Tutto il resto fuori

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Eravamo rimaste sole, nel freddo di quella stanza, grande, troppo grande per due persone, ci siamo tenute il muso tutta la sera, lei mi rimproverava per il mio troppo bere, e io non sopportavo mi si facessero notare i miei vizi, quindi le risposi in malo modo, anche se sapevo lo diceva per me, spesso perdo il perimetro oltre il quale è il mio limite. Non ero ubriaca ed era solo per merito suo, e questo mi infastidiva ancora di più perché aveva ragione. Saremo dovute rientrare, ed era a me che toccava dare l'ordine, visto che eravamo con la mia auto, ma non volevo portarmi quella situazione a casa e rimuginarci su tutta la notte, volevo risolverla lì, doveva restare in quella stanza fredda. Troppo fredda...
Avevamo entrambe solo una canotta, io dei jeans e lei in gonna, di sicuro lei stava peggio.
-"Ho freddo." Disse.
Non risposi.... guardai il caminetto affianco a me, e mi alzai... uscii fuori, cercai tronchi nel bosco che circondava la casa, presi tutti quelli che potevo, e tornai dentro, lei non si era mossa, era rimasta seduta in terra, braccia conserte e muso da offesa. Andai verso il caminetto e senza dire una parola mi misi ad accendere il fuoco, fu subito bello vivo, ero sempre stata brava a dar fuoco alle cose, ma lei non si muoveva, presi una tovaglia che stava su una tavolata in fondo, dove prima c'erano le bevande per la festa, ora solo bottiglie vuote, buttai tutto in terra, non era casa mia, non era casa di nessuno, era una vecchia casa abbandonata. Misi la tovaglia in terra davanti al caminetto e mi ci sedetti sopra.
-"Non ti scaldi se resti li." Le dissi fredda.
Si alzò sbuffando. E si dovette sedere vicino a me per stare sulla tovaglia, le nostre braccia nude si toccarono, era veramente fredda la sua pelle e tremava. Ma non disse nulla non si lamentava.
Sbuffai.
-"Vuoi fare il muso ancora per molto?" Le chiesi.
Fece spallucce, e non rispose, sapevo di essere in torto, ma io sono sempre stata pessima a chiedere scusa, e lei lo sapeva.
-"Ok forse ho esagerato." Dissi controvoglia.
-"Forse?" Chiese lei senza guardarmi.
-"Cos'è vuoi che mi metta in ginocchio e ti implori di perdonarmi?" Dissi scocciata.
-"Lo faresti?" Rispondeva fredda.
-"No, lo sai."
-"Allora perché chiedermelo?"
-"Cercavo solo di..." Cosa? Cosa cercavo di fare? Scusarmi senza farlo?
-"Cosa? Cercavi cosa?"
-"Niente." Risposi.
-"Appunto."
Era arrabbiata, e io lo ero più di lei, ma con me stessa, perché non riuscivo a mettere da parte il mio orgoglio e fare quello che dovevo, chiedere scusa.
Restavo lì a fissare il fuoco impassibile, mentre la rabbia mi divorava dentro.
-"Ok vaffanculo." Dissi alzandomi.
Mi guardò strana, ferita, pensando lo stessi dicendo a lei.
Continuò a guardarmi strana mentre mi inginocchiavo difronte a lei.
-"Mi dispiace, sono una cogliona, ok? Tu mi piaci un sacco e amo che ti preoccupi per me, ma io sono una merda e non riesco a dirlo, e si oggi stavo bevendo troppo, e tu mi hai fermata, e anche se mi ha infastidita al momento, perché non mi piace che mi si comandi, tutto quello che ho pensato era che volevo stringerti, abbracciarti e far l'amore con te, ma c'erano tutte quelle persone e..."
-"Adesso siamo sole." Mi interruppe spiazzandomi.
A quelle parole mi eccitai all'istante, sentii il calore impossessarsi di me e scendere nel basso ventre.
Rimasi immobile per vari secondi, in cui lei non distolse mai gli occhi dai miei.
Poi mi ripresi e sorrisi maliziosa...
-"Ok te la sei cercata dissi."
Appoggiai le mani in terra e mi avvicinai a lei, lei chiuse gli occhi convinta che l'avrei baciata, fermai le mie labbra a pochi millimetri dalle sue, lei sentì il mio respiro caldo sulle sue labbra e le dischiuse per darmi libero accesso, ma io deviai all'ultimo lasciandola così, mi diressi sulla sua guancia, la sfiorai, arrivai fino al suo orecchio poi scesi sul collo sempre sfiorandola con le labbra, emise un gemito.
Risalii all'orecchio e le sussurrai.
-"Siamo solo all'inizio."
Scesi nuovamente sul collo ma stavolta glielo baciai , dolcemente, lei lo distese per agevolarmi e lasciarmi a disposizione più superficie da baciare...
Mi stavo eccitando sempre di più, il suo odore mi inebriava.
