Berenice si era lasciata andare. Aveva lasciato andare ogni convinzione, ogni convenzione, ogni pensiero. Aveva capito che era inutile lottare contro un destino che non le voleva bene, che era inutile farsi problemi, che era inutile cercare di concentrarsi sul dolore che provava. Nulla avrebbe riportato in vita Maria, nulla avrebbe messo fino a quella mancanza, nulla avrebbe cambiato le cose, nulla le avrebbe permesso di riaverla indietro, nemmeno trovare il colpevole. Non c'era modo per lei, né per Andrea, di ritrovare la pace e la serenità in cui avevano vissuto negli ultimi anni. Non c'era un modo per avere indietro tutto. Doveva smettere di desiderare di riavvolgere le fila della storia, di avere una nuova possibilità. Doveva farsi bastare ciò che le rimaneva: la sua famiglia, i suoi amici, Andrea. E se stessa. Le rimaneva se stessa. Le rimaneva la scelta, l'opportunità, di farsi del bene, di vivere ancora. E adesso sapeva di poterlo fare, sapeva con chi poteva farlo, sapeva come farlo. Aurelio era una persona che soffriva, esattamente come lei, una persona che l'aveva affascinata sin dal primo istante, una persona a cui si sentiva inspiegabilmente legata. Che senso aveva, ora, fermarsi e non lasciarsi andare? Che senso aveva contrastarsi? Che senso aveva farsi violenza quando tutto quello che bastava era lasciarsi avvolgere da quella situazione?
Sospirando, Berenice oltrepassò con decisione la soglia della sua stanza, dopo essersi levata il cappotto e le decolleté in soggiorno. Avvertiva il calore che il corpo del commissario emanava dietro di lei, caricandola di energia, e si godette la sicurezza e l'orgoglio di una donna che aveva in mano ogni scelta. Si avvicinò al letto e poi si voltò, le mani sui fianchi.
Osservò Aurelio, in piedi davanti alla porta: aveva i pugni chiusi, un leggero sorriso a velargli il volto. Era dannatamente bello e oltremodo invitante, con quella camicia azzurra tesa attorno alle possenti spalle, i jeans che scendevano contornandogli le gambe muscolose, i piedi infilati nei Timberland così da ragazzaccio. Berenice sentiva il sangue batterle nelle tempie con la stessa forza e lo stesso ritmo dei colpi che Chad dava alla batteria nell'intro di Can't Stop dei Red Hot Chili Peppers. Non riusciva a formulare un pensiero sensato: vedeva soltanto Aurelio davanti a sé, sentiva solo un fuoco estremamente caldo bruciarle ogni millimetro delle membra. Incapace di controllare le proprie azioni, incrociò le braccia sulla schiena e aprì la cerniera della camicetta che indossava.
Il rumore del cursore squarciò il silenzio della camera, facendo sussultare il commissario. Le sue mani nerborute si strinsero con più forza, le nocche ormai sbiancate che premevano contro le cosce, le vene in rilievo che risalivano fino al gomito lasciato libero dalla camicia arrotolata. Berenice afferrò le spalle della maglia e Aurelio sospirò. Con un gesto fulmineo abbassò la stoffa fino al bacino e la lasciò andare, facendola cadere a terra. Sganciò il reggiseno, si chinò e sfilò anche i jeans. Il leggero freddo dell'ambiente le punse la pelle, facendola rabbrividire: lì in piedi, completamente nuda se non per un misero paio di mutandine di pizzo, si sentì d'un tratto estremamente vulnerabile.
Si rese conto, da come la testa le girava, che aveva bevuto troppo, davvero troppo. E ora? Aveva oltrepassato il limite, e adesso non sapeva come tornare indietro. Lo aveva desiderato tanto, quel momento, si era preparata per quell'istante, ma ora si rendeva conto di quanto la situazione fosse profondamente sbagliata: lei e Aurelio erano completamente ubriachi, incapaci di realizzare quello che stavano facendo. Tutto ciò avrebbe comportato solo guai.
Ogni suo tentativo di fare qualcosa per sfuggire a quella sensazione fu frenato in un attimo dallo sguardo di Aurelio. Le stava fissando il viso, sorridendo con i suoi occhi zaffiro. D'un tratto sembrò riscuotersi da quella trance e scese ad osservarle il seno. I capezzoli le si inturgidirono all'istante, smaniosi di ricevere attenzioni; ma l'esame dell'uomo proseguì, raggiungendo le sue gambe e il centro della sua eccitazione. Poi rialzò la testa, fermandosi di nuovo sul suo volto. Gli occhi blu che tanto l'affascinavano si erano fatti più scuri, quasi neri. Sembravano bruciare di desiderio e di voglia, esattamente come stava succedendo allo stomaco di Berenice. Lei fu scossa da un brivido di timore e di desiderio insieme, che la fece tremare da capo a piedi.