Capitolo 1 - Dolore

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Non chiedetemi perché sono qui,
davanti a mia madre, con il cuore spezzato ad ascoltare le sue parole.
«Dobbiamo trasferirci a Manhattan»
. . .
Sento il mondo crollarmi addosso,
ho tutto a Londra,
i miei amici, la scuola,
i parenti ma soprattutto lui, il mio fidanzato.
«C-cosa?»
Dico, con un filo di voce, sperando di aver sentito male.

no, Em, hai sentito benissimo

«Non ve ne ho parlato prima perché non ne ero sicura e non volevo allarmarvi, ma adesso so per certo che la mia amica ci ha trovato una sistemazione e partiremo fra cinque giorni»
spiega mia madre tutto d'un fiato e sicura delle sue parole,
a me e a mio fratello che la guardiamo scioccati,
mio fratello borbotta qualcosa, ma non riesco a capire cosa.
«E i miei fratelli? i miei amici? tutti?»
una lacrima riga il mio viso mentre menziono le persone più importanti per me.

Em, non devi piangere, sei sempre stata una cazzuta, no?

«Tesoro, i tuoi fratelli sono grandi ormai
ed hanno una loro vita, verremo a trovarli ogni tanto, e anche a tutti gli altri, sta tranquilla»
dice cercando di tranquillizzarmi, mia madre, senza risultati.
Insomma mamma, come puoi credere che io accetti tutto ciò senza arrabbiarmi, credi davvero di non avermi ferita?
regna il silenzio in quella cucina color rosa chiaro che tanto amavo per il suo odore di casa, ma, ormai c'è solo tanto dolore qui dentro.
«non hai minimamente pensato a noi in questa tua decisione»
decido di spezzare quel silenzio assordante urlando questa frase, e senza farla parlare
corro nella mia camera con le lacrime agli occhi, non può succedere, non sta succedendo davvero.
massì, sarà solo un incubo, svegliati Em, svegliati subito.

sai benissimo che è la dura realtà

la vocina nella mia testa aveva fottutamente ragione, purtroppo.
Ora ho bisogno di parlare, ho bisogno di dirlo a qualcuno
Senza pensarci troppo prendo il mio iphone e chiamo Jessica, la mia migliore amica.
«oh Em»
risponde, con la sua voce squillante, tranquilla come al solito, ignara di quello che sta succedendo.
«Jes, possiamo vederci?»
dico con la voce tremante,spezzata dal pianto.
«che succede?»
chiede preoccupandosi del tono della mia voce basso e spezzato
Ma non riesco nemmeno a dire una parola, l'unica cosa che mi esce dalla bocca è solo un singhiozzo di pianto,
quanto può essere straziante questa situazione?
«Sto arrivando»
dice senza aspettarsi risposta, riattacca e
20 minuti dopo mi arriva una notifica whatsapp:
«scendi, facciamo un giro»
corro giù dalle scale immediatamente,
ho così bisogno di lei.
Esco dal portone ed eccola qui, la mia migliore amica dai capelli marrone scuro e gli occhi grigi, mi guarda preoccupata e si avvicina a me,
Non gli lascio il tempo di parlare, mi butto immediatamente fra le sue braccia, quanto mi mancherà?
gli racconto tutto ciò che era successo mezz'ora prima
«quando partirai?»
si limita a dire  con voce tremante, vedo che sta per piangere, ma cerca di trattenersi.
«Tra 5 giorni»
una lacrima le riga la guancia rossa, ma la asciuga immediatamente sorridendo
«Beh, Manhattan non è poi così male, ti divertirai Em, e poi tranquilla che non ti libererai tanto facilmente di me!»
so che vuole tirarmi su il morale, che vuole darmi forza, ma so anche che dentro di lei starà morendo, siamo come sorelle.
La serata procede più tranquillamente poiché abbiamo deciso di non parlarne e di goderci gli ultimi giorni assieme.
Tornando a casa però,
Jessica decide di interrompere quella finta spensieratezza e di ritornare sull'argomento:
«a lui lo hai detto?»
mi chiede, preoccupata della mia risposta.
Il mio volto diventa cupo, triste,
no, non ho ancora detto nulla al mio ragazzo, e non so se ce la farò.

