I'm talking 'bout real and not pretend

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Ottobre 2013

Los Angeles, California

“Julie! Vieni un attimo” sento la mia migliore amica Rydel che mi chiama. Le lancio uno sguardo fulminante, sa che nell’intervallo di oggi volevo parlare con Kendal (il ragazzo più hfdsjhfkdla sul pianeta terra), ma se ha bisogno di me non mancherò quindi mi avvicino a lei.

 “So che devi parlare con…” alza gli occhi al cielo “…quello. Ma ti devo chiedere una cosa”

 Quello. Non le sta simpatico. Di solito abbiamo gusti simili ma su Kendal proprio no, lei non lo sopporta. Non avrà il carattere più bello del mondo ma basta guardare gli occhi di quel ragazzo per perdersi dentro l’oceano. “Quello ha un nome” dico infastidita “comunque dimmi, che mi devi chiedere?” rispondo e inizio ad andare verso il mio armadietto, che è proprio tra quello di Rydel e quello di suo fratello, Ross.

La ragazza mi segue come un cagnolino e si appoggia al suo armadietto.

“Un’altra insufficienza di francese” dice fissando il pavimento “mi devi aiutare, te vai bene di francese. Vieni da me dopo scuola, okay?” continua a tenere lo sguardo basso.

“ Certo amore. Se vuoi puoi venire te a casa mia, di sicuro è più tranquilla. Comunque non c’è da vergognarsi per francese! Quella non sa spiegare!” ridacchio e le accarezzo la guancia. Riesco a strapparle un sorriso.

“Hai ragione. Nono a casa mia è meglio, Rocky sa bene il francese, al massimo può darci una mano” fa spallucce.

“Stai mettendo in dubbio le mie capacità di insegnate di francese?” la accuso ridendo. Annuisce e vedo il suo sorriso arrivare da qua al Giappone.

Iniziamo ad incamminarci verso la mensa della scuola. Passiamo davanti alla nostra aula e vediamo la bidella spazzare via tutta la spazzatura che avevamo fatto finire per terra. Ci fermiamo un attimo a guardarla mentre prova a trattenere il vomito raccogliendo la roba che c’era sotto il banco di Jan, uno dei ragazzi più problematici e carini che io abbia mai visto. È simpatico solo che non sa mantenere le regole.

“Non la invidio” dico sottovoce e Rydel mi guarda.

“Pensa che sarà il tuo futuro” mi tira una gomitata e scoppia a ridere.

Quella risata mi ricordò del primo giorno in cui l’avevo vista. Era il primo giorno di liceo, nessuno conosceva nessuno nella prima classe. Ci avevano messe vicine di banco, seguendo l’ordine alfabetico per cognome. Eravamo tutte e due timide, di quelle che si facevano i cavoli loro durante le lezioni, ma avevo già capito che era una ragazza adorabile. Infatti avevamo passato anche tutto l’intervallo insieme, scoprendo il lato simpatico l’una dell’altra. E poi, alla fine della scuola, avevamo perso entrambe l’autobus e siamo dovute tornare a casa a piedi. Avevamo scoperto di abitare a pochi metri di distanza ed è stata la scoperta più bella che io abbia mai fatto.

“Se vuoi puoi anche andare da Kendal, è proprio li” mi dice Rydel facendo un cenno con la testa. Guardo e vedo una chioma scura e delle spalle larghe da dietro. “Ci parlerò domani, non fa niente” le sorrido e suoi occhi color nocciola si illuminano. Mi abbraccia e saltellando si va a sedere ad un tavolo, la raggiungo e tiriamo fuori il nostro pranzo. Teoricamente potremmo prendere da mangiare a scuola ma fa veramente tutto schifo quindi tutte e due ci portiamo il pranzo da casa.

La mia migliore amica tira fuori un panino ed una brioche e inizia ad assalire il povero panino. Io mi limito a fissare la sua brioche.

“Lo sai che ti voglio bene?” le dico con una faccia da cucciolo.

“Non ti darò mai la mia brioche” sorride e avvicina il sacchetto con quella delizia a se. La guardo con una faccia indignata e lei continua a sorridere soddisfatta.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 29, 2014 ⏰

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