Capitolo 2

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Louis Tomlinson nei giorni a venire si considera miracolato, miracolato per il semplice fatto che riusciva a dormire per almeno sei ore , tre giorni su sette.

Ha sempre saputo fin dal primo istante che ha scelto medicina, anzi sarebbe meglio dire che la medicina ha scelto lui, che non sarebbero esistiti giorni festivi ne pranzi domenicali, al massimo tutto quello che si sarebbe potuto permettere la domenica era una pacco di patatine dal modico prezzo di sei dollari, alla ormai nota macchinetta all'ingresso del pronto soccorso.

Louis Tomlinson, che è il primo figlio di una stirpe alla pari di quella di Giacobbe, è cresciuto tra piagnistei inutili, bambole di tutti i tipi e di tutte le taglie e infiniti prodotti per capelli e cosmetici; non che a lui sia veramente importato non poter avere un fratello con cui giocare alle macchinine o alla lotta, diciamo pure che avrebbe alla lunga preferito sottoporsi a esperimenti di maquillage di cui le sue sorelle ne erano particolarmente esperte e che in parecchie volte gli erano stati persino utili, tipo quella volta in cui ebbe il bisogno di coprire con strati e strati di fondotinta, una filiera di succhiotti sul collo che il suo fidanzato aveva deciso di regalargli oppure ancora quella volta in cui aveva utilizzato la matita nera sugli occhi perche aveva letto su qualche rivista di gossip che rendeva belli e apriva lo sguardo, certo è che ricorda pure con quanta difficoltà sia riuscito alla fine ad applicarla, rischiando di cavarsi un occhio almeno ogni tre secondi e poi,poi all'improvviso tutto della sua vita sembrò assumere colori e aspetti diversi. La perdita della madre ha influito parecchio nella sua vita da appena post-adolescente, ha influito sicuramente sulla voglia di poter fare qualcosa quel qualcosa che nessuno ha fatto per sua madre.
Aveva appena diciassette anni quando l'unica certezza che aveva da sempre avuto, era venuta a mancare lasciandosi dietro una scia di profumo che Louis continuava ad annusare convulsamente in quella sciarpa nascosta sotto il cuscino e in quelle vestaglie con cui Louis aveva dormito per mesi interi, poi però una mattina l'odore, l'unica cosa che Louis poteva ricordare e percepire, era andato via o meglio il suo odore lo aveva coperto e si era maledetto cosi tanto fino a quando la rassegnazione e il pianto avevano avuto la meglio; era un giovedì del 94' e lui aveva ancora diciassette anni ma era prossimo ai diciotto e stava frequentando l'ultimo anno di college, ed è stato li che qualcosa ha cambiato Louis profondamente, in quel giovedì mattina seppe che non c'era bisogno di pranzi domenicali, di regali sotto l'albero di natale, di calze piene di cioccolati ne di caccia al tesoro, nulla di tutto quello che aveva riempito la sua infanzia aveva più senso e per la prima volta si rese conto che magari aveva un destino diverso, che avrebbe trovato la gioia del natale e del cioccolato in qualcos'altro e così aveva cercato dentro di se cosa potesse renderlo ebbro di felicità ed è stato li che la medicina aveva fatto il suo ingresso.
Lì in quella mattina di quel giovedì di novembre Louis ebbe ,per la prima volta , il coraggio di tirar fuori la cartella medica della madre.

-e così hai fatto il tuo primo ingresso in sala operatoria- gli diceva Marguerite l'unica tra i colleghi ad essergli stata accanto nonostante la palese antipatia che Styles aveva apertamente manifestato nei suoi confronti, il pensiero del giovane neurochirurgo lo portò inevitabilmente difronte ad una nuova domanda: da oggi come si sarebbe dovuto comportare con lui? ma sopratutto lui che cosa si aspettava dal bel medico?

