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Sono 5 giorni che la mia nuova vita a Milano ha avuto inizio,ma sono già stanca morta.
A mia difesa posso dire che avendo abitato tutta la vita in un piccolo paesino,la vita di città è qualcosa troppo impegnativa per il mio corpo.
Avevo finalmente finito di mettere in ordine le ultime piccole cose nel mio appartamento,e di li a poco sarei andata a prepararmi dato che il mio turno lavorativo cominciava tra pochi minuti.
Finalmente vestita,prendo il telefono e il portafoglio e mi dirigo alla metro.
Appena scesa nella stazione della metropolitana,i miei occhi osservano qualcosa di davvero poco gradimento:tanta,troppa gente per essere le 18:58.
*passati venti minuti*
Eccomi arrivata.inutile dire che al terzo giorno di lavoro,sono già arrivata tardi.Tutta colpa di quella maledetta metropolitana strapiena di gente...
《AIALA》urla Federico,il mio capo."CAZZO" pronunciai mentalmente avendo capito che si era reso conto del mio ennesimo ritardo 《Ehm..Federico posso spiegar-》non mi diede l'opportunità di finire 《non è necessaria spiegazione alcuna,ti dirò soltanto che su tre giorni lavorativi TRE sei arrivata in ritardo...ma questo non è il punto,l'importante e che ora cominci a lavorare》dice abbastanza serio,forse un pó troppo 《certo》feci una pausa,probabilmente per la paura di dire qualcosa di sbagliato 《c'è già qualche ordine?》 Girandosi verso di me mi porse un biglietto con l'indirizzo e secondi dopo mi passa la pizza.
Leggendo l'indirizzo,mi rendo conto di quanto lontano si trovavasse la meta della consegna 《cazzo,ma è lontanissimo》dissi,sussurrando,pensando di essere furba e credendo che nessuno potesse sentire un tono di voce così 《qualche problema?》CAZZO AIALA,NON PUOI STARE ZITTA UNA VOLTA OGNI TANTO?! 《Eh,oh..n-no,nessun problema》 risi nervosissima.Detto quello corro fuori con la consegna e dirigendomi verso la macchina con cui avrei percorso metà Milano per arrivare alla meta.
Dopo vari incidenti evitati per via del traffico,mi ritrovo davanti alla casa in cui avrei dovuto consegnare la pizza.
Guardai la casa che sembrava più che altro un castello 《ma questi ricconi non hanno una domestica in grado di preparaee una pizza?No,devono far percorrere tutta la città a me...》dissi.
Una volta scesa dalla macchina,presi la pizza e camminai lungo un piccolo tratto di strada prima di arrivare davanti al cancello.
Suono e nessuno risponde.Ritrono a suonare e nessuno risponde.Scocciata,mi misi a sbraitare 《DENTRO QUESTA CASA C'È QUALCHE CAZZO DI ESSERE VIVEN-》non feci in tempo a finire,che qualcuno aveva già aperto la porta.
Rimasi a bocca aperta vedendo quel ragazzo,pensando per qualche secondo di essere finita in Grecia davanti a qualche statua di un Dio Greco.
《Scusa l'attesa》 disse lui grattandosi la nuca. 《Oh figurati,non c'è problema...》girai i tacchi per andarmene 《ehhh A-Aiala》come sapeva il mio nome? Mi girai verso di lui《Ti stai dimenticando qualcosa》disse indicando la pizza,ancora tra le mie mani. 《Oh,oddio scusa,me ne stavo dimenticando》 come posso essere così stupida?COME? 《Ma..come sai il mio nome?》 Lui mi guardó 《oh,sai,dietro alla tua maglia c'è scritto il tuo nome》 rise 《Giusto》 risi nervosamente.
Mi diede i soldi e io me ne tornai in macchina.
Troppe brutte figure per oggi...

Chaotic meetings;André SilvaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora