CAPITOLO 1
Thor e Loki avevano deciso di fare una passeggiata a cavallo per i boschi che circondavano Asgard.
Volevano stare da soli, non avevano mai il tempo di farlo e quella era la loro occasione.
Si erano rilassati così tanto da non accorgersi di essere seguiti.
Quella distrazione li portò ad uno scontro che vinsero a fatica.
Loki, però, per proteggere il fratello fu colpito da una sfera di luce argentea, cercò in tutti i modi di contrastarne il potere ed alla fine quando quella magia si dissolse, sotto gli occhi di un impotente Thor, il ragazzo dai capelli corvini era tornato bambino, ma con una differenza: aveva orecchie e coda da gatto.
Thor una volta che si fu ripreso dallo shock iniziale gli s'avvicinò posandogli con dolcezza una mano tra i capelli inginocchiandosi davanti a lui: «Su, fratello. Torniamo a casa. Troverò un modo per aiutarti» il bambino annuì e gli salì sulla schiena tenendosi stretto.
A quel gesto il Dio del Tuono sorrise e rialzatosi tenne stretto il fratello per non farlo cadere e tornò al palazzo, ma notò quasi subito che lui si era addormentato.
Senza parlare con nessuno portò Loki nelle sue stanze e lo mise a letto attendendo pazientemente il suo risveglio.
Alcune ore dopo Loki si svegliò e mettendosi seduto tra le coperte borbottò: «Dove sono? Cos'è successo?»
«Sei nella mia stanza» disse Thor attirando la sua attenzione mentre si medicava le ferite.
«Cosa ti sei fatto?» chiese osservando quelle ferite.
Thor a quella domanda rispose: «Niente di grave. Tu stai bene, Loki?» il bambino annuì e gli s'avvicinò prendendo l'unguento dalle sue mani passandolo lui stesso sulle varie ferite del fratello.
Quel gesto sorprese un po' il Dio del Tuono, ma lo lasciò fare e solo per curiosità toccò le nuove orecchie di Loki. Il ragazzo dai capelli corvini scosse l'orecchio spostandolo dalla mano di Thor che sorrise intenerito.
Loki applicò delle bende sulle ferite coprendole attentamente.
Terminato quel piccolo lavoretto disse: «Thor, ho fame»
«Andiamo a mangiare...» rispose lui prendendolo in braccio senza farsi troppi problemi.
I due raggiunsero la sala dove avrebbero pranzato trovando Odino e Frigga che parlavano tra di loro, ma si zittirono vedendoli entrare.
Loki saltò sulla sedia sedendocisi soddisfatto.
Thor lo raggiunse poco dopo sorridendogli ed iniziarono a mangiare.
Lo sguardo di Odino e Frigga su di lui lo misero a disaggio tanto che abbassò le orecchie smettendo di mangiare.
Il Dio del Tuono notando la cosa si tolse il mantello e glielo mise sopra in modo che ci si nascondesse sotto celandosi allo sguardo dei genitori.
Loki si nascose sotto il mantello del fratello riprendendo a mangiare.
Thor senza pensarci troppo gli accarezzò la mano sorridendogli rassicurante per poi rivolgersi alla madre: «Madre, non so come aiutare Loki. Ci hanno attaccato all'improvviso e lui per bloccare un incantesimo si è ritrovato ad essere un bambino con orecchie e coda da gatto»
«Cercherò tra i libri qualcosa per sciogliere l'incantesimo. Occupati di lui fino a quando non sarò in grado di aiutarlo» disse Frigga tranquillamente.
«Thor, ha altro da fare che badare al fratello» disse Odino.
«Invece io starò con Loki. Sono stanco di seguire le tue direttive, Padre» rispose il Dio del Tuono andando contro il Padre.
Quelle parole sorpresero Odino che rimase senza parole.
Thor e Loki terminarono di mangiare poco dopo.
Il bambino si aggrappò al polso del fratello che posò lo sguardo su di lui prendendolo in braccio posandogli un bacio sulla fronte: «Cosa vorresti fare?»
«Giocare!» esclamò lui felice.
«Allora dovremmo inventarci qualcosa» disse il Dio del Tuono.
I due uscirono in giardino e Loki scese dalle braccia del fratello si mise a correre tra i fiori.
Thor l'osservò sorridendo per poi raggiungerlo.
Il bambino domato dall'istinto del gatto cercò di acchiappare alcune farfalle, per osservarlo meglio il Dio del Tuono si accomodò sotto un albero godendosi il vento fresco che soffiava portando con sé il profumo dei fiori che li circondavano.
Per diversi minuti Loki giocò tra i fiori, ma alla fine tornò da Thor e si fece strada tra le sue gambe andandosi ad appoggiare al suo petto. Il Dio del Tuono assecondò i suoi movimenti e gli avvolse i fianchi con le braccia: «Ti sei divertito, gattino?»
«Non sono un gattino!» esclamò lui indispettito.
«A no? Allora queste orecchie non sono le tue?» chiese lui solleticandole tra le dita.
Loki s'irrigidì allontanandosi da lui di poco, ma Thor gli sorrise e lui si accoccolò nuovamente al suo petto, per il resto del pomeriggio rimasero a godersi il calore del sole ed alla fine, per ora di cena, tornarono alla sala dove avevano pranzato.
Odino vedendo Thor tenere in braccio Loki ringhiò il suo disappunto: «Mettilo giù!»
«No, Padre!» rispose lui risoluto.
S'accomodarono a tavola ed iniziarono a cenare.
Odino ogni tanto tentava di protestare, ma lo sguardo della moglie lo metteva in soggezione, sapeva bene che non doveva farla arrabbiare o si sarebbe fatto male. Al termine della cena Loki si lasciò prendere in braccio da Thor e durante il tragitto fino alla stanza di quest'ultimo s'addormentò.
Thor con delicatezza lo posò tra le coperte e recuperò dall'armadio una maglietta. Spogliò il piccolo Loki mettendogli sopra quella maglietta che aveva preso e solo dopo essersi cambiato lui stesso andò a dormire stringendo a sé il fratello.
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Il cuore del piccolo Loki
FanfictionThor e Loki avevano deciso di fare una passeggiata a cavallo per i boschi che circondavano Asgard. Volevano stare da soli, non avevano mai il tempo di farlo e quella era la loro occasione.