9. Vendetta

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Dopo aver parcheggiato nel posto apposito mi dirigo verso l'entrata.
Il carcere e così angusto come posto, sembra quasi un ospedale pieno di stanze con porte sigillate di ferro,corridoi scuri dove a stento arriva la luce del sole.
Ma questo non è un ospedale dove si guariscono le persone. Qui le persone vengono rinchiuse dopo che hanno commesso qualcosa di troppo grave.

Entro nella piccola stanza dove le guardie mi costringono a lasciare i miei effetti personali, nessuno di loro vede la pistola o il piccolo coltellino che ho ben nascosto. L'addestramento della CIA ha portato i suoi frutti.
-Lascia anche la pistola qui Azzurra, non vogliamo che qualcuno si faccia male.-
Mi volto verso la voce che arriva dalle mie spalle e lo vedo, Antonio.
-Che cosa ci fai qui?-
La mia voce e piatta mente estraggo,solo, la pistola e la metto nel contenitore.
-Valerio mi ha detto che saresti venuta qui, mi ha chiesto di controllarti.-
Lo guardo,più lo guardo e cerco di studiarlo più mi chiedo se di lui mi possa fidare.
Si avvicina lentamente fino a sentire il suo respiro su di me.
-Ti lascio tenere il coltellino ma stai attenta a come lo usi.-
Non gli rispondo,attendo che lui si decida a farmi strada verso la cella di quel figlio di puttana.
-Aprite la porta e preparate la stanza per gli interrogatori.-
Ordina alle guardie con voce autoritaria.

Cammino, senza preoccuparmi troppo di quello che mi circonda.  Arrivo fin davanti ad una porta grigia dove Antonio si appresta ad aprirmela velocemente.
Davanti a me l'uomo che ritenevo mio amico,qualcuno di cui pensavo di potermi fidare. Alla fine si è rivelato per quello che è,un traditore.
-Azzurra-
Nomina il mio nome con così tanta sorpresa da portarmi a guardarlo come se fosse veramente meravigliato  della mia visita.
Siamo fermi, immobili l'uno difronte l'altra come per studiarci.
-Luca-
Nomino il suo nome con  disgusto.  Non vorrei essere qui, davanti a lui che si è finto amico ma che in realtà non è altro che un serpente a sonagli che si è intrufolato nella mia vita.

Avanzo di qualche passo e mi metto seduta ad una delle due sedie davanti a me, aspettando che lui smetta di guardarmi come se fossi un fantasma e occupi la sedia difronte la mia.
Non stacca mai i suoi occhi dai miei mentre sposta la sedia di metallo che procura un rumore assordante che si estende per tutta la stanza..

-Perché sei qui?-
Dal tono della voce capisco  che è spaventato,essendo stato mio amico sa che posso essere imprevedibile sopratutto quando sono  molto arrabbiata.
-Lo sai il perché, quindi non farmi perdere tempo e dimmi quello che sai.-
-Io non so nulla.-
Non ho pazienza. E qualcosa che ho iniziato a perdere un po alla volta nel corso del tempo. Troppe persone che mi tradiscono,troppi segreti  che mi sono stati nascosti, sono arrivata ad un punto della mia vita in cui pretendo che le persone rispondano alle mie domande senza sotterfugi.
Veloce come un lampo estraggo il coltello salgo sul tavolo che ci divide e glielo punto alla giugulare senza nessuna esitazione, ma con una sicurezza da fare quasi paura.

Antonio che per tutto il tempo è rimasto  immobile ascoltando la nostra conversazione sembra che voglia fare un passo in avanti per fermarmi, ma vedendo il mio sguardo iniettato di sangue fa un passo indietro e volta lo sguardo in un altro punto della stanza.

