"Demons." -Stony-

5.

When the curtain’s call
Is the last of all
When the lights fade out
All the sinners crawl.

Steve mise le mani fra i propri capelli, tirandoli un poco.
Voleva solamente che la sua voce uscisse dalla sua testa. Ogni sua santa parola, ogni singola frase, movimento, sorriso, grido... non riusciva a cacciarlo.
Era come se Tony, in un certo senso, avesse messo le radici nel suo cranio, stringendo tutto il suo corpo in un doloroso abbraccio.
《Per Dio, va' via. Va' via!》bisbigliò.
E passava le giornate così, a darsi dell'idiota, in un posto sperduto al Mondo, a cercare di non pensare a niente, perché se nella sua testa non c'era il niente lui pensava solamente a quell'uomo che gli aveva restutuito una vita.
Ma era fin troppo orgoglioso, anche per ammetterlo a se' stesso.
Certe volte disegnava, ma non riusciva più a mettere su carta ciò che aveva in mente, ma solo ciò che vedeva.
Disegnava fiori, alberi, piante, strutture, anche ritratti alle volte.
Ma si sentiva incatenato a se' stesso.
《Va' via, diamine!》Si odiava come non aveva mai odiato se' stesso.
Ma non capiva perché.

Finché un giorno riuscì a spiegarsi quell'odio.
Aveva commesso lo stesso fatale errore, per ben due volte nella sua vita.
Appena dopo essersi svegliato, quel lontano giorno, a New York, si rese conto di aver perso l'Amore della sua vita, e si era ripromesso più volte di non commettere quell'errore ancora una volta, poiché si era ritrovato il suo cuore a pezzi fra le proprie mani.

Ecco.
Steve aveva perso l'amore della sua vita, l'unica persona che riusciva a farlo sentire qualcuno in mezzo a quel niente che si era ritrovato intorno.
Ed ora, si rese conto di averlo perso per ben due volte.

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PERDONATEMI UN CASINO MA NON HO MAI TEMPO LIBERO PER SCRIVERE, SPERO POSSIATE CAPIRMI