Behind blue eyes

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No one knows what it's like to be the bad man,
be the sad man,
behind blue eyes.

I midgardiani amano l'arte.
O almeno così fanno pensare il loro semplice desiderio di sentirsi uomini dotti.
E come biasimarli?
Interi secoli di occupazioni, di conquiste del genere umano, di lotte di classe per il potere, di uomini di scienza in contrasto con credenze tribali del loro tempo hanno regnato su Midgard.
E mentre là fuori qualcuno dichiarava guerra a qualche scapestrato, c'erano altri che si dilettavano a liberare su della carta vergine sogni, paure, divinità fasulle, situazioni angoscianti e spensierate, uomini d'onore e popolani, donne vogliose e pie, paesaggi di mare, di montagna, devastati dalla guerra, filosofi sul letto di morte. Questo genere di midgardiani si aggiravano con la loro tela per le strade di quelle che loro chiamavano "città d'arte", in silenzio, nelle retrovie, per rappresentare una statua, un gruppo di amiche durante i loro pettegolezzi, un vecchio ubriacone che punta gli occhi al cielo sfidando il suo Dio, come per dire: "Hey amico, sono qui! Quando vuoi!".
Questi midgardiani mi stanno simpatici: poche parole ma sempre giuste, il più delle volte rappresentate in un quadro.

A volte mi capita di recarmi in dei luoghi magici su Midgard, dove tutte le tele degli "artisti" (così si fanno chiamare) vengono raccolte in sale enormi e dal gusto raffinato. Sono luoghi ottimi per pensare e anche per farsi divorare dalla rabbia.
"Firenze" si chiama una delle "città d'arte" che visitai nei miei tormentati pellegrinaggi, sotto mentite spoglie ovviamente: immaginate che scalpore può destare un cornuto (letteralmente) dai capelli neri con una tutina verde attillata. Mi scambierebbero per uno di quei cosi che loro chiamano "Power rangers" e vorrei evitare di essere preso in giro ancora.

Firenze mi ha rapito, quando sei il dio degli inganni e puoi spassartela liberamente le ricchezze della galassia ti appaiono di un fulgore sublime. Firenze mi ha fatto questo effetto. Entrai in uno di quei luoghi con tutte le tele degli artisti (si chiamano "musei", ecco) e mi sentii pervaso da un senso di protezione e affetto, come se gli autori di quei capolavori uscissero dai quadri per dirmi: "Oh! Bentornato, fratello!".
Imparai la storia di Midgard dai quadri che vidi, o meglio, imparai le storie di chi ha fatto la storia di Midgard. Non volendo, anche i protagonisti inconsapevoli di un quadro facevano parte della storia, per sempre.

Fu un quadro, in particolare, che catturò la mia attenzione e mi fece commuovere amaramente, purtroppo.
Ricordo ancora il titolo: "Le sette virtù" e gli autori erano vari ma riconobbi il nome di un artista molto rinomato sulle bocche dei midgardiani: Sandro Botticelli.
Mi colpì soprattutto la descrizione delle sette opere che formavano un unico quadretto: per la religione diffusa nella città, quelle sette splendide donne rappresentavano ognuna sette comportamenti tipici di un buon e virtuoso uomo.
La meraviglia si trasformò in rabbia.

No one knows what it's like to be hated,
be fated,
to telling only lies.

Miei cari lettori, sapete bene chi sono.
Sono Loki, figlio di Laufey, preso piangente da Odino come una reliquia perduta, fratellastro del grande e possente Thor. Vissuto sotto l'ombra della magnificente figura di quest'ultimo, costretto per anni a trattenere il buio che avanzava nel mio cuore perché mi sentivo fuori dalla mia realtà, un diverso. E, come sai, la conferma arrivò dallo stesso Odino.
E il mio cuore si annerì per davvero, inghiottito dal male e dall'ira.
Da quando sentii quel: "Il tuo diritto era quello di morire!" dall'unica figura di riferimento porto nelle vene un dolore immenso, che ai tuoi occhi sembrerebbe banale descrivere perché è solo un capriccio di un dio viziato, ma che mi rode l'anima.

