Capitolo 1

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Improvvisamente apro gli occhi. Vedo il soffitto della stazione dei treni della mia città. Cosi all’improvviso, ma come cavolo è possibile? Mi ricordo solo che stavo correndo perché come mio solito ero in ritardo per prendere il mio ordinario treno, che mi porta alla grigia facoltà di lettere. Si insomma una consueta mattinata, ma perché ora sono sdraiata per terra?!

Mentre cerco di ricostruire lentamente gli eventi per cercare di capire come mai mi ritrovo sdraiata a terra, mi guardo in torno per la prima volta. Girando la testa da una parte all’altra mi rendo conto di avere una decina di persone intorno a me che mi fissano. Odio essere guardata, in qualsiasi modo. Sono una ragazza normale che conduce una semplice vita da studentessa universitaria perché la gente dovrebbe notarmi? Cerco sempre nella mia vita di essere il meno appariscente possibile per evitare di non essere guardata da nessuno, più ti osservano più è facile che scoprano tutti i tuoi difetti. Quali difetti ho io? Beh la lista è molto lunga. Partiamo dai più evidenti: innanzi tutto il mio naso, non è la sua forma il problema , ma il fatto che sia incredibilmente storto, colpa di una caduta in bicicletta di quando avevo 8 anni. I miei capelli, lunghi capelli neri, che non sono ne ricci ne lisci, sono semplicemente così, non hanno una forma precisa, qualunque taglio io decida di fare , con la pioggia e l’umidità si gonfiano e si arruffano. Gli occhiali, già porto gli occhiali, ma non semplici occhiali da ragazza alla quale manca qualche grado, no occhiali da ragazza praticamente cieca. A 20 anni. Lasciamo perdere, la lista dei miei innumerevoli difetti è talmente lunga che annoierei tutti. Sono ancora sdraiata a pancia in su quando.. cazzo.

Osservo lentamente le mie gambe dalla posizione in cui sono sdraiata e noto che “il ragazzo del treno” le sta tenendo su e mi guarda con una faccia molto preoccupata. Cazzo! Mi alzo velocemente a sedere e lui mi lascia le caviglie sorpreso:

“non dovresti sederti. Resta un altro po’ sdraiata. Sta bene?”

“sisi. Sto bene, scusa ma puoi spiegarmi cosa è successo esattamente?” mentre rispondo mi rendo conto, sto parlando con lui! Ci sono riuscita! Peccato che la situazione non sia delle migliori.

“si certo. Stavo camminando come ogni mattina verso il binario. Tu mi sei passata di fianco correndo e poi hai rallentato, quando ti sei fermata sei caduta per terra. Sei semplicemente svenuta, hai fatto colazione stamattina?”

Mentre parla lo osservo, come ogni mattina da un anno ad oggi. Osservo i suoi folti capelli castani, scruto attentamente i suoi occhi verdi e noto che hanno anche qualche sfumatura giallastra. Non ci posso credere, è la prima volta che lo vedo così da vicino, l’ho sempre osservato da lontano.

“mmh, no nessuna colazione ero come sempre in rit..”

“ALICEEE, oh bene sei viva allora, ti sei ripresa?”

Ed eccola che arriva, come ogni noiosissimo giorno è impeccabile. Questa è Chiara, la mia compagna di università e compagna di treno. La conosco da un anno e come ogni mattina anche oggi ero con lei per salire sul treno. È una ragazza alta, snella e con lunghi capelli biondi, si insomma la ragazza perfetta. Ora è a 5 metri da me che urla il mio nome. Imbarazzante è dire poco.

“mi sono preoccupata tantissimo, ti avevo visto arrivare dal finestrino del vagone quando ti ho visto cadere e quindi sono subito scesa. Appena sono arrivata pero c’era già Luca a soccorrerti.” Mentre parla noto la sua espressione divertita mentre pronuncia il nome del ragazzo dei miei sogni. Davvero simpatica la mia amica, mentre io ero svenuta sul pavimento, lei faceva conversazione con Luca. Grazie davvero grazie.

“comunque non ti preoccupare sono stata sempre qui con te. Mi sono allontanata solo un secondo adesso per chiamare l’ambulanza, ci stavamo preoccupando non ti svegliavi più”

“grazie Chiara ma come vedi ora sto bene. Possiamo andare.” Rispondo mentre cerco di alzarmi.

Luca appena nota che sto tentando a fatica di alzarmi dal pavimento mi mette una mano sulla spalla e con garbo mi spinge in giù.

“meglio aspettare l’arrivo dell’ambulanza per fare qualche controllo, stai tranquilla ora vado a prenderti qualcosa da mangiare, comunque scusami ma non mi sono nemmeno presentato, piacere sono Luca”

Vedo con piacere che mi sta porgendo la sua mano destra, la sua maledettissima e perfettissima mano destra.

“ah beh certo, piacere Alice” cerco di stringere la sua mano con sicurezza. Voglio fare una buona impressione da subito. Così lui mi fa un sorriso, si alza ed infine si allontana camminando verso il bar della stazione.

Finalmente non ho più addosso gli occhi di nessuno. Sono ancora seduta sul pavimento e Chiara è in piedi di fianco a me. Mi sta fissando con un espressione molto divertita.

“Chiara cosa c’è? La smetti di fissarmi con quell’espressione da ebete?!”

“scusami Alice ma non riesco proprio a smettere di ridere, solo a te capitano queste cose, ma hai appena parlato con il “ragazzo del treno” ce l’hai fatta, dopo un lunghissimo anno… sono così felice”

Mentre Chiara continua a farneticare sul mio futuro con Luca, butto uno sguardo al mio orologio e noto che sono già le 8:30. Ecco perfetto, la lezione di storia Greca è andata. Sono seduta sul pavimento della stazione, in ritardo per la lezione e ho male alla testa. È stato un inizio di giornata un po’ turbolento, sono sveglia da 2 ore e la mia vita è già un casino. Unica nota positiva Luca mi ha parlato.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 06, 2018 ⏰

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