CAPITOLO 1Alex era seduta a capotavola con una coperta adagiata sopra le gambe incrociate, teneva le braccia conserte e aveva le mani fredde come ghiaccioli; sua madre era in piedi dietro di lei e si accingeva a intrecciarle i lunghi capelli corvini. Indossavano entrambe felpe pesanti: nel nella sala dei pasti faceva sempre molto freddo.
Quello era un giorno speciale: era il settimo compleanno della bambina. Anche se, per come era cominciata la giornata, non si prospettava essere uno dei suoi migliori compleanni. Per l'occasione aveva sostituito i pantaloni lisi con un'incantevole gonnellina lilla morbida come un batuffolo di cotone.
Come accadeva già da tempo, Alex, che era in continua ricerca di avventure, aveva chiesto alla madre come mai nessuno avesse ancora tentato di uscire da quel Bunker freddo e male illuminato dalle poche luci presenti nella maggior parte dei corridoi e delle stanze, per rivedere la luce del sole o semplicemente per capire se la terra fosse ancora abitabile. La madre, che trovava stupido anche solo il parlarne lasciava sempre cadere l'argomento, ma la figlia non si dava per vinta: stava crescendo e la sua curiosità cresceva con lei. In più aveva adottato una tecnica particolarmente insopportabile: ogni volta che le due si trovavano nella stessa stanza, Alex tirava fuori l'argomento, contando sul fatto che la madre presto o tardi si sarebbe scocciata e le avrebbe risposto. In effetti aveva ragione. Stufa delle continue domande della figlia, Clelia aveva deciso di parlarle del 'Patto'. Lo stesso che le era stato proposto da sua madre. In effetti, non lo avevano consigliato solo a lei, ma anche alle molte altre persone che desideravano andarsene di lì.
"E va bene! Hai vinto! Proponiamo questo accordo a chiunque voglia uscire dal bunker, ma ti avverto che non sarà affatto facile, lo chiamiamo Il Patto. Non credo che tu ne abbia mai sentito parlare. Finora nessuno è riuscito a portarlo a compimento. Anche io ci ho provato, ma è stata tutta fatica sprecata. " Cominciò Clelia, ma fu subito interrotta dalla figlia . "Aspetta un attimo. Se anche a te è stato proposto Il Patto vuol dire che un tempo, almeno per un po' anche tu saresti voluta andare fuori. O eri solo curiosa di sapere di che si trattava? Beh io di sicuro lo sono. Avanti racconta!"
"Tanto per cominciare anche io un tempo sarei voluta uscire di qui ma ero decisamente meno insistente di te. Tua nonna mi parlò del Patto e io accettai. Ma non è di me che stiamo parlando. Da qualche parte nel Bunker c'è una stanza che apparteneva alla Munlat che come ben sai è la tua bis bis bis nonna. Sono stati lei e il fratello a far costruire questa città sotterranea, che noi chiamiamo più comunemente Bunker. Alcuni credono che la stanza sia solo una leggenda dal momento che nessuno l'ha mai trovata. Il Patto dice che chiunque sia in grado di trovare la stanza avrà diritto ad un addestramento adeguato per sopravvivere nel caso decidesse di uscire di qui. Chi invece si arrende, come ho fatto io e tutti gli altri che ci hanno provato finora, non potrà mai più nemmeno parlare di andare fuori se non ai figli. Che ne dici? Accetti?"
"Certo che accetto! Non mi lascerei di certo sfuggire un'occasione d'oro come questa, ma... ho un'altra domanda. Se trovassi la stanza con l'aiuto di Julian varrebbe lo stesso? Ma soprattutto, potrebbe essere addestrato anche lui e avere il permesso di uscire dal Bunker insieme a me? Sempre se lui è d'accordo." Domandò Alex alla madre con una punta di speranza nella voce."Nessuno ha mai cercato la stanza in coppia con qualcuno prima d'ora. Metteremo la cosa ai voti. Anche se temo che sarà un po' inutile dal momento che se il responso sarà un no voi due fareste comunque di testa vostra cercando la Nulim assieme. Quindi tanto vale dirti che avete carta bianca, almeno da parte mia. Va a parlare con Julian, voteremo a pranzo, ma prima parlerò con i suoi. Non vorrei che non fossero d'accordo." Le rispose con calma Clelia: si aspettava quella domanda.
"Quando possiamo cominciare a cercare?" chiese Alex mangiandosi le parole per l'emozione e voltandosi per guardare la madre dritta negli occhi. Non appena aveva cominciato a parlarle del Patto era stata percorsa da un brivido, ma questa volta non era dovuto al freddo. Si sentiva carica di energia.
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occhi di ghiaccio
Fantasysono passati circa tre secoli dalla guerra termonucleare e la famiglia di Alex vive in un bunker sotterraneo enorme. Sarà Alex la prima a rivedere la luce del sole dopo parecchi secoli di reclusione.