Come previsto, Ashley si svegliò da un sonno senza sogni, destata dal suono della vecchia sveglia a orologio sul comodino. Erano le sei e mezza di una grigia e piovigginosa mattinata di settembre: cos'altro ci si poteva aspettare il primo giorno di scuola? La sveglia, antiquata come tutto il resto nella camera, aveva emesso un trillo un po' cigolante, cosa che, a giudicare dai sui anni, avrebbe potuto significare solo che i suoi giorni erano contati ormai. Ciò fece dispiacere molto la ragazza, perché era affezionata a quella sveglia che aveva da quando era piccola, ma tutto cambia nella vita.
Dal piano di sotto giunse la voce di suo fratello che la incitava ad alzarsi. "Ma guarda chi si è ricordato di avere una casa e una sorella" pensò Ashley con la mente ancora molto intontita dal sonno "Ma come fa a essere così carico alle 6:30 della mattina quando è stato in giro tutta la notte?!" E sbuffando si rotolò sul letto fino a essere a pancia in giù e con la faccia appoggiata completamente al cuscino. Quando non riuscì più a tenere il fiato girò la testa in modo da poggiare solo la guancia. Al secondo richiamo del fratello, Ashley rispose urlando dalla sua camera:
<<Marco, non ne ho voglia, per favore....!!>>la sua voce rispecchiava perfettamente ciò che provava:"Non ho voglia di uscire dal mio guscio, voglio per sempre stare qui, dove la crudeltà del mondo non mi può avere, e i professori non mi possono dare compiti e mettere ansia. Ah sì, e non scordiamoci che qui le oche più stupide di tutta la scuola... Ma no che dico?! Di tutto il continente, non possono arrivare a me."
Ma Marco, che a testardaggine era al pari di Ashley, era determinato a riuscire nel suo intento:
<<Ashley, alzati subito! Se fai tardi il primo giorno di scuola...>> Si dovette fermare un momento per pensare a ciò che sarebbe suonata come la migliore minaccia, quella che Ashley non avrebbe mai rischiato di far avverare. Così prese dal gancio che aveva attaccato ai passanti per la cintura dei jeans, una vecchia chiave arrugginita, salì le scale e si affacciò alla camera di sua sorella<<credo che i tuoi amati libri staranno chiusi nella soffitta per un po di tempo..>>
"No, non può farmi questo! La soffitta no!"
Marco aveva ereditato le chiavi della soffitta da sua madre, la quale la usava come nascondiglio per le loro cose preferite quando la facevano arrabbiare, e meritavano una punizione.
Ora che le aveva Marco, le minacce non erano solo garantite, ma persino efficaci.
Ashley fece un mugugno e mise la testa sotto al cuscino, magari se avesse finto di essere morta, o meglio di non esistere, Marco si sarebbero dimenticato che doveva andare a scuola. Ovviamente non fu così. Anzi quando vide che la ragazza non intendeva alzarsi, suo fratello fece un ghigno divertito, andò ai piedi del suo letto e tirò le coperte in modo da far rimanere la sorella senza barriere dal mondo esterno, e praticamente nuda.
Aprì di corse tutte le finestre (essendo settembre inoltrato la mattina non era freddissimo, ma l'aria piovigginosa era tremenda sulla pelle nuda) e poi prese il ghiaccio preparato in precedenza in una ciotola che ribaltò sulla schiena seminuda di Ashley.
Quest'ultima gridò più per la sorpresa che per il dolore e si alzò così in fretta che suo fratello non ebbe il tempo di accorgersi cosa stava succedendo: lei gli saltò addosso e, quando caddero insieme a terra, incominciò a riempirlo di schiaffi sul petto.
<<Idiota!!! Sei un vero deficiente! Dio che freddo!! Io ti ammazzo!!! Ma ti pare una cosa normale da fare alla propria sorella??! SEI UN VERO CRETINO!>>
<<AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA! Che c'è? Non dirmi che non ti è piaciuta la tua doccia mattutina! Forse il ghiaccio era un metodo troppo freddo per te? Hai ragione... domani mattina provvederò a renderlo ancora più freddo!>>
<<Tu osa solo farlo un'altra volta e io...!>> E lasciò apposta un pausa che doveva sembrare minacciosa.
<<Cosa? Mi picchierai?>> Rispose lui con la faccia da "faccio il finto impaurito per prenderti per il culo, tesoro". Con uno sbuffo si alzò e guardò suo fratello dritto negli occhi:
<<Ora vado a prepararmi, ma sappi che non finisce qui!>> Frase che, tra l'altro fece sbellicare dalle risate Marco che ora rotolava per terra tenendosi la pancia. Ashley uscì dalla stanza impettita e diretta al bagno.