L'unica certezza che ha è sicuramente quella che il suo volto era ben stampato nella sua mente quella scorsa notte dove nella propria tranquillità, stava accarezzando se stesso per provare un po di sollievo e concludere quella che era stata la giornata migliore di tutta la sua intera vita.
-si, è stato magnifico c'era una calma assurda, nonostante gli fosse scoppiato un aneurisma tra le dita lui era li calmo come la pace, cosi autoritario e cosi...-
-bene Tomlinson, siamo tornati a sognare ad occhi aperti? Ed io che pensavo che i due mesi ti fossero serviti da lezione- Harry aveva interrotto i suoi sogni quasi al limite dell'erotismo e lo aveva svegliato gettandogli addosso una bella pila di cartelle postoperatorie di pazienti ricoverati al reparto di dermatologia.
-divertiti- gli aveva detto sorridendo da perfetto bastardo, se Louis anche solo minimamente avesse pensato di essere finalmente finito in una linea neutra ,tracciata immaginariamente tra Harry e le matricole, si era chiaramente sbagliato.
Il giro delle visite per Harry fu abbastanza noioso, nessuno sembrava abbastanza sveglio da rispondere alle sue domande nella maniera in cui avrebbe tanto desiderato, quei giovani talenti gli sembravano cosi rammolliti che li avrebbe presi a schiaffi nella speranza che qualche trauma cerebrale li avrebbe svegliati.
-dove è il bel Tomlinson?- si senti affiancare dall'amico Malik il cui nome nella tabella all'ingresso delle sale chirurgiche era stato cancellato non più di una decina di minuti fa.
-tu non hai da riposare? Chessò scopare tuo marito ...qualcosa di sicuramente più utile che importunare la mia già giornata di merda- scrisse qualcosa su una cartella che ripose velocemente sul bancone e si girò a guardare l'amico.
-allora?- domando sperando che almeno Zayn gli raccontasse di qualche acrobazia al letto, lo stesso amico letto che non toccava da tre giorni.
-che c'è?- gli chiese Zayn ridendo e indicandogli la sfilza di matricole che lo attendevano dietro di lui.
-anatroccoli, al mio tre vi voglio fuori dai piedi, trovatevi un reparto e statevene lì, se solo ricevo una lamentela da parte di qualche collega vi faccio fuori- e cosi si erano sparpagliati alla velocità della luce.
-sai che se lo raccontassi a Liam ti toccherebbe fare il doppio dei mesi?- scherzo Zayn
-sai che se tu glielo raccontassi non avresti più un cazzo con cui soddisfare tuo marito? Farò in modo che nemmeno l'urologo migliore dell'universo possa restituirti ciò che madre natura di ha dato in dotazione alla nascita- Zayn si porto velocemente una mano sotto il ventre come a proteggere quella zona cosi delicata a cui lui e suo marito erano molto affezionati.
-bene, ora vorrai dirmi che ci fai in giro senza un paziente a cui fare un paio di tette belle o qualche intervento super cool che tuo marito ti cerca da qualsiasi parte dell'universo?- gli chiese dirigendosi alla macchinetta per il consueto caffè di merda che ormai beveva non più per bisogno quanto per abitudine.
-è il nostro anniversario, aspetto che Liam esca dalla riunione per portarlo a pranzo- gli disse emozionato e si chiese come è che facesse ad essere cosi emozionato dopo due anni di matrimonio quando lui al secondo giorno di viaggio di nozze si era già talmente rotto il cazzo che voleva lanciarla dalla nave in mezzo all'oceano Pacifico.
-fottuti bastardi, io per il mio anniversario, ammesso che me lo ricordi, al massimo rientro a casa alle due di notte, altro che giornata libera- continuo a roteare quella palettina di plastica facendola cozzare più e più volte tra le pareti del bicchiere suscitando un certo nervosismo nell'amico, cosi giusto perché si divertiva a fargli saltare i nervi.
-è il bello di essere sposati con il capo Styles, la tua è tutta invidia e se non la smetti di fare rumore con questa merda ti spezzo l'osso del collo- Harry rise e senza che se ne rendesse conto si ritrovo senza bicchiere ne caffè, gli stessi che adesso giacevano nel cestino non poco distante dalla macchinetta, posati sopra quell'infinita pila di carte per merendine dei distributori.
-brutto figlio di puttana- gli urla dietro, infischiandosene bellamente se l'intero reparto li stia osservando
-lavorava con la tua- gli risponde Zayn e questo lo fa sorridere, alla fine lo sa bene che è un grandissimo testa cazzo fortunato ad avere degli amici capaci di rendergli la vita migliore di quanto credeva si sarebbe meritato.

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