Capitolo 6

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Tutto perfetto,soprattutto lui. Lo vedevo ovunque..forse era per il forte desiderio di incontrarlo.
La sera mi addormentavo guardando le sue foto perdendomi nei suoi occhi,e un paio di cuffie con Eminem come "sottofondo".
La notte era uno dei miei momenti preferiti perché sognavo di sprofondare nelle sue braccia..e sembrava tutto vero.
Ma al risveglio ci rimanevo abbastanza male. Mi guardavo attorno,come per cercarlo.
C'è sempre qualcosa che non va,e anche in questo caso. La mia famiglia non sarebbe stata molto entusiasta della mia decisione,ma sto bene con lui. E loro dovranno accettarlo,ma decisi che per il momento non avrei detto nulla.

"Prima o poi dovranno saperlo.." mi ripetevo in testa. E tutto questo mi spaventava,quindi cercavo di non pensarci..ma non era facile.
Continuavamo a scriverci,ogni giorno. Avevamo assolutamente bisogno l'uno dell'altro.
Lui mi ha salvato la vita. Prima passavo le giornate in modo vuoto,triste,piena di pianti..ma poi è arrivato lui,che ha asciugato le mie lacrime e mi ha regalato solo sorrisi.

Cercavamo una soluzione per incontrarci. Sarebbe potuto venire per il suo compleanno,il 29 maggio 2018.
Tante ore di viaggio,e poi avrebbe prenotato una stanza in un Hotel il più vicino possibile a casa mia. Questa era l'idea iniziale.

Molto spesso chiudevo gli occhi,per cercare di vivere dei momenti con lui..solo con l'immaginazione.
Viaggiavo con la mente e dopo un po' mi addormentavo..per poi sognare di nuovo; sembrava tutto vero.

Nei giorni in cui non parlavamo molto per alcuni impegni,scrivevo.

"L'appuntamento era alle 16:00. Speravo di piacergli anche dal vivo. Camminavo e tremavo allo stesso tempo. Attraversai la strada ed ero già davanti al cancello verde,che era l'entrata del parco.
Il sole mi impediva di vedere alcune cose, cercavo Raffaele con lo sguardo.
Provavo a nascondermi.  Le mie mani erano fredde,come cubetti di ghiaccio..e mi era difficile muoverle.
Tutti quei chilometri erano diventati circa 10 metri. Era girato,non poteva vedermi..e decisi di mandargli un messaggio.
"Sono qui,girati"     
Subito dopo prese il cellulare e lo lesse.

Era come se il mio cuore stesse per scoppiare,e credo che sia stato lo stesso anche per lui.
Non si voltò subito. mise il suo cellulare in tasca e si coprì un po' il viso con le mani. Feci qualche passo avanti mentre lui si stava girando verso di me,e mi vide. Ci salutammo con la mano e mi misi a ridere.
Era così dannatamente bello..
Mi fece segno di avvicinarmi per raggiungerlo ma le mie gambe facevano fatica..ero bloccata per l'ansia.
Alla fine ci riuscii,perché la voglia di abbracciarlo superava tutto,superava le mie paure.

I metri che in quel momento ci stavano separando diminuivano sempre di più fino a diventare centimetri.
Ci abbracciammo,lo strinsi forte a me.
Riuscivo a sentire il suo cuore e il suo respiro sul mio collo.
Mi sentivo protetta,mi sentivo a casa.
"Sei bellissimo" gli sussurrai all'orecchio.
"Sei bellissima"  disse arrossendo.
Gli detti un piccolo bacio al lato delle sue labbra,sfiorandole.
Sorrise,e sorrisi anche io.
Fino a prima di incontrarci potevamo comunicare solo con le parole..la nostra voce,ma in quel momento stavamo usando i gesti..gli sguardi. Per noi era come una cosa nuova,perché era la prima volta.

Restavamo in silenzio,ma ci dicevamo tutto..con le piccole cose.
Andammo in un altro giardino, poco più lontano da lì. Io mi sdraiai,e lui dopo di me. Continuavamo a guardarci,ma mai negli occhi, cercavamo di evitarli..perché i nostri occhi parlavano,e noi eravamo fin troppo in imbarazzo. All'improvviso mi abbracciò, appoggiando la sua testa su di me..e io toccavo i suoi capelli.
Sarebbe stato perfetto addormentarci in quel modo; ma il mio cellulare squillò..e era mia madre.

"Dove sei?" Chiese.
Alzai la schiena velocemente mettendomi a sedere. Stavo tremando.
"Sono con Cristina a vedere una partita di calcio.."
Forse sarebbe venuta a controllare.
"Io comunque sono in treno con delle amiche. Quando sarai a casa chiamami"
E poi ci salutammo. Stavo meglio, l'ansia era andata via.
Raffaele sorrise.

Presi il mio zainetto nero e tirai fuori una felpa.
Gliela avvicinai e dissi "è per te, spero che ti piaccia".
La mise subito. Era bellissimo e gli stava d'incanto.
Lo guardai per qualche secondo facendo un mezzo sorriso,ammirando la sua bellezza.

Lo portai a fare un giro. Le nostre mani si sfioravano. Ad un tratto le nostre dita si incrociarono e mi guardò..ma io feci finta di nulla.
Il cielo si stava riempendo di nuvole grigie,che coprivano il sole; iniziò a piovere.
Erano le 19:30, "adesso ti porto in un posto" e lo portai al ristorante giapponese.
Fortunatamente gli piacque.
Finimmo in fretta, e mi portò nella camera dell'hotel.

Eravamo in imbarazzo,di nuovo. Ci sdraiammo sul letto,di fianco, uno di fonte all'altro.
Eravamo molto vicini, quasi le punte dei nostri nasi si toccavano.
Sentivamo il respiro dell'altro sulle labbra.
Aveva gli occhi leggermente socchiusi,e si avvicinava.
lo baciai"

Immaginavo così il nostro incontro..anche se sapevo che sarebbe andata diversamente. Ma amavo fantasticare,perché nessuno poteva impedirmi di farlo.

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