25) Il giorno del maiale

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Mi chiamo Edgar, vivo in un piccolo paesino sin da quando avevo 5 anni, e in ogni piccolo paesino c'è sempre un rituale, una saga, qualsiasi cosa rustica e casereccia viene mostrata ai turisti.

Nel mio paese, era tradizione preparare un meccanismo su una tavola, una grande composizione di ingranaggi in grado poi, di poter tagliare perfettamente in otto parti qualsiasi cosa.

Essendo un paese piccolo, avevano tutti una fattoria nel retro della casa. Così, si decise di tagliare l'animale che per primo sarebbe uscito dalla stalla di casa mia, poichè mio padre era il sindaco.

La mattina, andai ad aprire la porta, lasciandola socchiusa, ed il primo ad uscire fu Gillo, il maiale svezzato della fattoria.

Lo dissi a mio padre, lui lo comunicò al paese e stendemmo il maiale sul tavolino. Proprio mentre i paesani accorrevano a fiotti con i turisti, mio padre mi mise in mano una levetta, mi poggiò la mano sulla spalla, e io abbassai il meccanismo. Dopo circa cinque secondi, si udì un grugnito fortissimo, il sangue schizzò ovunque, ci fu come un'esplosione di luce. Quando potei riaprire gli occhi, vidi il maiale diviso perfettamente in otto parti, con la testa che si muoveva ancora lentamente.

Sono passati vent'anni, ora sono sposato, sono un macellaio, ho una moglie bellissima ed un figlio che per me è tutto ciò che ho di più caro.

La tradizione dell'uccisione del maiale non è finita, ma continua ancora oggi, e sono proprio io a portarla avanti.

Ultimamente però, sto trascurando mia moglie e mio figlio, sono entrambi molto arrabbiati con me, ieri sono arrivato a dare uno schiaffo al piccolo.

Voglio creare un meccanismo che possa stupefare tutti, che li possa fare ammaliare da ciò che sarò in grado di fare e di dimostrare.

Stanotte però non ho riposato bene, sarà per il caldo afoso, eppure non mi era mai capitato di dormire così male.

Doveva iniziare il tutto alle 08:00 del mattino, poi si sarebbe distribuito il maiale e si sarebbe mangiato.

Erano le 04:00. Andai in cortile, verificai brevemente il marchingegno, che era stato posto strategicamente al centro dell'aia, e stavo per rientrare quando ho sentito come un bisbiglio, un piccolo rumore, una nenia cantata da una voce a malapena udibile.

Spinsi la porta del cortile, e vidi una specie di alone umanoide, seduto per terra, che accarezzava il maiale, Voldy, e che cantava così:

"Dormi, dormi, bel maialino
Domani sarà il tuo gran giorno,
Nessun dolore sentirai,
In pubblico morirai.
Svuota con me il tuo gran dolore
Sono o non sono il tuo signore?
Dimmi ciò che devo sapere,
Non più ti contenere...
Si, lo so, piccolino...
Tu non vuoi morire,
Ma nell'aia poltrire.
Sta tranquillo,
Domani tu ti salverai,
Ma inutile al tuo carnefice sarai;
A lui periranno casa e culla,
Nessun conforto mai più avrà...
Ed all'inferno brucerà!...
Dormi, dormi, bel maialino...
Domani sarà il tuo gran giorno..."

Mentre quel misterioso essere cantava, Voldy grugnì, ed io scappai, sentendo alle mie spalle una risata sadica e malvagia...

Mi svegliai subito dopo grondante di sudore. Corsi fuori. Gli animali dormivano tranquilli. Solo Voldy era inquieto, come fosse a conoscenza del suo futuro...

Oggi è il grande giorno. La folla mi guarda entusiasta, desiderosa di vedere il sangue caldo colare dal corpo di Voldy.  Mia moglie e mio figlio mi affiancano.

Sto per premere la leva, quando un uomo vecchio mi interrompe. Ha l'aria di saperla lunga. Di conoscere il misterioso altro lato delle cose.

<<giovanotto, è meglio che la leva la abbassi suo figlio.>>

Forse avrei dovuto essere più cauto.

<<no, la leva la tiro io.>>

<<era la tua ultima possibilità, e te la sei giocata. Addio, ci rivedremo, prima o poi....>>.

Concluse con una risata malefica, ma non gli diedi peso alcuno.

Ora è il momento.

Abbasso la leva.

Una grande luce mi acceca.

Riapro gli occhi.

Voldy sta scappando, porta in groppa un alone umanoide.

Il sangue cola dappertutto.

La gente urla.

Molti svengono.

Guardo il mio grembiule.

Seguo le tracce di sangue.

Finiscono lì.

Proprio su due corpi, divisi perfettamente in otto parti.

Il sangue nelle mie vene smette di scorrere.

Sotto di me, i corpi inermi di mia moglie e di mio figlio.

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