Can't live without you

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"Uff..."

Sakura si stiracchiò, tirando su le braccia e facendo forza col busto, piegandosi all'indietro sulla poltrona che la ospitava anche quella sera. 

Decine e decine di fogli adornavano quella disordinata scrivania che, da qualche settimana ormai, era diventata spettatrice di sbuffi, lamenti stressati e caffè rovesciati in preda alla disperazione. 
Richieste di approvazione, controlli dei terreni, curriculum di ninja medici. Ogni pila corrispondeva ad una categoria, ma a volte cadevano, e la rosa passava parecchio tempo a raccogliere tutto e riorganizzare. 

Sì alzò, non trattenendo un lamento stizzito, e si sgranchì le gambe prima di raggiungere la cucina e versarsi un po' di the verde in una tazza. 

Aprire un ospedale pareva decisamente più difficile del previsto. Certo, l'aiuto di Ino era fondamentale e pure sua madre andava di tanto in tanto a farle compagnia, ma il lavoro grosso lo aveva lei sotto mano, e sembrava interminabile. 

Cominciò a sorseggiare la bevanda, ormai tiepida, e si diresse nuovamente verso il punto di partenza.
Fu solo quando la sua mente ebbe un attimo di silenzio che udì del flebile ticchettio contro il vetro della finestra della stanza. La spalancò, restò un paio di secondi a fissare il cielo e poi si passò la mano nei capelli.

"Di male in peggio, insomma..."

La pioggia aveva cominciato a battere incessantemente, probabilmente da una buona mezz'ora. La strada sottostante era completamente bagnata, illuminata solo dalla fioca luce di un lampione.

Questo voleva dire solo una cosa, per Sakura: il falco di Sasuke non poteva viaggiare. Se era in viaggio, si era sicuramente rifugiato da qualche parte e sarebbe ripartito la mattina dopo. 

L'Uchiha le aveva promesso, nella precedente lettera, che si sarebbe fatto sentire presto, questione di qualche giorno.
Solitamente era puntuale come un orologio svizzero, quando diceva "qualche giorno" erano dai 3 ai 5 (in base a dove si trovava ed alla lunghezza del viaggio che il falco doveva percorrere), ma stranamente ne erano già passati 6 e ancora non aveva ricevuto alcuna notizia.

Ogni sera, dopo aver svolto parte del lavoro, si affacciava alla finestra con una tazza di the in mano e guardava il cielo stellato, nella vana attesa di vedere l'animale alato volare verso di lei, seppur sapesse bene quanto la visione fosse un'utopia, dato che questo si spostava solo di giorno.
Ma la speranza era l'ultima a morire, no? E una boccata di aria fresca era sempre gradita e salutare.

Il suo sguardo si posò sulle gocce che cadevano, inesorabili, e scese con esse fino all'asfalto. Lì notò ch'era apparsa, dal nulla, una silhouette nera proprio sotto al lampione, di un ragazzo coperto da un mantello ed un cappuccio che stava immobile sotto la pioggia. La ragazza rimase a fissarlo una quindicina di secondi, senza carburare veramente un pensiero. Poi il tizio alzò la testa e la guardò, e solo allora Sakura ebbe un sussulto, un peso le si formò sul petto e il viso le si arrossì.
"Oddio, Sasuke-kun?!"
Lasciò la tazza sulla scrivania e corse in fretta al piano di sotto, andando ad aprire la porta per accogliere il ragazzo in casa. 

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"Tieni questo, usalo per asciugarti. Ma cosa ci facevi sotto alla pioggia, sei scemo? Ti vuoi ammalare?"
"Beh, tanto tu mi cureresti, no?"

La kunoichi divenne rossa in viso, senza poter veramente controbattere, e gli lanciò l'asciugamano addosso con fare stizzito.
"Non farlo più!"
Sasuke cominciò a ridere, mentre si asciugava la faccia.
Vedere Sakura così preoccupata lo aveva sempre fatto sentire bene, lo aveva fatto sentire amato. Anche quando non voleva. E stava lentamente capendo che il viso imbronciato della rosa, la sua voce e le sue piccole attenzioni gli mancavano terribilmente.
Tutto ciò lo spaventava, in fondo, perché non aveva mai provato il batticuore, e soprattutto non aveva mai sentito il bisogno di nascondere il viso dall'imbarazzo come stava facendo in quel momento con quell'asciugamano.
Ma non poteva negare a sé stesso che si sentiva bene, quella sera e tutte le volte che si era trovato con lei dopo la fine di quella guerra che gli era costata il braccio sinistro. 

Can't live without youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora