Musa

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Sospiro per il male del volgo frivolo
E guardandone il riflesso inizio a fremere
Perché nella superficie crolla il secolo
E la poesia arde ove c'è solo cenere;

Il morbo scorre per le rapide ripide
Inondando di sale i viventi ulivi,
E tu, Musa, scompari dall'iride
Come sole morente nei mari vivi.

Una sottile fiamma ti sorregge nei versi
Alimentando il foco della tua anima
Che s'incendia malgrado il malore;

Una salata lacrima dal viso dispersi
Nel fiume della mia passione ultima,
Ma per ogni poeta che muore, Madre, io provo dolore.

Commento: il primo tema che vi espongo è lo stato morente della poesia nella società moderna. Ho iniziato a constatare ciò nel momento in cui, partecipando ad un concorso a premi a livello regionale, una mia poesia (storia di un morente artista) è stata messa nell'arena a lottare con dipinti, video e canti, come se far di tutta l'erba un fascio permettesse un confronto equo tra generi che sì, si completano a vicenda, ma primeggiano in ambiti differenti. Da allora non ho potuto che notare quanto la figura del poeta sia stata messa in disparte negli ultimi anni, tanto che oggi, poetare, viene considerato inusuale. Ho notato che comunque ancora vi è qualcuno ad alimentarne la fiamma e, seppur discostandosi dal mio modo di intendere la poesia, la mantiene viva. Da come è facilmente intuibile, il male che ho individuato nella società di oggi è la superficialità, che dilaga tra la gente. Ora però vi faccio una domanda: cosa ne pensate?

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