Così diverso, così potente

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Se chiudeva gli occhi poteva ancora percepire chiaramente ogni sensazione che aveva provato. La tachicardia, la fronte imperlata di sudore che scivolava lentamente sul suo viso arrivando a fondersi con le lacrime che, traditrici, erano sfuggite al suo controllo. Non doveva neanche sforzarsi per sentire ancore la mano coperta di sangue. Il sangue di uno dei Cento. Il sangue della persona che amava. Il sangue di Finn.

Erano già passati tre mesi da quella sera. Tre mesi in cui gli incubi la tormentavano e la spossavano psicologicamente in maniera inimmaginabile. Ancora una volta si era svegliata con i denti serrati e le unghie piantate nei palmi delle mani fino a sanguinare. Clarke non sapeva più come gestire la situazione, non riusciva a lasciare quel gesto nel suo passato dove sarebbe dovuto rimanere. Ma come poteva?

Uscì dalla tenda, da una parte per prendere aria e dall'altra per non rischiare di svegliare Raven. Si guardò attorno cercando di capire dove fossero piazzate le sentinelle; se poteva evitava volentieri di farsi vedere in quello stato dagli abitanti dell'arca, soprattutto lo nascondeva a sua madre e a Kane.

Uno scricchiolio la destò dai suoi pensieri e si fece attenta ma non fu abbastanza svelta da voltarsi verso il rumore. Una mano arrivò a tapparle la bocca e un braccio le avvolgeva la vita impedendole di scappare. Venne trascinata fino a una tenda ma non vide quale perché di spalle... però era certa che chiunque fosse l'assalitori era da considerarsi amico. Venne depositata poco delicatamente sulla base fredda della tenda e finalmente poté vedere con chi doveva fare i conti.

Bellamy Blake stava ritto dinanzi a lei con le braccia incrociate e un mezzo sorriso sul viso.

"Ti sembra questa l'ora per una passeggiatina notturna, Clarke?"

"Bellamy...."

Lei era spiazzata non sapeva che dire, l'aveva presa alla sprovvista e si sentiva vulnerabile. Non voleva più essere forte, voleva solo essere una comune ragazza di 17 anni con semplici problemi adolescenziali. Non ne poteva più, stava per esplodere.

E l'esplosione ci fu davanti a un incredulo Bellamy che vide la ragazza più forte, coraggiosa e tenace che conoscesse, scoppiare in un muto pianto disperato.

Si sedette accanto a lei senza dirle nulla e l'attirò  a se in un abbraccio. Non aveva bisogno di chiedere, sapeva cosa la tormentava... e come avrebbe potuto essere altrimenti? Aveva ucciso il ragazzo di cui era innamorata, uno dei loro!! Chiunque ne sarebbe rimasto devastato.

Bellamy iniziò a carezzarle i capelli cullandola dolcemente cercando di calmare i fremiti  di Clarke che non avevano tregua. Ad un certo punto si fecero talmente forti che dovette stringerla forte al petto, nel tentativo di rassicurarla, è sorprendentemente funzionò!!

Il respiro di Clarke iniziò  a riprendere un ritmo regolare e si staccò da Bellamy. Mai le era sembrata più piccola che in quel momento e mai era sembrata così poco simile a se stessa. Quella ragazzina disperata non era la leader che lui conosceva. Lei era forte, un uragano di energie che trasmetteva a tutti coloro che le stavano accanto. Non riusciva a vederla così, lo infastidiva.

"Dovresti darti un contegno,Clarke"

Lei lo guardò stupefatta e con uno spintone si liberò dalle braccia di lui. Gli occhi sbarrati dalla sorpresa ma duri e freddi come il metallo.

"Mi dispiace, Blake, che la mia emotività abbia turbato o rischiato di incrinare la tua facciata da stronzo. La prossima volta cerca di girare a largo da chi non ti riguarda"

Si alzò e fece per andarsene ma Bellamy fu più veloce e andò  a stringere un polso con la mano impedendole di uscire dalla tenda.

"Quindi tu non saresti affare mio... Lo terrò a mente Griffin, non ti preoccupare. Però  ricorda che per quanto tu ti ci voglia sentire, non sei sola. Hai degli amici, una madre con cui parlare"

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