Helia fin dall'età di 15 anni è stato etichettato come nerd.
Questa cosa non l'ha mai infastidito, però, ha un problema.
Vi starete chiedendo quale sia? Beh, la risposta è semplice: è un figo da paura.
Ha capelli corvini e occhi verdi, di solito usa gli occhiali, ma per andare a lezione mette le lenti a contatto. È alto e muscoloso, ha anche qualche tatuaggio sul petto e sulle braccia. La sua bellezza, però, ha attirato l'attenzione di qualcuno che non si sarebbe mai immaginato, infatti, la persona in questione è Sean il fratello minore della sua migliore amica.
Quella mattina Helia si alzò dal letto e dopo essersi fatto un bagno caldo si preparò per la nuova giornata di scuola. Si mise gli occhiali, mangiò qualcosa ed uscì di corsa, di solito avrebbe messo le lenti a contatto, ma quel giorno andava veramente di fretta: aveva un esame importante ed era in ritardo.
Sean uscì proprio in quel momento da un angolo correndo per raggiungere in tempo l'aula per la lezione di storia facendo cadere entrambi a terra.
Helia guardò chi gli fosse piombato sopra, ma notando che era Sean sorrise e gli domandò: «Ehi, piccoletto. Tutto bene?»
«Sì, Helia. Non sono un piccoletto» borbottò lui rimettendosi in piedi, per poi aggiungere con sguardo scettico: «Odio i tuoi occhiali»
«Lo so, ma per me lo sei» disse lui scompigliandogli leggermente i capelli, ignorando apertamente il suo commento sugli occhiali.
Sean guardò la mano del ragazzo e vedendo un brutto taglio la prese tra le sue, recuperò un fazzoletto dalla tasca dei jeans e lo legò intorno alla ferita, cercando di creare una specie di fasciatura: «Mi dispiace, ma possiamo vederci più tardi? Vorrei parlarti di una cosa importante»
«Certamente» rispose lui tranquillamente.
Il ragazzo corse via e Helia lo osservò sorridendo, era davvero bellissimo nonostante fosse più piccolo di lui.
Sean aveva capelli dorati e occhi azzurri, non era molto muscoloso, ma aveva del potenziale e se continuava ad allenarsi come stava facendo non l'avrebbero scartato di certo.
Accorgendosi dell'orario grazie al suono della campanella corse alla velocità della luce in classe arrivando, per sua fortuna, poco prima del professore.
L'esame fu complicato, di solito non aveva difficoltà in questo genere di cose, ma la sua mente in quel momento era altrove, infatti, era concentrata sulle varie possibilità delle parole che Sean gli avrebbe rivolto una volta che si fossero incontrati per parlare. Al suono della campanella che segnava la fine del tempo per l'esame sospirò e consegnò il foglio al professore, adesso doveva solo seguire le altre ore di lezione.
Il tempo piuttosto rapido così Helia portò la borsa in camera, andò poi in infermeria per farsi medicare la mano che non aveva smesso un attimo di sanguinare ed una volta lasciata la stanza andò in mensa incontrando per caso Sean.
«Ehi, Sean» lo chiamò lui sorridendogli.
«Helia, hai tempo adesso per parlare?» chiese lui torturandosi le dita.
Il ragazzo gli posò una mano tra i capelli: «Andiamo puoi dirmi tutto quello che vuoi» si avvicinarono al banco della mensa e presero qualcosa per poi andare a mangiare ad un tavolo appartato.
Per diversi minuti rimasero in silenzio, ma poco dopo Sean prese coraggio: «L'ho sempre tenuto nascosto, però, mi sono innamorato di te» un alone rosato gli colorò il volto.
Helia che non ne era per niente sorpreso posò la bottiglietta che aveva in mano e gli sorrise: «Sai avrei voluto aspettare, ma provo la stessa cosa per te. Solo che non volevo importi qualcosa che forse ti avrebbe messo solo a disagio e in imbarazzo»
«Possiamo stare insieme allora?» chiese speranzoso il ragazzo biondo.
«Certamente, sempre se tua sorella non mi uccide» rispose lui facendo ridere Sean che si rilassò lasciando scivolare via l'ansia per quella risposta tanto attesa.
Helia, si guardò intorno e vedendo troppa gente attorno a loro, posò alcune cose sul tavolo liberando il vassoio e coprendosi con esso si sporse in avanti posando un dolce bacio sulle labbra del ragazzo davanti a lui. Avendo preso posto ad un tavolo in cui un lato dava sul muro, usò il vassoio per ritagliarsi un po' di privacy e per tenere solo per loro quell'attimo di tenerezza.
Quel magico momento, però, fu spezzato dal suono della campanella e furono costretti a separarsi: «Ti aspetto in camera per studiare anatomia» Sean annuì e usciti dalla mensa si separarono per riprendere le lezioni pomeridiane che avevano in programma.