Foglio bianco.
Penna in mano.
Stanza buia.
Letto caldo.
La neve cade giù dal cielo lentamente, è inverno, è dicembre.
La stanza odora ancora dei libri nuovi regalati a Natale, con migliaia di parole, pensieri e frasi, scritti qualche anno fa da chissà chi e letti da una moltitudine di ragazze come me.
L'unico libro vuoto, libro per modo di dire, eri tu.
Nulla.
Nessuna parola.
Copertina rosa, pagine bianche.
'Cara Sophia, so che non potrò mai darti una carezza, mai un abbraccio o un bacio, so che non potrò mai conoscerti come ho sempre desiderato e so che tu non avrai una madre che hai sempre desiderato, che ti voglia bene e che ti ami, so che non faremo mai una vacanza al mare o un Natale insieme, so che non diventerò mai nonna e so che non ti comprerò tutto quello che desidererai, so che soffrirai molto e che ti sentirai in colpa per questa scelta. Ma io ho scelto te.
Ho scelto te perché io sono con te. Io sarò sempre con te, in tutti momenti della tua vita, potrai sempre contare sul mio aiuto, anche se non sarò lì a consolarti o a festeggiare, sappi che io sarò lì accanto a te, anche ora che stai leggendo questa lettera. Io non ti abbandonerò. MAI.
Per questo tuo Natale ti regalo questo piccolo diario, so che ti piacerà, scrivi, sfogati, racconta la tua vita a partire da adesso.
È come se parlassi con me.
Ti amo, la mamma'
Solo questo biglietto attaccato sulla prima pagina. Nulla più.
Mamma, so che sei qui, alcune volte manchi. Manchi veramente. Ho un bisogno assurdo di sfogarmi con qualcuno, ma non posso. Sì c'è papà che cerca di intraprendere anche il ruolo di una madre, io apprezzo, ma i suoi tentativi falliscono sempre. Alcune volte mi sento proprio sola, chiusa come in una campana di vetro, sembra quasi un sogno, un brutto sogno.
Di te non so quasi nulla. Papà non ne vuole mai parlare. Ogni tanto frugo un po' tra la roba vecchia di papà, solamente qualche foto. Eri bellissima. Ci assomigliamo molto, capelli castani chiaro e occhi verdi, sempre sorridente nelle foto e nella vita, ma anche nella malattia.
Nonna un giorno mi raccontò che quando le avevano detto di scegliere tra la mia vita e la tua, eri felice, felice perché io potevo vivere, dovevo.
Tu e papà sapevate che la gravidanza sarebbe stata rischiosa, ma nonostante ciò mi avete voluto. Mi avete sempre amata, dal principio.
Con papà mi diverto, andiamo al cinema, andiamo nei musei, ogni tanto visitiamo qualche città, andiamo ai concerti, è quasi il mio migliore amico.
Ho pochi amici. Ma non perché sia antipatica oppure asociale, ma come tu ben sai a causa del lavoro di papà dobbiamo spostarci sempre. Ogni anno cambiamo città, nuovi amici, nuova scuola e nuova casa. Si lo so, è una noia. La cosa positiva è che viaggio molto, amo viaggiare.
Dopodomani però dobbiamo spostarci di nuovo, ormai è abitudine. Papà mi ha promesso che questa sarà l'ultima volta. Lo spero. Ho voglia di farmi una vita, una vera vita.
Non andremo in una grande città, come in tutte quelle in cui siamo già stati, ma in una città piccolissima, tranquilla, in cui è la natura a dominare il paesaggio. Non vedo l'ora.
Buonanotte mamma.
STAI LEGGENDO
To the moon and back
RomanceFoglio bianco. Penna in mano. Stanza buia. Letto caldo. La neve cade giù dal cielo lentamente, è inverno, è dicembre. La stanza odora ancora dei libri nuovi regalati a Natale, con migliaia di parole, pensieri e frasi, scritti qualche anno fa da chi...