Jane

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"Iniziò tutto in quel periodo..."

"A domani allora, Jane!" disse Mary alla sua amica, nel momento in cui le due, dopo un'intensa giornata scolastica, si separavano per tornare ognuna a casa propria. Jane Stoke era una ragazza di quindici anni, capelli e occhi castani, una voce che poteva essere definita melodiosa; era una ragazza molto simpatica e sempre disposta ad aiutare gli altri, quando possibile. La sua amica, Mary Bresh, somigliava in tutto e per tutto a Jane, tanto che venivano spesso scambiate per sorelle. L'unica differenza tra le due era l'età: la prima, come detto, aveva quindici anni, mentre la seconda diciannove. Ma ciò non impediva alle due di essere amiche. Le due ragazze trascorrevano gran parte della giornata al telefono parlando di ciò che era accaduto durante la giornata e di ciò che avrebbero fatto il giorno dopo. Un argomento in particolare spiccava in quel periodo: un ragazzo nella classe di Jane aveva provato a parlare con lei giorni prima, ma lei, troppo distratta da un discorso con le sue amiche, non se ne era resa conto, e lo aveva trascurato. Data la personalità molto gentile e altruista di Jane, quest'ultima si era sentita in colpa e discuteva con Mary su come avvicinarsi a lui e farsi perdonare, problema che trovò finalmente soluzione quel giorno.

La mattina seguente Jane, entrata in classe, si diresse dal ragazzo in questione, che sedeva all'ultimo banco, nell'angolo quasi nascosto della classe. Il suo nome era Jake Thed, capelli neri, occhi scuri, la sua faccia non lasciava trasparire alcuna emozione, mentre le braccia erano ricolme di lividi e graffi, causati dai maltrattamenti che egli subiva dai compagni. Era un tipo solitario, ma non perché avesse scelto di esserlo: egli veniva bullizzato dai compagni di classe, che gli avevano affibiato una lista infinita di nomignoli, tra cui "rifiuto umano", "errore" e molti altri. Ma questo a Jane non importava, anzi, era un motivo in più per farsi avanti e provare ad aiutarlo.

"Hey" disse la ragazza appoggiandosi al banco del compagno di classe "Scusa se l'altra volta non ti ho risposto è che.." non fece in tempo a finire la frase che Jake, accennando un sorriso, le rispose "Tranquilla, non c'è bisogno di scusarsi. E poi, sono passati venti giorni, pensavo te ne fossi dimenticata" concluse ridacchiando il ragazzo. "Ah no, è che... Hey senti, ti piace l'horror, vero?" tagliò corto Jane cercando di trattenere l'imbarazzo. Il suo nuovo amico annuì, e subito la ragazza gli propose di entrare nel suo gruppo composto da ragazzi e ragazze appassionati del genere. Jake inizialmente esitò un po' ad accettare la proposta, pensando di poter essere di disturbo al gruppo, ma alla fine acconsentì. I due rimasero a parlare fino al suono della campanella che segnava l'inizio della prima ora, la prima delle sei lunghe ore di lezione, alla fine delle quali i due si sarebbero incontrati con tutto il gruppo nel bosco che si trovava dietro la scuola.

Quando il suono dell'ultima campanella rimbombò per tutta la scuola, i due si diressero al punto di incontro, dove trovarono tutti i componenti già lì ad aspettarli. Alcuni erano seduti su tronchi di alberi tagliati, altri camminavano in tondo per ammazzare il tempo, mentre altri erano addirittura arrampicati sui rami degli alberi ancora in piedi. Tutti si presentarono al nuovo arrivato e gli diedero il benvenuto. Il gruppo al completo era composto da quattro ragazzi e da cinque ragazze: Jack, Al, Mark, Jake, Melanie, Jessica, Elisabeth, Jane e Mary. Tutti, a parte Mary, avevano quindici anni, ma frequentavano classi diverse, quindi nessuno poteva conoscere le voci che giravano nella classe di Jake sul suo conto. Quest'ultimo non rimase in disparte come era solito faer in classe, ma prese attivamente parte a gran parte dei discorsi che ebbero luogo quel giorno, facendo anche scappare qualche risata ai suoi nuovi amici. Verso le sei, quando il gruppo iniziò a prepararsi per tornare a casa, Jake decise di invitare tutti al suo compleanno, che sarebbe stato a un mese esatto da quel giorno. Tutti accettarono l'invito e si diressero verso casa, dandosi appuntamento al giorno seguente. Jane arrivata a casa si sdraiò sul letto, chiuse gli occhi e spalancò un sorriso, soddisfatta del suo operato: era riuscita a far sentire a suo agio un ragazzo che viene sempre trattato male, e nello stesso giorno era anche riuscita a vederlo ridere e scherzare in gruppo. Con questi pensieri che riempivano la sua mente come gocce d'acqua riempiono il mare che con il suo dolce ondeggiare culla i pesci, Jane cadde nel sonno, con ancora il suo bellissimo sorriso stampato sul volto.

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