-Rispondimi senza sotterfugi.-
La mia voce e lenta fin troppo calma con i miei occhi puntati nei suoi.
-Madison e stra adottata, lei lo sa ma non sa chi siano i suoi veri genitori.-
Deglutisce difficilmente prima di riprendere a parlare, sa di non poter fare altrimenti.
-Sua madre era un ex tossica che si faceva Gregor occasionalmente, e morta mentre la metteva al mondo. Gregor non voleva nessun peso così la data in adozione, tenendosi però sempre costantemente informato su di lei.-
Non ho mai visto Gregor particolarmente interessato a lei o guardarlo in modo particolare quando veniva a casa mia, ma non posso mica dimenticare che Gregor e sempre stato un attore da Oscar.

Ho sempre tenuto Madison all'oscuro dai miei segreti non volevo e non  voglio che si complichi la vita, e sicuramente non mi sento di volerle dire che suo padre e l'uomo che per molti anni mi ha violentata.
Respiro profondamente per riprendere il controllo del mio corpo fino ad allontanare il coltello da lui.
Sembra sollevato dal mio gesto, ma mi conosce abbastanza da sapere che posso ucciderlo senza che lui se ne renda conto, senza passare neanche un giorno in galera.

-Dimmi tutto quello che sai-
E arrivato il momento che questo gioco finisca.
-Gregor ha una figlia cos'altro vuoi sapere.-
Prendo la sua testa e la sbatto con forza sul tavolo su cui mi trovo ancora seduta. Ho detto basta giocare.
- La prossima volta ti rompo il naso, inizia a parlare -
Chiude gli occhi respira a fondo e poi li riapre concentrandoli nei miei.
-Gregor sta tornando.-
Lo prendo nuovamente per i capelli e lo sbatto una seconda volta sul tavolo con la testa,rompendoli come promesso il naso.
-Dimmi qualcosa che non so.-

Urla per il dolore, ma io non mi scompongo,attendendo le risposte che cerco.
-COSA VUOI DA ME-
Urla come un bambino e la cosa mi fa ridere.
-Voglio informazioni,voglio che mi dici cose utili.-

-Gregor sta tornando per vendicarsi.-
Sono tentata di sparargli la testa una terza volta,ma mi blocca dicendomi qualcosa che non mi aspettavo.
-Si è alleato con qualcuno per farti fuori. Qualcuno che conosci -
Lo guardo, finalmente interessata per quello che dice, ma come sono interessata io lo è anche Antonio che si è avvicinato di un passo.

-Dimmi il suo nome.-
-Marcus.-
Basta un sono nome per portare anche Antonio ad avvicinarsi ancora di più fino a trovarsi al mio fianco.
-Tu cosa ne sai?-
La voce di Antonio e tesa quasi pronto a scoppiare.
-Sono un ex poliziotto ho anche io i miei informatori.-
Lo guardo,al momento non mi interessa chi gli abbia rivelato della mia missione, mi interessa solo avere informazioni  sull'uomo che odio.
-Continua a parlare.-
Lui mi sorride quasi maligno consapevole di sapere qualcosa che mi interessa.
-Marcus non sa chi sia veramente  Samantha.-
Sa anche il mio nome di copertura, bastato.
-Perché Marcus si sta alleando con lui.-
Attendo una risposta. Una risposta seria e veloce.
Lui mi sorride prima di prendere il coltello che appena entrata gli avevo puntato alla gola per poi pugnalarsi da solo alla giubilare.
Cerco di fermarlo ma orami e troppo tardi.

Bastardo si è tolto la vita per non rivelarmi il motivo per cui Marcus mi cerca.

Antonio chiama i soccorsi per vedere se è possibile salvarlo, mentre io con  calma lascio il carcere per andare alla ricerca delle risposte alle mie domande. E so che posso trovarle solo in un posto.

Spazio Autrice
Scusate per gli errori
Nuovo capitolo,nuove notizie ditemi tutto quello che vi passa per la testa.

Sto Ricominciando per Te || Completo| CARTACEODove le storie prendono vita. Scoprilo ora