Prologo

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Si lo so raga, avrei dovuto pubblicare l'altra xreader che avevate votato nel mio altro libro, ma mi sono accorta che non mi venivano in mente idee carine per portare avanti la storia quindi...niente, scusate ancora e spero vi piaccia ugualmente questa <33

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(Tn)'s pov

Nove anni prima

«oggi ti porto al parco, ma devi ricordarti che adesso hai sei anni e che tra poco inizieremo ad allenare il tuo quirk per diventare un hero proprio come mamma e papà!» ripeté mia madre per la milionesima volta.

Io, piccola com'ero, la trovavo una cosa fighissima e non vedevo l'ora di cominciare.

Sviluppai il mio quirk all'età di quattro anni e mezzo, un quirk combinato.

Andammo a piedi, il parco era vicino casa. Mia madre mi stava dietro mentre io saltellavo qua e là per la strada di ciottoli.

Arrivammo e lei si sedette su una panchina lasciandomi libera di giocare a patto di rimanere nelle vicinanze.

Mentre facevo un giro di esplorazione, sentii da dietro dei cespugli degli strani rumori; come di petardi che esplodevano a ripetizione e bambini che se la ridevano.

Curiosa andai a vedere, ritrovandomi tre ragazzini capitanati da un bambino biondo e con i capelli tutti arruffati mentre prendevano in giro un bimbo piccolo e paffutello dagli strani capelli verdognoli.

Mi avvicinai cercando di non dare nell'occhio ma uno di loro mi vide scuotendo il bambino biondo.

«EHI TU CHE VUOI» mi urlò contro, il ragazzino a terra approfittò per darsela a gambe con le lacrime agli occhi «EHI KATSUKI SE N'È ANDATO» uno degli altri bambini lo avvertì e quello sembrò arrabbiarsi ancora di più.

Nonostante fossi piccola, cercai di mostrarmi tranquilla anche se ero molto intimidita.

«CHE ASPETTATE SCEMI CORRETE A PRENDERLO» gli ordinò con arroganza.

Quelli corsero subito per riacciuffare il bambino che era scappato.

«e tu che vuoi mh?!» mi guardò infuriato «niente niente...» guardai in basso non sapendo cosa rispondere, notando poi una sbucciatura sul suo ginocchio da cui usciva del sangue.

«ehi...ti sei fatto male lì» gli dissi indicando la ferita «lo so e quindi?! Che vuoi insomma!» si avvicinò pericolosamente, così dissi in modo innocente «la mia mamma ha dei cerotti, vieni» lo presi per un braccio cercando di trascinarlo.

«MA CHE FAI LASCIAMI» tirò via il braccio rilasciando delle piccole esplosioni dalle mani, io balzai indietro impaurita, ma non mollai.

Lo afferrai per bene trascinandolo «se non ci metti un cerotto ti farà più male poi» dissi mentre lo portavo da mia madre. Sentii sonori sbuffi provenire dalla sua bocca.

«mamma mamma!» richiamai la sua attenzione «che c'è (t/n)? Chi è lui?» chiese facendo balzare lo sguardo da me al bimbo biondo che tenevo per un braccio «è un mio amico e si è fatto male lì» a quella frase vidi il biondino arrossire leggermente.

Sussurrò un «non sono tuo amico» tutto imbarazzato mentre la mamma gli sistemava il cerotto azzurro con i pesciolini sul ginocchio.

«ehm...grazie signora» disse grattandosi il retro della testa «su ora tornate a giocare, tra poco io e (t/n) dobbiamo tornare a casa» disse per poi tornare a guardare il telefono.

Don't Ask Me Why |Bakugou KatsukixReader|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora