Primo incontro

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Bill Denbrough

Eri da poco uscita da scuola e ti diressi verso casa, il tuo intento era quello di riposarti dopo un anno senza sosta.
Non avevi amici essendo arrivata da pochi mesi, ti eri però già fatta un'idea della scuola e dei ragazzi in generale.
I sentimenti delle ragazze erano in mano in mano e Greta Bowie mentre i maschi dovevano sorbirsi sempre le lamentele di Bowers e la sua banda.
Da poco avevi sentito la notizia di un bambino scomparso anche se, da quando ti recavi in biblioteca, avevi scoperto che le sparizioni lì a Derry non erano rare; solo che il bambino in questione era il fratello minore di un tuo compagno di corso: Bill Denbrough.
Non ci avevi mai fatto caso fino al giorno della notizia, pochi giorni prima della fine della scuola, per celebrare l'inizio delle vacanze estive. Uscita da scuola da sola, come sempre, il tuo occhio era caduto su Bill e i suoi amici che buttarono nella spazzatura tutti i libri, la cosa ti provocò una flebile risata. Bill si girò verso l'entrata dell'edificio e ti notò lanciandoti uno sguardo. Abitavate solo a due isolati di distanza e perciò vi capitava spesso di percorrere la stessa strada per tornare a casa.
Vedendolo lí con i suoi amici avevi deciso di non disturbarlo, preferivi andare da sola come sempre.
Imboccasti la strada, che oramai ricordavi a memoria, iniziando a camminare.
-(T/n), aspetta!- gridò alle tue spalle una voce sconosciuta. Quando ti girasti, notasti Bill con la sua banda, ciò ti provocò imbarazzo cercando di non darlo a vedere.
Non lo conoscevi molto bene, vi eravate visti poche volte e a malapena conoscevi il suo nome.
-C-che n-ne d-dici se t-t-ti a-a-ccompagno a c-casa?- il suo modo di balbettare ti fece sorridere e fu così che passaste tutto il pomeriggio insieme parlando del più e del meno.
Ti accompagnó a casa chiedendoti di rivedervi più spesso durante quest'estate, potevi ammettere di avere un nuovo amico.

Richie Tozier

Era appena finita la scuola e senza pensarci due volte ti diressi verso la sala giochi in sella alla tua bicicletta.
Sapevi di essere l'unica ragazza in quell'edifico ma andasti comunque verso un videogioco che sembrava apparentemente libero; in poco tempo ti dovetti ricredere a causa di un ragazzo che ti sorpassó prendendo il tuo posto. Senza pensarci due volte decidesti di andare dal ragazzo spostandolo con il bacino prendendo, cosi, possesso del videogioco.
-Ma che cazzo- borbottó il ragazzo che avevi sfrattato -Come caz- si interruppe quando ti girasti verso di lui mostrandogli la faccia e rilevando una figura femminile.
Sgranó gli occhi ma sul suo viso si formò un sorriso, più che strano a parer tuo.
-Come ti chiami?- si avvicinò ghignando -(T/n)- risposi alzando gli occhi al cielo.
-Oh, piacere (T/n) io sono Richie ma puoi chiamarmi il tuo ragazzo- sorrise ma tu lo ignorasti iniziando a giocare ricevendo da parte sua uno sguardo più che incredulo.
-E non d-dice niente?- pensò il quattr'occhi guardandoti giocare.
Passaste il pomeriggio tra giochi e urla finendo per farti valere e battenfolo in ogni videogioco possibile -Per essere una ragazza dai davvero brava- rise guardandoti. Fece per dire un'altra delle sue battute ma lo interruppi -Taci Boccaccia- sputatasti fredda concentrata sul gioco.
Potevi dire di avere un nuovo amico, molto pervertito, ma sempre meglio di niente.
Lo trovavi simpatico e carino, era un ottimo rivale per i videogiochi e ti divertivi sempre quando lo battevi provocandogli innumerevoli scleri.

