I suoi occhi erano sempre stati il mio punto debole.
Erano così intensi da lasciarmi senza fiato ogni volta che li guardavo.
Mi ci perdevo dentro.
Dietro i suoi profondi occhi marroni si nascondevano le sue paure più grandi, i demoni che da anni lo distruggevano.
Ho amato quegli occhi.
Ho amato quegli occhi dalla prima volta che ho incrociato il suo sguardo.
E ho continuato ad amarli, e probabilmente, ancora ne sono innamorata.Era il 12 giugno ed ero al parco con le mie amiche. Erano circa le 10 di sera e come sempre ci stavo bevendo una birra.
Non mi sentivo molto bene quelle sera, ero stanca, delusa, arrabbiata, insomma mi ero appena lasciata con il mio ex. Eravamo stati insieme un mese me era stato veramente bello. Ma quello non era il periodo adatto per me per avere una relazione. D'altronde i miei stavano divorziando e ogni sera litigavano.
Comunque, quella sera, fu la prima volta che lo vidi dopo anni.
Era un ragazzo del mio quartiere e da piccola quando camminavo per le strade mi capitava di incontrarlo e non smettevamo mai di fissarci.
Quella sera mi chiese se mi ricordavo di di lui. Era ovvio che me ne ricordassi. Era stato nei miei pensieri per molto tempo e avevo sempre fantasticato su che tipo di ragazzo fosse.
Vederlo lì quella sera suscitò in me una serie di emozioni forti e in quel momento inspiegabili.
Quella sera non parlammo più ma lo rividi un paio di giorni dopo. Eravamo al parco come sempre, oramai era un posto fisso per noi. Le mie amiche ed io ci stavamo fumando una sigaretta quando arrivò con la sua camminata da strafottente, la sigaretta in bocca, la cassa per musica altissima e i capelli spettinati. Salutò tutte noi velocemente e andò dal suo gruppo che si trovava poco distante da noi. Quella sera non gli avevo mai tolto gli occhi di dosso, mi incuriosiva da morire e sparavo di poter sapere che tipo di ragazzo fosse, di conoscerlo.
A metà serata, verso le 23:30 mi accorsi che stava litigando con un suo amico e 10 minuti dopo si avvicinò a noi. Quella sera parlammo del suo gruppo e del fatto che non li sopportasse più.
Cominciò a parlare e nonostante quella sera fossi davvero scossa per una litigata abbastanza violenta dei miei genitori lo ascoltai. La sua voce era roca e dolce ma sempre con un pizzico di ironia.
Verso mezzanotte decisi di chiamare mia madre per farmi venire a prendere dato che il parco non era nel mio quartiere ma in un quartiere più lontano.
Prima di andare però le cose non andarono come avevo sperato.
Ero solita soffrire di attacchi di panico improvvisi: il respiro mi si bloccava in gola, gli occhi mi si appannavano e non riuscivo a respirare, sentivo solo una forte stretta allo stomaco e pensavo a quel giorno. Il giorno in cui tutto cambiò.
Quella era il mio pensiero fisso durante un attacco di panico ed era probabilmente anche il motivo per il quale avevo iniziato ad averli.
Comunque, mi accasciai a terra dopo essermi allontanata. Il quel momento arrivò il mio ex che appena mi vide a terra abbracciata alla mia migliore amica, con il respiro affannato, le lacrime che solcavano le mia guance e lo sguardo persi, corse da me. Mi abbracciò e quando mi calmai e gli dissi che mi sentivo meglio decise di andare. Anche io decisi di andare e chiesi alla mia amica di accompagnarmi fino alla macchina ma prima di andare decisi di salutare un po' tutti e quando il mio sguardo fini su di lui mi resi conto di essere fottuta.
Aveva guardato tutta la scena e per un paio di minuti decise di non abbandonare il mio sguardo. Tutti ci stavano guardando ma a me non importava. Continuavo a sostenere il suo sguardo fino a quando mimò un "ciao" e io mi girai per andarmene.
Durante il tragitto fino alla macchina la mia amica non smise di chiedermi cosa significasse quello sguardo e chiedermi cosa volesse lui da me. Rimasi zitta tutto il tempo fino a quando non arrivai davanti alla macchina. D'altronde non lo sapevo nemmeno io.