proprio sole, del proprio punto di riferimento. Tu sei il mio sole.»
«Sorgi, bel sole, e uccidi l'invidiosa luna, che già inferma e impallidesce di dolore, perché tu, che sei soltanto una sua ancella, sei tanto più bella di lei.»
Adrien continuava a recitare la propria battuta mentre gli occhi color cielo si stavamo bagnando da leggere lacrime salate. Nella sua mente la voce del suo gattino si ripeteva accompagnata dal suo volto concentrato a guardare la luna come quella sera. La ragazza scosse più volte la testa per togliere quella scena dai suoi pensieri. Apri leggermente le palpebre che lasciarono gocce calde e salate scorrere sul viso di Marinette.
Si sentiva avvolta dai sensi di colpa. Lei che era eroina di Parigi amata da tutti non era riuscita a capire che colui che aiutava ha sconfiggere il nemico di turno provava più di una semplice amicizia. Non poteva ricambiare i suoi sentimenti quando il suo cuore era preso in ostaggio da il modello più famoso della capitale francese.
Il rapporto tra di loro non sembrava migliorare. Ogni volta che provava a cambiarlo in meglio succedeva sempre qualcosa. Col passare del tempo imbarazzo e la timidezza stavano diminuendo ma aumentavano sempre di più le figuracce con lui. Da diversi giorni Chat-Noir la andava a trovare ogni sera. Entrambi avevano trovato qualcuno che capisse la loro sofferenza nei rispettivi cuori. Marinette era sia la causa e la soluzione del malessere del povero gattino.
Abbassò lo guardo mentre le lacrime cadevano dal suo viso. Abbasso le ginocchia rimando arrapata alla sbarra di ferro. Si sentita una persona orribile. Giocava con il cuore di una persona che non si meritava tutto questo.
«Marinette.» Adrien vedendo lo stato della sua amica si era interrotto ed era corso sul per la struttura dove si trovava. Vederla così gli stringeva il cuore. Sotto di loro si stavano radunando tutti i presenti. Il biondo appoggio la propria mano sinistra sulla spalla opposta della ragazza.
Il volto di lei completamente bagnato. Gli occhi rossi e offuscati dalle lacrime. Romeo sollevò la sua Giulietta. La rimise in piede tendendola stretta per la vita. Rimase fermo a guardare quel viso distrutto. Una creatura così meravigliosa, per i suoi occhi, ridotta in questo modo. Voleva capire la motivazione ma non aveva il coraggio di parlare troppo concentrato a osservare ogni suo piccolo del volto. Il labbro inferiore, della fanciulla, tremava per colpa del pianto. Esso fu subito intrappolato dai denti di lei per essere subito liberato.
Un semplice contato. Un semplice bacio ma pieno di confusione e sentimenti nascosti. I loro sentimenti stavano cambiando e quel bacio stava rendendo consapevoli entrambi di ciò.
«Alya!» Il suo urlo sorpreso copri tutto il corridoio. Davanti a lei un semplice foglio, anzi una locandina. Non poteva credere che la sua migliore amica avesse fotografato quel momento; per poi sceglierlo come immagine per diffondere la notizia della recita.
«Siete venuti molto bene, vero?»
♡♡♡
Ho voluto iniziare questa nuova storia nonostante ne abbia già due in scorso di svolgimento.
Non ci saranno storie molto lunghe, infatti questa non arriva neanche a 1000 parole.
Spero che sia di vostro gradimento.~july🌸
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♡ Miraculous - One Short ♡
FanfictionUna raccolta di One Short incentrate sul gatto più bello di parigi e la sua amata insettina.