certo che ce la farai, domani devi assolutamente farlo

«No»
rispondo
«lo farò domani.»
la conversazione si conclude qui, arriviamo vicino le nostre case
si, abitiamo anche a due passi, e ci separiamo,
ci diamo un lungo abbraccio per salutarci, la stringo forte,
e pensare che quando l'ho conosciuta nel mio primo anno di Liceo mi stava talmente antipatica,
ed ora invece non posso fare a meno di lei.
***
La notte passa velocemente
ieri appena tornata mi sono chiusa in camera senza nemmeno andare a cenare, voglio vedere mia madre il meno possibile.

suona la sveglia come tutte le mattine alle 07:00 ,
apro gli occhi e vedo i raggi di sole filtrare nella mia camera,
mi alzo, questa mattina con più voglia di andare a scuola, forse perché so che dovrò salutarla, a breve.
Faccio una doccia veloce e corro a vestirmi:
metto una felpa rosa e dei jeans a vita alta,non ho voglia di truccarmi e raccolgo i capelli in una coda,
passo dalla cucina e saluto mio fratello e la mia sorellina, a mia madre non rivolgo nemmeno uno sguardo,
«buona giornata»
mi dice, continuo ad ignorarla.
prendo lo zaino e vado alla fermata del pullman.
Le 6 ore passano come al solito molto lentamente,
finalmente suona la campanella e ritorno a casa.
In classe nessuno sa ancora della mia partenza a parte Jessica,
ma dovrò dirlo a tutti al più presto.
Questa sera vedo Bryan, il mio ragazzo.
E sarò costretta a dirgli tutto.
Sono le 20:00
e sono pronta, esco da casa e lo vedo,
lo abbraccio come faccio sempre,
ma questa volta un po più forte,mi concentro sul suo profumo, l'odore della sua pelle,
che ho sempre amato
quello che non sentirò più.
I miei occhi diventano lucidi, non posso credere che dopo un anno e mezzo insieme mi dovrò separare da lui.
Lui, conoscendomi perfettamente nota subito che il mio umore non è dei migliori.
«tutto ok?»
non è niente ok, ma come farò a dirglielo?
cerco di preparare un discorso nella mia mente, con scarsi risultati.
«Devo partire»
dico, senza un discorso, senza preavviso, in qualche modo dovevo farlo,
accidenti, Em, sei per caso stupida? Non era questo il modo!
«cosa?»
chiede, non capendo bene cosa cercassi di dirgli
«Devo partire, devo andare a Manhattan, mia madre ha trovato lavoro e partiamo fra 4 giorni, l'ho saputo ieri»
Okay sono davvero un caso perso, dovevo usare un po' più di tatto, cosa diamine sto facendo?
Mi guarda, vedo i suoi occhi poggiati nei miei, ma il suo sguardo non è il solito, è così strano, quasi incredulo.
«stai scherzando,vero?»
mi chiede, cercando di fare un sorriso
«No»
dico,lo abbraccio immediatamente,
sento le sue braccia che mi stringono, le lacrime scendono senza fermarsi sul mio viso..
«perché me lo hai detto solo ora?»
mi chiede, una lacrima scende dai suoi occhi color nocciola e gli riga il viso.
«non sapevo come farlo»
dico mentre gli asciugo le lacrime.
«Posso parlarci io con tua madre, magari puoi restare da me, possiamo trovare una soluzione insieme»
è così carino a non volermi lasciare andare, ma, purtroppo, non c'è soluzione.
«È irremovibile,non possiamo fare nulla»
dico tenendogli stretta la mano.
«che ne sarà di noi?»
dice con un filo di voce e gli occhi in basso
«non lo so»
. . .

                                       ***
Okay gente, fatemi sapere cosa ne pensate,
sto iniziando ora a scrivere ma spero la storia vi piaccia e vi catturi. :)

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