stanza 161

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Mi sveglio nel mio letto. Era tutto un sogno. Dopo essermi stiracchiata per bene, prendo il telefono e mando un messaggio di buongiorno a Jake. Scorrendo i messaggi ne trovo uno di Charlotte:
Charlotte=8:15 a.m.:"Bea...non so come dirtelo quindi te lo dico e basta: Jake è in ospedale. Dopo essere svenuto ha sbattuto la testa contro lo spigolo della libreria di casa sua è entrato in coma. L'ultima parola che ha detto prima di zittirsi è stato il tuo nome. Credo proprio che dovresti andare a fargli una visita..."
Cosa?! Jake?! In ospedale?! In coma?! Il mondo mi sta crollando addosso. Mi vesto di corsa ed esco dalla porta di casa come un toro imbizzarrito facendo allarmare mia mamma che subito mi ferma dicendo:"Dove vai così di fretta?"
"Il mio migliore amico sta male" È questa la mia risposta. Decide di darmi un passaggio e io accetto per arrivare il prima possibile all'ospedale.
Arriviamo e scendo velocemente dalla macchina entrando nell'ospedale. Chiedo dove si trovi la camera di Jake in modo confuso, ma l'infermiera mi capisce lo stesso. "Sì, il signor Jacob Black...Stanza 161" dice la donna. Mi avvio verso la stanza del dolore dove intravedo dal vetro Jake, ma proprio mentre cerco di entrare, passano degli infermieri che mi obbliggano ad uscire contro la mia volontà.
"...Non potete! Io devo vederlo! Lui... lui ha bisogno di me..." Dico infine con un triste sospiro.
Passate ormai 4 ore seduta ad aspettare di poterlo vedere, arriva sua madre. Appena mi vede mi lancia uno sguardo come a dire:"Vieni con me", come se già sapesse chi sono e il motivo per il quale sono qui. Ma non è uno sguardo allegro: è uno sguardo di chi sa cosa sta per accadere, di chi sa troppo, di chi sa qualcosa che non vorrebbe sapere. La seguo finendo davanti agli stessi infermieri che prima mi hanno portata via ma stavolta mi fanno entrare dopo aver scambiato qualche parola con la donna. Entro velocemente nella stanza 161 assistendo ad una scena che mi spezza il cuore. Jake, il ragazzo forte, quello dei "È tutto sotto controllo", il ragazzo che... ci siamo capiti...disteso nel lettino dell'ospedale con così tante macchine attaccate che potrebbe essere ormai paragonato ad un cyborg. Mi avvicino a lui e mi siedo sulla sedia accanto al lettino mentre gli accarezzo il viso. È così bello...anche mentre...dorme...rimane stupendo, unico. Prendo la sua mano, che, diversamente dal solito, è più fredda della mia. Non appena lo sfioro fa come per trattenere il respiro e il suo battito cardiaco accellera finché, dopo aver espulso l'ultimo soffio di vita nel suo corpo, dalle macchine si sente solo un assordante BIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII.........

Mi sveglio. Era tutto un sogno grazie al cielo, ma qualcosa di vero c'è: Jake mi sta accarezzando la mano ed è visibilmente preoccupato. Mi accorgo solo ora di essere sudata e di avere il battito cardiaco accellerato. Non appena guardo Jake negli occhi si tranquillizza come se per lui il mio sguardo avesse un effetto calmante. Mi sento bene mentre la mia manno è nella sua, mentre lui mi accarezza, mentre sento il suo respiro sulle mie labbra, mentre lui mi bacia...

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