Sogna, ama, vivi.

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Camminava, camminava, camminava imperterrita, senza fermarsi.
Non incontrava nessuno durante il suo cammino, questo la turbava alquanto, ma non si fermò lo stesso.

Lei sapeva che avrebbe incontrato qualcuno, ne era certa, doveva solo avere pazienza.

E speranza.

Oh, quella soprattutto, non mancava mai in lei.
Sempre pronta ad essere positiva, a sorridere, ad avere buoni propositi, nonostante la vita fosse difficile, per lei.

Ma non le importava e continuava a sognare, sognare davvero, non solo la notte, quando il caldo trepore delle coperte la cullava e le permetteva di dormire serenamente, no.

Lei sognava ad occhi aperti.

Sì, quei sogni che fai mentre qualcuno ti parla, ma tu non ascolti, perché sei lì a guardare il cielo e ad immaginare qualcosa di surreale e assolutamente fantastico.

Sperava, lei, sperava tanto, che quei sogni si avverassero un giorno, anche se lontano.

Ci sperava perché, sin da bambina, aveva sempre creduto nella potenza dei sogni.

Un po' come per babbo natale, che ti rimane nel cuore per così tanto tempo, che ti riempie di felicità ogni anno, che ti fa rallegrare al sol pensiero del suo arrivo.

Ecco, per lei i sogni erano proprio questo: una trepida e dolce attesa.

Erano proprio i sogni a renderla così pura ed innocente agli occhi degli altri, che non si spiegavano come  qualcuno potesse essere così amorevole con tutti.

Perché non si tirava mai indietro quando qualcuno era in pericolo, quando qualcuno stava male, quando leggeva tristezza negli sguardi della gente.

Non riusciva a tirarsi indietro, perché non c'era niente di più bello per lei nel vedere il sorriso di colui o colei a cui dava una mano, i ringraziamenti che riceveva, gli abbracci.

Dio, gli abbracci.

Quanto li amava.

Era follemente innamorata di quel contatto umano, da non riuscire a spiegarsi come, una semplice unione di due corpi, potesse provocare così tanta gioia e serenità nel cuore di qualcuno.

Abbracciava tutti, lei, ogni volta che poteva. Non si lasciava mai scappare l'occasione di avvolgere fra le sue braccia il calore corporeo di una persona, che le stesse simpatica o meno.

Perché per lei non c'era differenza, erano tutti umani, no? Proprio come lei. E a lei piacevano gli umani, con la loro mente complessa, quella sfilza di emozioni indescrivibili che possono provare, quelle personalità tutte diverse ed intricate.

Come poteva negare un po' d'affetto a qualcuno? Si sarebbe sentita meschina.

L'affetto era fondamentale, per lei, d'altronde era cresciuta con due genitori che non le facevano mai mancare un gesto d'amore.

E ci credeva, lei, nell'amore.

Quel sentimento di cui tutti parlano, scrivono, cantano, suonano.
Lo senti ovunque, anche inconsapevolmente.

E a lei piaceva il fatto che l'amore sia ovunque, pensava fosse una fortuna.

Se non ci fosse l'amore, pensa lei, che fine faremmo?

Certo, non pensava che saremmo tutti morti, c'è chi respira anche senza amare o essere amato.

Però l'amore ti completa, in un certo qual modo, grazie ad esso sorridi più spesso, sei di buon umore, pensi positivo e ti prendi più cura di te stesso.

Mente chi dice che l'amore non esiste, ve ne sono così tante prove che ad elencarle tutte non basterebbe una vita intera.

E le abbiamo tutti, quelle prove, proprio dentro di noi e intorno a noi.

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