Tornai sulle sue labbra gliele guardai, le passai il pollice sopra disegnandone i contorni, lei le socchiuse di nuovo, era un invito troppo allettante, io mi leccai le mie per il desiderio, avvicinai le mie labbra alle sue, leccai dolcemente la parte interna del labbro superiore, sentivo il calore e l'umidità della sua bocca, poi scesi e le morsi quello inferiore, gemette di nuovo.
Non resisteva più la baciai con passione, e lasciai che le nostre lingue danzassero insieme, in quel bacio, mentre con la mano sinistra cominciai ad acarezzarla, partendo dalla caviglia e salendo lentamente sul polpaccio, arrivai al ginocchio, e le feci divaricare dolcemente le gambe, lei non oppose resistenza, continuai accarezzandole l'interno coscia, arrivai all'inguine, il suo respiro si fece più pesante, insieme al mio. Mi stupì quando toccandole le parti intime mi resi conto che era senza mutande, e completamente bagnata, lei gemette ancora e stavolta più forte, io mi staccai dal bacio e la guardai con aria stupita.
Lei mi sorrise maliziosa.
-"Siamo solo all'inizio." Disse ripetendo le mie parole di prima. E mi tirò di nuovo a sé e ripredemmo a baciarci, mentre io le stimolavo il clitoride facendola sussultare di tanto in tanto.
Mi staccai dal bacio e le levai la canotta. Era senza reggiseno, ma questo lo avevo già notato, durante la serata non riuscivo a non guardare la sagoma dei suoi capezzoli turgidi per il freddo.
Lei tolse la mia, poi continuammo a baciarci e lei mi slacciò il reggiseno, che feci volar via poco dopo.
Scesi a baciarla di nuovo il collo, lei si appoggio coi gomiti sulla tovaglia, e si innarcò all'indietro, glielo morsi, emise un gemito un misto tra lamento, piacere e dolore , continuai a scendere, e mi diressi verso il suo seno destro sempre baciandola, arrivai al suo capezzolo, glielo baciai, lo presi in bocca e con la lingua glielo stuzzicai, facendoglielo venire duro tra le mie labbra, poi succhiai, nel frattempo, le infilai due dita ormai bagnate, da lei, dentro, nella sua calda apertura, entravo e uscivo, mentre col pollice continuavo a stimolarle il clitoride, lei ansimava sempre più vistosamente, mi slacciò i jeans, io ero super eccitata, senza spogliarmi mi infilò una mano sotto le mutande e infilò le sue dita tra le mie labbra umide senza penetrarmi, le faceva scorrere dall'alto verso il basso e viceversa. Non riuscì a trattenermi dal gemere e smisi di succhiare il suo capezzolo...
Non resistevo dovevo averla.
Mi fermai dal fare ciò che facevo, mi tolsi in fretta jeans e mutande che mi erano d'intralcio. Poi le divaricai bene le gambe e mi stesi sopra di lei, feci combaciare le nostre aperture ormai fradicie, ondeggiando col bacino le stimolavo a vicenda, lei alzava e abbassava il suo bacino seguendo il mio movimento, ansimavamo entrambe e gemevamo, sarei potuta venirmene e farla venire così, ma volevo di più...
Mi alzai nuovamente, lei mi guardava respirando affannosamente.
Mi misi a cavalcioni su di lei, con il mio viso rivolto verso la sua intimità , e la mia verso il suo viso, in quello che era il 69 più eccitante che avessi fatto fino ad ora. Cominciai a leccare la sua apertura, sentendo in bocca il suo sapore, dolce e salato insieme, lei prese a leccare la mia. Ed era brava nel farlo. Io cominciai a leccarle il clitoride che ormai era gonfio di piacere, le infilai nuovamente due dita dentro l'apertura, lei gemette sulla mia intimità, continuai e lei riprese a leccarmi, cercavo di distogliere il mio pensiero da quello che mi stava facendo, o me ne sarei venuta all'istante, e volevo far venire lei prima, così aumentai il ritmo del mio leccarle il clitoride in contemporanea con le dita. Lei incominciò a gemere sempre più forte e venne poco dopo urlando. Al che io rallentai fino a fermarmi del tutto. E lei riprese a leccarmi, e ora potevo lasciarmi andare, venni e mi accasciai su di lei esausta, poi mi alzai e mi sdraiai al suo fianco.
-"Hai ancora freddo?" Le chiesi e ridemmo entrambe, poi ci baciammo, facendo mischiare i nostri sapori. Poggiò la sua testa nella mia spalla e io le accarezzai i capelli con una mano e con l'altra il braccio col quale mi abbracciava. Restammo così per un po' poi mentre il fuoco cominciava a spegnersi le dissi.
-"Torniamo a casa, adesso possiamo farlo."
Ci vestimmo, lasciammo quella casa al suo abbandono, e salimmo in macchina. Cantammo per tutto il tragitto, ridendo a tratti, e dire che poco prima avevamo il muso. Arrivammo a casa tranquille e contente, ero soddisfatta di aver lasciato fuori dalla nostra casa il malumore di poco prima, non volevo che la nostra casa potesse diventare le mura della nostra rabbia, e magari un giorno scoprirla vuota e abbandonata come quella casa nel bosco. Volevo che la nostra casa fosse sempre piena di noi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 06, 2018 ⏰

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