L'Inquilino

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E’ buio, troppo buio per vedere, ma riesco a sentirlo mentre entra la stanza di nuovo. Lo sentite? Come respira pesantemente, il fiato che muove la polvere nell’aria.

Sono passate quattro notti da quando hanno invaso la mia casa, queste persone rumorose e insulse e  vive. Ho atteso pazientemente che se ne andassero, come hanno fatto molti altri prima di loro, spaventati dagli scricchiolii delle mura e dalle ombre che scivolano negli angoli. Questi però, questi esseri innaturali, sembrano non essere toccati dai lamenti di quest’antica e divina casa. Vanno e vengono come se fosse loro diritto, come se fossero degni di calpestare queste assi sacre.

Lo farò questa sera. Trascinerò nel buio anche loro, prima che sia troppo tardi. D’altronde, questo luogo è stato fondato sul sangue ed è sul sangue che persevererà.

Io sono qui da decenni, secoli, millenni. Sono qui da quando questa terra era solo erba e fango, insetti striscianti e pioggia perenne. Ricordo un tempo in cui gli uomini ci temevano, offrivano sacrifici in nostro onore e noi crescevamo. Fiorivamo come rose in primavera, come anime nere, maligne e con così tanta, deliziosa oscurità.

La nostra, tuttavia, non fu un’era destinata a durare. Non passò molto prima che gli umani cominciassero a venerare altre divinità… quelle che offrivano promesse di vita e luce, di salvezza e di pace eterna.  Sciocchi. Ingenui. L’unica cosa certa nella loro miserabile e patetica esistenza è la morte. La caduta nelle tenebre. Non vi è possibilità diversa.

A causa del loro rinnego di questo destino, nell’attesa siamo costretti a frugare, a raccogliere tra i rifiuti del poco che ci viene presentato. Raduniamo gli scarti, come farebbero i topi di fogna con le briciole nella sudicia acqua piovana. Questa casa ha collezionato così tante anime nel passare del tempo, viaggiatori, mendicanti, drogati, anime corrotte dai tempi moderni e dal desiderio, dalla brama. Io lo so bene, sono colui che le raccoglie.

Come farò questa sera. Potete guardare se volete, osservate attentamente il potere e la sensualità della morte. Guardate con attenzione, potrebbe essere l’ultima volta che vi capita di vedere uno spettacolo simile.

Lei lo sta raggiungendo, sento i tacchi cadere pesantemente sul legno. Questa donna che non è sua moglie. Sua moglie è a casa, a mettere a letto i bambini, ignara del tradimento di colui che ha promesso di amare e rispettare, finché morte non li separi.

Dal mio angolo riuscirò e raggiungere il letto, mi muoverò tra le fessure, scivolerò sul montante del letto e poi… poi arriverà la parte migliore. 

Sento cigolare le molle del materasso. E’ giunto il momento. Trattenete il fiato.

 Presto, molto presto, avremo nuovi arrivi tra i nostri ranghi.

 

 

 

 

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