Le domande della morte

La morte

Il mondo era finito da oramai tre settimane. O forse erano mesi? Strano a dirsi dato che ci si limitava all'esistenza in quella strana stanza.
La camera era sviluppata in modo che non ci fossero angoli; una specie di sfera dal pavimento piatto, con una botola dotata di scala al centro che si affacciava al piano inferiore. Anche dalle piccole fessure filtrava, di tanto in tanto, un piccolo raggio di luce dalle origini ignote.
Era da tanto che aspettava limitandosi ad esistere e aveva troppe domande per aspettare altro tempo. Decise quindi di morire. Di nuovo. Il suo nome era Critone e lui era un'angelo.
In quel mondo tutto era diverso, persino le leggi riguardanti la vita e la morte. Ogni volta che si moriva si poteva avere la risposta ad una qualsiasi domanda, in cambio di alcuni "lavoretti". Questi incarichi, se si era molto sfortunati, potevano durare un millennio, e, nella peggiore delle ipotesi, si finiva nel mondo degli umani: una terra che era luogo e fonte di terribili sofferenze per tutti gli angeli e i demoni, una specie di ancora a qualcosa che collegava le creature divine a qualcosa di impuro, sporco, completo a metà.
Scontata la pena (o incarico) si veniva richiamati e teletrasportati nel luogo ideale per l'essere in questione. Se esso era un'angelo nelle Terre Leggendarie e se un demone nelle Lande d'Yggdrasil. Vi era però un'altra categoria definita "li mortalites" conosciuti anche come umani; loro, una volta finito il ciclo della vita avevano tre opzioni: diventare angelo, ricordandosi della propria vita, diventare demone, per poi reincarnarsi in umano con la memoria completamente eliminata, o cessare di esistere. Però le anime, se sceglievano di cessare di esistere potevano decidere di divider il proprio spirito creandone altri completamente nuovi.
Iniziò così a danneggiarsi da solo tramite pugni, schiaffi, morsi e tagli. Morì dopo qualche giorno per dissanguamento.
'La tua domanda' disse una voce dalle origini sconosciute.
'Allora...' biascicó l'angelo