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Ci eravamo trovate ad un bar, davanti ad un caffè, a parlare della serata precedente. Cri mi raccontò di aver scopato con quello che le piaceva da circa un anno, mentre io raccontai la mia avventura. Avrete capito che non sono una persona romantica, visto che mi sono fatta scopare per la prima volta in uno sgabuzzino, ma era comunque una prima volta e non riuscivo a smettere di pensare a quel ragazzo. Era veramente un Dio greco! Dovevo tornare in quel locale e speravo di rivederlo.
Informai Cri che quella sera stessa saremo andate al locale e lei ne fu contenta.
~~~
Mi vestii con un top striminzito e pantaloncini a mezzo culo di jeans, e Cristina si mise una canottiera che lasciava poco all'immaginazione e dei pantaloncini simili ai miei.
Stavamo bevendo il nostro primo drink per sciogliere le tensioni quando cominciai a sentirmi osservata. Mi girai e controllai il raggio intorno a me quando vidi due occhi inconfondibili. Era lui.
Salutai Cri e gli chiesi di augurarmi buona fortuna, quando già sapevo che non mi serviva visto il mio abbigliamento da puttana. Mi incamminai con passo sexy fino a raggiungere i divanetti, dove lui era seduto, e mi sedetti davanti a lui.
<Ce l'hai una sigaretta?> Chiesi.
<Si, certo> e me ne passò una dal suo pacchetto. Mmh che voce sensuale.
Mi passò anche l'accendino e cominciai a fumare in modo sexy, lanciandogli ogni tanto occhiatine maliziose.
<S-sono Jorge, tu?>
<Gaia.> Mi tese la mano, ma io l'afferrai e la tirai portando quel Dio davanti a me. Non ci fu un attimo di esitazione che lui già mi baciava, un bacio casto, la sua lingua esplorava la mia bocca e io esploravo la sua.
<Vieni da me> mi disse fra un bacio e l'altro
<ho casa libera> .
<La tua offerta mi alletta molto> Ansimai.
<Avviso la mia amica>
Mandai un messaggio alla mia bestie e mi incamminai con lui. Aveva una mini rossa fiammante, con cui corremmo a casa sua. Appena entrati mi sbattè sulla parete e mi baciò con urgenza, mente io gli tastavo la patta dei pantaloni.
<Piccola sto esplodendo, letteralmente!>
<Adesso ci penso io> dissi con voce sensuale.
Scesi ondeggiando fino alla sua vita e gli abbassai i pantaloni. Aveva un'erezione all'ultimo stadio, quindi gli abbassai anche i boxer e liberai il suo bel cazzo. Era lungo e grosso, con una cappella ormai rossa che aspettava solo di essere succhiata da me.
Presi la sua asta fiera, sentendo tutte le venuzze al tatto, e cominciai a fare su e giu, mentre qualche gocciolina bianca usciva.
<mmh oh si piccola... Prendilo tutto in bocca!>
Gli leccai e succhiai per bene la cappella, passando la lingua nelle sue parti più sensibili e glielo presi tutto in bocca. Lo feci scendere fino in gola, reprimendo i conati di vomito, mentre lui godeva come un porco. Mi prese la testa e me la spinse verso il suo enorme cazzone, e io assecondai i suoi movimenti. Feci uscire l'asta e cominciai a leccargli le palle. Gliele succhiai bene bene, prendendole tutte in bocca e lasciandogliele piene della mia saliva. Alternai fra cazzo e testicoli finchè non mi spruzzò addosso tutto il suo ben di Dio, avevo sperma ovunque. Cacciò un urlo e venne fortissimo. Ancora insoddisfatto, mi prese velocemente, mi spogliò del tutto e mi penetrò urgentemente spingendo fino in fondo. Lo fece uscire e rientrare mentre io urlavo di piacere.
<Si... Oh si continuaa.. Dentro, fuori, dentro, fuori... Si si si si!!> Urlai ed urlai finchè non venimmo insieme e mi schizzò dentro con un urlo.
Mi scostai alla velocità della luce e mi allontanai appoggiando la schiena alla parete del muro di camera sua.
<Jorge.>
<Che c è piccola... Che ho fatto? Non ti è piaciuto?>
<Mi è piaciuto moltissimo, forse troppo, e anche a te>
<Si certo che mi è piaciuto sei fantastica!>
<Il preservativo>
Si mise una mano nei capelli. Ora mi abbandonerà a me stessa e se sarò veramente incinta mi lascerà sola.
Questo è quello che fanno gli uomini no? Fregarsene.
Feci per alzarmi ma lui mi fermò.
<Dove pensi di andare?>
<A casa mia, dove dovrei andare? Domani tu mi lascerai affrontare questa cosa da sola, è risaputo ormai. Ho 16 anni, chi vorrebbe una ragazzina problematica sotto la sua ala? Nessuno.>
Presi i miei vestiti e cominciai a rivestirmi mentre lui mi osservava.
<Io ti ho cacciato in questo guaio, insieme ne usciremo fuori. E non ti lascerò tornare a casa stasera dormirai qui. È pieno di brutta gente a quest'ora, ti presterò qualcosa di mia sorella.> mi disse tutto sorridendo, mentre io lo fissavo con gli occhi sbarrati. Era dolce e carino e non pensavo fosse così, sul serio! Pensavo fosse uno dei soliti stronzi... e guardando quel sorriso, finalmente sorrisi anche io.

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