Luke

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É oggi il giorno giusto per morire?
È qualcosa che mi chiedo ogni mattina quando mi sveglio, quando,durante le lezioni noiose di chimica, cerco di tenere i miei occhi aperti.
È oggi il giorno giusto? E se così non fosse? Quando?
Lo chiedo a me stesso adesso, mentre sono a 60 metri dal suolo.Sono così in alto;faccio praticamente parte del cielo. Guardo giù e il mondo intorno a me trema. Chiudo gli occhi e mi gusto ogni sensazione.
Forse questo è il momento. Lo faccio? Lascio che l'aria mi porti via? Sarà semplice come un tuffo in una piscina?

Apro gli occhi e l'asfalto e ancora lá, così forte e permanente. Sono sul campanile della scuola appoggiato ad uno dei pilastri che danno equilibrio a tutta l'architettura. La torre è abbastanza piccola con soltanto pochi centimetri di pavimento che girano intorno alla campana. Sbatto una delle mie gambe contro essa per ricordare a me stesso dove sono:
"Signori e signore" urlo " vorrei darvi il benvenuto nella mia morte! Io, Luke McChein,nel pieno delle mie facoltà mentali dico che ognuno vada a farsi fottere!"
Mentre sto per urlare davvero quelle parole un rumore alle mie spalle mi distrae. Mi volto lentamente e noto una ragazza. È a pochi passi da me; i suoi capelli biondo cenere volano insieme al vento e la parte inferiore della gonna si gonfia al punto di sembrare un paracadute.In mano ha un paio di stivaletti e dagli occhi sembra essere congelata o paralizzata.
Con la voce più calma possibile le sussurro "La peggior cosa che tu possa fare é guardare giù." Molto lentamente volta la sua testa verso di me. La vedo sempre nei corridoi della scuola.
"Sei mai venuta qui prima? Perché questo è uno dei classici posti dove vengo spesso e non ricordo di averti vista prima." Continua a fissarmi senza rispondermi così decido di intraprendere un discorso. " Non so cosa ti abbia portato a salire qua sopra ma a parer mio la città a questa altezza è più bella da vedere e le persone sotto di noi appaiono più pulite, buone, e anche la peggior cosa in loro sembra la migliore."
Il suo nome è Rebecca qualcosa. È la ragazza più popolare a scuola, una di quelle che non pensi mai possa salire sul campanile della scuola e restare sospesa a 60 metri da terra. Dietro i grandi occhiali nasconde dei grandi occhi e una faccia dolce come quella di una bambola.
"Senti diciamoci la verità, nessuno dei due è salito quassù per gustarsi la vita. Ho ragione Rebecca?"
A quelle parole sbatte le palpebre due volte è prendo quel gesto come un si.
"Sta iniziando a piovere," dico come se lei non sapesse nulla "penso possa essere un ottima opportunità. Intendo, la pioggia laverá via ogni traccia di sangue annullando ogni "casino". Pensandoci, è proprio il "disastro" che si possa creare su di me a lasciarmi pensieroso. Non è che sia una persona vanitosa, ma sono umano, e non so te ma io non voglio fare la figura di chi ha corso in mezzo a spine e rametti di legno al mio funerale."
Mi avvicino sempre di più a lei, sperando di non cadere prima di esserle vicino, perché l'ultima cosa che voglio è schiantarmi al suolo di fronte a questa ragazza. "Ed è proprio il fatto di non voler sembrare un rottame che mi ha portato alla decisione di volere la cremazione, ma mia mamma non crede in questa cosa."
Nel momento in cui sto per continuare il mio monologo qualcuno dal basso inizia ad urlare "Rebecca? Rebecca è li sopra"
"Oh Dio," lo sussurra piano che a stento riesco a sentire la sua lieve voce."Oh Dio oh Dio."
Sembra aver paura che la sua reputazione da "ragazza sana" possa svanire così decido di prendere in mano la situazione;
"Non cercare di salvarmi! Sei salita fin qui per nulla!"
Mi avvicino al suo orecchio e le espongo cosa ho in mente:" Ecco cosa faremo.Voglio che lanci gli stivali sotto di te e che lentamente,con movimenti lenti e decisi, inizi a scendere lungo ingranaggi.Sono abbastanza doppi da darti quella giusta stabilità per scendere con la stessa calma con cui sei salita. Mi raccomando non vacillare e se dovesse accadere non andare in direzioni opposte ok?"
Rebecca inizia ad eseguire ciò che le ho appena detto, "Brava.Grande.Non guardare giù mi raccomando"
Dopo 10 minuti finalmente vedo che raggiunge il suolo e capisco che è arrivato il momento che scenda anche io.
Lentamente mi aggrappo agli ingranaggi e inizio ad eseguire gli stessi movimenti di Rebecca.
Sarebbe il momento giusto per cadere.Solo un passo falso e non ci sarà più nessun "Luke".Più nessun dolore. Più nulla.
Per un attimo riesco a sentirlo: il senso di pace mentale come se fossi già morto. Sono leggero e libero.Niente e nessuno mi spaventa.
All'improvviso una voce alle mie spalle dice, "Voglio che ti aggrappi agli ingranaggi e lentamente continui a scendere."
Sento tutte le sensazioni svanire, tanto velocemente da farmi pensare che forse quella di prima fosse una stupida idea.
Usciti dal campanile istintivamente urlo, "Grazie per avermi salvato,Rebecca. Non so cosa avrei fatto se non fossi intervenuta. Probabilmente sarei morto."
Nel mentre pronuncio quelle parole, il consulente della scuola passa affianco a noi e io non posso altro che pensare "Grande!"
Nel frattempo mi avvicino a Rebecca. Le sono così vicino da vedere la sua pelle liscia e pulita, i suoi occhi verde-grigio.Sono così grandi. Lei è carina e alta ma non tanto,con le curve al posto giusto che mi piacciono in una ragazza.
"Ero solo seduta la" risponde "Non sono salita per.."
"Lascia che ti chieda una cosa" la interrompo "pensi che ci sia qualcosa come una giornata perfetta?"
"cosa?" risponde
"Una giornata perfetta. Inizia e finisce.Nulla di terribile o triste oppure di ordinario accade. Pensi che sia possibile?"
"Non lo so."
"Ne hai mai avuta una?"
"No."
"Anche io non ne ho mai avuta una, ma spero di averla un giorno."
Sospira, "Grazie,Luke." Si avvicina ancora di più e mi bacia sulle guance, e posso sentire l'odore del suo shampoo, che mi ricorda quello dei fiori. Poi lentamente mi sussurra all'orecchio,"Se mai racconterai a qualcuno tutto ciò, ti uccideró." Prende i suoi stivaletti e corre via sotto la pioggia.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 06, 2018 ⏰

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