Quando vidi l'opera immensa, fui subito pervaso da un senso di malizia, di spasmodica gelosia anche.
Il primo quadretto rappresentava La Fortezza, ovvero la capacità di essere fermi nella continua ricerca del bene.
Oh, eccome! Thor ne ha un sacco di fortezza! Gli artisti ci hanno azzeccato!
Ricordo quella volta in cui io infastidii un suo amichetto e lui, da grande mediatore qual è, mi mise in ridicolo facendo la mammina, dicendo robe del tipo: "Non è il comportamento di un dio!".
La fortezza è di sicuro una virtù che Thor possiede! Ma andiamo avanti.

La seconda virtù rappresentata era la Temperanza, ovvero la capacità di mantenere sopiti gli istinti naturali. Thor peccava un po' di temperanza, ma nostro padre lo ha rimesso al suo posto: dovreste vedere ora come fa l'abile oratore dalla parte di tutti e contro nessuno.

La terza opera raffigurava la Carità, ovvero l'amore nei confronti del prossimo. Pensandoci ancora in quel momento, Thor abbonda anche di questa virtù. Mi sentivo soffocare dalla rabbia.
Quante volte avevo combinato un disastro e lui, sorridente, mi tendeva la mano e io, prontamente, pugnalavo quella mano che ai miei occhi sembrava un atto di superiorità, come a dirmi: "Mi dispiace che non sei come me".
Maledetti artisti, pensavo.

But my dreams are not as empty,
as my coscience seems to be,
I have hours, only lonely,
my love is vengeance,
that's never free.

Il museo si stava svuotando e il mio cuore si riempiva di pura rabbia.
Una "guardia", o quello che è, si avvicinò a me dicendomi: "Signore deve andarsene, il museo chiude".
Con un impeto scagliai delle daghe contro di lui e lo appesi al muro dietro di me.
Lo vidi sotto shock quindi, per non farlo urlare, gli legai un fazzoletto al collo e proseguii nel mio viaggio verso la disperazione.

Il quarto quadro era di pari passo con il quinto e rappresentavano rispettivamente la Fede e la Speranza. Fede ha un'accezione religiosa da quanto lessi ed è comunque riporre fiducia in qualcosa. Indovinate? Thor ripone troppa fiducia in persone discutibili, me compreso. Quante notti ho sentito il suo cuore sperare in un nostro riappacificamento e intanto il mio si contraeva violentemente per la frustrazione, e ogni suo battito debole di cuore, stanco per l'inimicizia, era una martellata per il mio.

Volevo che quella "tortura artistica" finisse al più presto.
Il sesto quadro rappresentava la Giustizia, ovvero attribuire a ciascuno ciò che è dovuto secondo la ragione e la legge. Altro veleno per i miei occhi.
Provo tutt'ora la giustizia di Thor sulla mia pelle. La sua giustizia in diversi modi mi ha marchiato. A volte mi ha sbattuto a terra come se fossi una coperta sporca, e aveva le sembianze di un mostro verde gigante. A volte aveva le sembianze di quattro mura bianche, dentro le quali sentivo i suoi rimproveri materni ed umilianti. E la provo ora, eccome se la provo.

Tirai un sospiro e mi avvicinai titubante al settimo quadro.
Lì era rappresentata la Prudenza, cioè la capacità di ponderare le proprie scelte. Lì sorrisi con un ghigno.
Thor non è prudente.
Quell'idiota non pensa mai alle conseguenze delle proprie azioni. Infatti una volta trascinò Asgard in guerra. Quello sciocco si lascia trasportare dalle emozioni, da ciò che "il cuore detta". Se proprio dobbiamo usare paragoni midgardiani, lui è un romantico e io il nichilista.
Me ne andai dal museo lasciando un pugnale sotto la Prudenza.

No one bites back as hard,
on their anger,
none of my pain and woe,
can show through.

Probabilmente quando leggerete tutto questo io sarò già morto.
Portavo dentro tanta rabbia? Egocentrismo? No.
Dolore.
Il dolore di mio fratello, è questa la verità.
Come diceva un filosofo midgardiano: "L'uomo agisce perché vittima delle circostanze".
Sono stata vittima di circostanze che mi hanno oscurato la vista.
Non mi aspetto di essere giustificato. Voglio solo che qualcuno mi veda, dietro questi occhi.

No one knows what it's like to be the bad man,
be the sad man,
behind blue eyes.

Spazio autrice:

Salve a tutti!
Prima storia che pubblico con questo account, niente da dire, spero di non avervi annoiato troppo ecco con questo Loki un po' out of character.
Aspetto recensioni!

naevermore

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