Si guardò alla specchio a muro, quello che le permetteva di vedersi tutto il corpo. Fatta eccezione per i capelli, lei si detestava completamente. Aveva un fisico tendente al morbido e non era una modella, poco ma sicuro. Aveva le gambe abbastanza in carne, ma muscolose, frutto di anni di trekking, con l'unico difetto di un interno coscia bello morbido ("a proposito si sapete dire come farlo sparire??" Così avrebbe risposto a chiunque le facesse notare questo difetto). Il vero problema si presentava sopra le gambe però: il culo, i fianchi e la pancia. Non le piaceva il suo culo, anche se era muscoloso anche quello grazie al trekking, perché non era piccolo e tondeggiante come quello delle altre. I fianchi erano larghi e aveva un rotolino nella pancia morbida. Non fraintendetemi, aveva gli addominali, solo avevano un bella copertura per non rischiare di rovinarli. Per il resto, il suo fisico non le dispiaceva, e non si lamentava del suo seno, che misurava una terza abbondante. Il viso l'avrebbe cambiato, certo, ma non le dispiaceva poi tanto: capelli e occhi castani, con la pelle pallida, naso all'insù e labbra prosperose. Una volta finita l'ispezione personale, si spogliò e si fece una doccia calda.
Dopo essersi lavata si vestì con abiti puliti e tornò alla sua stanza. Aveva quasi varcato la soglia, quando sentì due voci maschili: una era l'inconfondibile voce di Marco, l'altra non riusciva ad attribuirla a nessuno che conosceva. Era una voce dolce, morbida e profonda.
<<... lo sai che lo scoprirà da sola...>> Stava dicendo la voce sconosciuta, quando Ashley varcò porta. Alla vista della ragazza, ciò che stava dicendo rimase a mezz'aria.
Il ragazzo era proprio il ritratto che Ashley si era fatta in mente in quei pochi secondi in cui aveva ascoltato la sua voce: era alto, castano abbastanza scuro e aveva gli occhi marroni. Aveva una corporatura da giocatore di football, ma si muoveva agilmente per la camera. Aveva le spalle larghe il giusto e il corpo abbastanza forte per picchiare qualcuno è fargli passare una notte in ospedale.
Qualcosa si accese nel cuore della ragazza.
<<Oh... ehm... Ashley...>>si interruppe. Ashley aspettò con pazienza che tornasse a parlare.
<<Ti devo presentare Brian, che è il tuo...>>
<<Ossignore Marco! Il gatto ti ha mangiato la lingua?? Il mio cosa? Santo cielo parla!!>> Detto fatto: si ammutolì. Prima che Ashley potesse aprire di nuovo la bocca per sgridare suo fratello, Brian parlò <<in realtà ero qui proprio per questo... Sono venuto a chiedere ospitalità in casa vostra e tuo fratello mi ha detto che potrei essere tuo nuovo compagno di stanza. Eh vedi, tuo fratello è una persona fantastica e siccome i miei mi hanno buttato fuori di casa mi ha offerto un posto dove dormire, temporaneo ovviamente! E solo se tu sei d'accordo certo. Ma accetterò solo se te ne sei totalmente sicura. Ovviamente se non accetterai capirò, giustamente non mi conosci. Starei nella camera di tuo fratello, ma non c'è spazio per aggiungere un letto e nel salotto potrei dormire solo sul divano. L'unico posto è questo. Giuro che non sono un maniaco e tuo fratello mi conosce bene, e quando ero piccola anche se non lo ricordi abbiamo giocato spesso assieme. Dopotutto tuo fratello non mi avrebbe offerto camera di sua sorella senza fidarsi ciecamente>> dopotutto aveva ragione, e si ricordava un Brian che veniva a giocare con loro da piccolo che poi si era trasferito.
"Perché non dovrei dargli una possibilità?" Guardò suo fratello che le fece un debole sorriso di incoraggiamento. Ci riflette ancora una po' poi decise <<d'accordo>>rispose.
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Stay With Me
Teen FictionAshley è sola. Ha solo suo fratello e la sua migliore amica dopo quel fatidico giorno. Non è più la stessa da allora. Quando ormai alla ragazza non riesce più nemmeno a sperare che possa andare meglio di così, arriva Brian. Brian tipico ragazzo popo...