Michael

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Vodka, tantissima vodka. Già dovreste aver intuito cosa ne verrà dopo, ma vi do un altro indizio. Era l'ultimo giorno dell'anno ed ero ad una festa. Più chiaro ora? Credo di sì.

Fui portato al pronto soccorso da un paio di ragazzi che avevo conosciuto qualche ora prima. Ero molto più che ubriaco, mentirei se vi dicessi cosa ricordo di quella sera. L'unica certezza è che, circa ventiquattro ore dopo, mi ritrovai su un lettino d'ospedale con una flebo attaccata al braccio. Me l'ero vista brutta, ma fortunatamente ero sano e salvo. Coma etilico disse il dottore, il primario del piano. Ed indovinate un po', era proprio Michael. Allora non era ancora nell'élite della medicina statunitense, ma di certo non mi trovavo davanti ad uno sprovveduto.

- Cerchi di controllarsi la prossima volta, gli è andata di lusso...

Provai ad alzarmi seduto, ma Mike mi fermò subito.

- Stia giù, deve riposare.

- La ringrazio... Ma mi dia del tu. Dopo questa cazzata da ragazzino non credo di meritare il lei.

Mike sorrise e prese la mia cartella clinica posta ai piedi del letto.

- Non preoccuparti...

Scrutò il mio nome e provò a pronunciarlo. Il risultato fu orrendo, credo disse "Alessendrou".

- Si pronuncia "Alessandro", può chiamarmi Alex.

- E tu Michael, nemmeno io sono così vecchio da meritare tutti questi onori. Comunque per questa sera sarai fuori da qui, cerca di non metterti in altri guai!

Dicendo questo uscì dalla stanza per continuare il suo giro di controlli. Fu strano, era la prima volta che trovavo qualcuno di simpatico in un ospedale. Forse erano i cattivi servizi italiani a rendere le infermiere così scontrose...

Arrivò finalmente la sera, fui dimesso all'ora di cena, giusto in tempo per trovare un fast food o una pizzeria e mettere qualcosa sotto i denti. Arrivai all'uscita della struttura quando mi ricordai di un dettaglio importante. Non ero arrivato lì con la mia auto e non avevo idea di dove fosse la fermata della metropolitana più vicina. Avrei dovuto camminare per ore, non avevo nemmeno abbastanza soldi per chiamare un taxi, ero nella merda più totale.

- Ti serve un passaggio?

Una voce familiare sibilò alle mie spalle. Michael era appena uscito e stava indossando la sua giacca.

- Ho appena finito il turno e mia moglie non è a casa. Avrai una fame da lupi immagino...

- Beh, in effetti...

- Hey, non preoccuparti! Non ho intenzione di ammazzarti. E nemmeno di provarci con te. Hai solo 28 anni, sei troppo giovane per me!

Scoppiò a ridere da solo, mentre io rimasi lì in silenzio per qualche istante. Poi lo seguii facendo una smorfia incredula. Mentre lui era già a pochi metri dalla macchina gli urlai chiedendo spiegazioni.

- Come fai a conoscere la mia età?

Aprendo lo sportello dell'auto mi rispose con tono divertito.

- Cartella clinica. Ti hanno controllato i documenti quando sei arrivato qui, babbeo!

Mi sedetti dal lato del passeggero e crollai in un sorriso sfumato di stanchezza.

- Hai ragione... Sono completamente fuso, saranno tutti i farmaci che mi avete sparato nelle vene.

- Probabile, ma almeno ti hanno salvato. Allora, pizza o hamburger?

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