Eddie Kaspbrak

Era finita la scuola e, non avendo amici con i quali uscire durante l'estate, decidesti di uscire a fare un giro in sella alla tua bicicletta -giusto per conoscere meglio la piccola città-. Era già da un po' che pedalavi e, annoiandoti, iniziasti a impennare con la bicletta.
Essendo nel tuo carattere, non ti fermasti ma appena notasti una macchina arrivare a gran velocità nella direzione opposta -quindi verso di te- girasti per cambiare direzione ma una tua stringa di impigliò nella ruota davanti, facendoti atterrare sul marciapiede.
Cercavi disperatamente di togliere la stringa per staccarti almeno dalla bicicletta.
-O mio dio!- esclamò una voce dietro di te rivelando un ragazzo che venne in tuo aiuto -Cosa è successo?- chiese sgranando gli occhi. I tuoi occhi si ingrandirono facendoti stupire -Sto bene tranquillo- cercavi di coprire i gemiti provocati dal contatto del ragazzo con la tua ferite.
Ti aiutò a sollevarti per farti sedere sul retro di un negozio, afferró il suo zaino estraendo un kit medico iniziando, così, a medicarti.
-Grazie...- ti interruppe -Eddie- sorrise sistemandoti le ultime fasce. -Grazie Eddie- sorrise e si offrì di accompagnarti, successivamente, acasa.
Nel tragitto parlaste del più e del meno fino a quando non giungeste a destinazione.
Ti salutò allontanandosi e dentro di te il desiderio di vederlo ancora, anche casualmente, cresceva sempre di più.

Stanley Uris

Era un pomeriggio piovoso e non sapevi cosa fare, non avevi sonno e non avevi nuovi libri da iniziare. Il tempo non era uno dei migliori non concedendo un'uscita sullo skateboard.
Non ti piacevano i videogiochi e non avevi amici, in poche parole ti annoiavi.
Avevi lo sguardo fisso sulla finestra ammirando la goccie che scorrevano fino a quando non decidesti di andare a magiare un gelato.
Arrivata al locale avevi notato la lunga coda ma ciò ti sembrò normale. Dopo aver preso il tuo gelato, puntualmente, un ragazzo di scontrò con te facendotelo cadere addosso -O cavolo scusa- quasi urlò.
-Te lo ripago- continuò mortificato -No, non c- ti interruppe -Alla menta giusto?- sorrise e per un momento ti bloccasti per poi annuire e andarti a sedere.
Lo strano ragazzo riccio arrivò poco dopo con un nuovo cono alla menta e te lo porse -Sono Stanley ma puoi chiamarmi Stan- sorrise iniziando -(T/n), piacere mio- rispondesti per poi leccare il gelato.
Parlaste per un po' di tempo fino a quando non fu costretto ad andare da suo padre in sinagoga, stando a quando ti aveva raccontato.
Sapevi che lo avresti potuto incontrare sempre in quel posto, il giorno dopo, alla stessa ora.

Beverly Marsh

Eri andato alla cava con una tua amica e già da quando arrivaste avevano notato un gruppo di ragazzi. Sapevate bene di chi si trattava: il famigerato "Losers' club" preso sempre di mira da Henry Bowser -il quale aveva anche attribuito quel nome al gruppo-.
C'era una sola ragazza, Beverly Marsh, che ti era sempre piaciuta sotto il tuo cuore di pietra.
Non volevi intrometterti e decidesti di lasciarla con i suoi amici.
-Ci buttiamo in acqua?- chiese (Nome amica), scuotesti la testa in segno di affermazione e fu così che (N/a) ti buttò in acqua facendoti scontrare con qualcuno.
Entrambi vi voltatse e tu ti dcusasti con la rossa -Tranquillo (T/n)- sorrise per poi tornare dagli altri.
Tu e la tua amica giocaste un po' con l'acqua fino a che tu non ti stancasti per poi uscire e andare ad asciugarti.
Il pomeriggio passò in fretta e tra un bagno e l'altro si era fatto tardi ma, né voi né i losers, tornarono a casa.
Vi eravate messi a giocare a carte attirando proprio l'attenzione della tua cotta -Posso giocare?-chiese Beverly sempre sorridente.
Conoscendoti, la tua amica crdette il posto alla rossa per poi tornare a casa sua. Il poco tempo a disposizione passò in fretta tra partite, sigaretta e risate obbligando entrambi a dividersi -Ci si vede (T/n)- sorrise per poi voltarti le spalle e dirigersi verso casa sua.

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Losers' club ●Boyfriends' and gilrfriend's scene●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora