OS su Hunger Games - La Saga
Sette anni dopo.
Sono passati sette anni. Sette anni dalla fine della guerra. Sette anni in cui ho vissuto qui, nel Distretto 2. Sono sette anni che non vedo Catnip... Si sarà sicuramente scordata di me. Non ricorderà più il suo Gale, il giovane ragazzo con cui cacciava. Ora sono un uomo, non più un giovane ragazzo che caccia illegalmente. Avrei voluto dirle prima quanto la amavo, avrei dovuto offrirmi volontario al posto di Peeta e proteggerla, in quei primi Hunger Games. Non so se odiarlo, quel ragazzo. Me l'ha portata via, eppure la sta rendendo felice. Voglio andare a trovarla.
«Amore! - urlo a Gretchen, mia moglie, per farmi sentire fin dal piano di sopra. - Preparami la valigia, parto per il Distretto 12.»
È una situazione bizzarra. Sono qui, ad aspettare un treno che mi porterà dalla persona che amo. Sono sposato con una ragazza che trovo bellissima e simpaticissima, per cui provo qualcosa, ma non è nulla confronto a quello che provo per Katniss Everdeen, la ragazza in fiamme.
Il treno giunge davanti ai miei ecco e le porte si aprono. Entro nel lussuoso vagone e mi siedo accanto a una ragazzina di, forse, quattordici anni. O forse tredici.
La saluto gentilmente, ma sembra non accorgersi di me. È minuta, dalla pelle scura, e fissa qualcosa fuori dal finestrino. Davanti al mio naso c'è solo la sua foltissima massa di capelli marroni e ricciolini. Cerco di attirare la sua attenzione, con frasi come "Vuoi una caramella?", ma sembra proprio che mi ignori. Cambio sedile e prendo posto davanti a lei. Indossa un graziosissimo vestitino azzurro cielo, con le calze bianchissime e un paio di ballerine intonate all'abitino.
Ripeto la mia offerta, tutte le bambine amano le caramelle. Finalmente, si gira verso di me e mi guarda negli occhi. Un strano brivido mi percuote, quando mi accorgo che quel cespuglietto di capelli appartiene a Rue, la bambina del Distretto 11. La guardo attentamente, non può essere lei, eppure è uguale. Mi ricordo ancora di quando Catnip mi raccontò di lei, la ricordo più come un piccolo angelo.
Un rombo e il treno parte.
Continua a guardarmi e nessuno dei due dice una parola. La mia mano è ancora tesa verso di lei, immobile. Il suo sguardo è fisso sui miei occhi.
«Tu devi essere Gale - finalmente ha detto qualcosa. Annuisco cercando di sorridere e lei sembra apprezzare. - Katniss mi ha raccontato molte cose di te, nell'arena.» La fisso addolorato, si ricorda di me, senza avermi mai incontrato di persona.
«Ciao, Rue» sorrido per rassicurarla. Forse sto cercando di rassicurare me stesso, invece. «Anche a me Catnip ha parlato molto di te.»
«Solo cose buone, spero» mi scappa una risatina a questa affermazione. «Cosa ci fai qui?» le chiedo.
«Sto andando da Katniss, tu?»
«Sto andando da Katniss.»
Continua a fissarmi, mettendomi un po' in soggezione. «Come mai vai da Catnip? Uhm... Scusa, Katniss» mi correggo. Non mi stacca gli occhi di dosso, ma finalmente sono riuscito a strapparle un sorriso.
«Perché mi ha dimenticata a Capitol City, voglio tornare e abbracciarla. Voglio dirle che sono fiera di lei.»
«Non ti ha dimenticata, parlava sempre di te» le sorrido, per farle capire che non sto mentendo. Sembra accontentarsi.
«Lei lo sa che sono fiera di ciò che ha fatto?» la guardo, rimuginando sulle sue parole. Mi sono perso nei suoi occhi, non so se sono colmi di serenità o di tranquillità, ma di certo non sono stanchi. Non sono gli occhi di qualcuno che abita a Panem.