Natasha 1

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Natasha, crebbe forte e coraggiosa, ma dentro di lei sentiva di non appartenere a quel mondo, sentiva che non era nata per essere umana,e neanche angelo ma qualcosa di piú, e in fin dei conti aveva ragione, lei sarebbe stata, la nuova speranza per tutto il mondo.

Intanto Lucifero, faceva di tutto per far ritornare in vita Lana, senza successo, e pian piano si chiudeva, arrogante, terribile, assassino.
Da un lato gli piaceva, ma sentiva la mancanza dell'affetto che gli dava Lana e pian piano cominciò ad abbandonarsi all'idea che per lui non ci fosse felicità.
Lei era diventata, tutto per lui.
La solitudine divenne amica di Lucifero.
Ma dopo decise si andare sulla Terra per passare il tempo.

Natasha pov's

Mi chiamo Natasha Harris ho diciassette anni vivo in una cittadina  a nord dell'America Settentrionale, vicino al confine del Canada e anche al mare.
Un posto bello sia in inverno che in estate.

Oggi é il mio primo giorno di scuola. All'istutito Jacob Norris L., perché nell'altro scuola era stata espulsa a causa della mio comportamento poco educato.
Vi racconto come é successo:
Una ochetta della mia vecchia scuola,Gaia, mi aveva fatta incavolare, già da due mesi, si credeva chissà chi, così un giorno le ho messo dentro la borsa dei petardi, ma quando l'avevo messa dentro la borsa, qualcuno mi aveva visto. E indovinate chi era? Un'altra ochetta di Gaia, Marzia.
Ma il bello é che glielo riferí dopo l'incidente.
Quante risate quel giorno.
Gaia aveva la faccia piena di ombretto, e creme depilatorie che aveva nella borsa.
Ma non era finita.
Un mese piú tardi, Jonny, un ragazzo bulletto della mia scuola, che era in piú un mio acernimo nemico, mi fece fare una figuraccia, nella mensa.
Nessuno oltre lui aveva mai avuto quel coraggio, tutti nella scuola, sapevano di non mettersi contro di me, ma siccome lui era nuovo nessuno glielo aveva comunicato, e infatti il giorno dopo, si é ritrovato in camera da letto, sopra la testa e su tutto il corpo, insetti appiccicati con caramello, e una dozzina di ragni pelosini, cioè i miei migliori amici, che avevano un veleno Letale.
Infatti era rimasto per piú di due settimane in ospedale.
E quando era ritornato a scuola, era pieno di brufoletti, e una pella schifosa a causa delle medicine.
Da quel giorno lui non mi parlò piú, ogni volta che lo guardavo o mi avvcinavo, pregava Dio. Godevo.
Ma i miei genitori non la presero tanto bene, mi sequestrarono il telefono per un mese intero, ma io resistetti, senza. Ma mi presero la moto, no senza quella no. Non potevo uscire, per due mesi, e niente paghetta.
Mia madre Reina, era un avvocato, e mio padre un dottore.
Quindi ero ricca. Ma non viziata.
Mi accontentavo per poco.
Mi vestito sempre Black.
Capelli neri, occhi ghiaccio. Mia mamma diceva assomigliavo a mio zio morto. Non mi aveva detto mai il suo nome. Mi aveva detto che era morto pazzo.
Brutta fina? Vero?

Sono finita in tribunale, e mi hanno espulsa, i miei hanno pagato sedici mila di dollari, solamente per aver messo sopra al bel corpicino di un bastardino, degli insettini innocui.
Va be tanto.
Adesso state pensando che io sia una persona crudele, ribelle, e menefreghista. Ma non é cosí, io sono cambiata, due anni fa, quando ho scoperto di essere un mezzo angelo. Non lo accettavo. Io che non credevo in nulla scoprire di essere un uccellaccio del bene era per me come una martellata in testa.
Da tutto quel dolore, che ho provato, ero cambiata, mio padre era umano, e mia madre era una delle piú potenti guardiane e serafine del paradiso, ma non ci ero ancora andata, ero figlia unica.
Avevo altri due zii, tutti belli.
Ma quello del zio morto pazzo, per me era ancora un mistero.

Però avrei sempre voluto, non una vita da reale del paradiso, ma dell'inferno.
L'inferno da quello che avevo sentito era casa mia. Divertimento, niente rimproveri.
Se questa cosa me l'avreste chiesto due anni fa, avrei detto no, ma non lo so perché ma da quando avevo scoperto i miei poteri, ero diversa.
Mia madre mi aveva detto che avrei avuto le ali compiendo un atto di vero amore per gli angeli.
E per i demoni un atto peccaminoso. Bastava uccidere qualcuno.
Ma io non avevo ucciso nessuno, ma mia madre mi disse che ero un Angelo e non un demone.
Ma io non ne ero sicura.

Comunque, quando arrivai a scuola con la mia bellissima moto, avevo gli occhi puntati adosso.

I ragazzi mi guardavano come se fossi, Venere, la dea della bellezza.
Forse era perché ero un Angelo.

Ero in atrio, a masticare una gomma, ma un omino di mezza altezza, mi venne vicino: era il preside.
Tutti gli studenti erano in cerchio pronti per ascoltare una bella fiaba.

"signorina Harris, per favore, non mastichi la gomma a scuola. "
Sbuffai.
"e allora? mica la appiccico sul muro"
Dissi io fiera e gloriosa.
"non si sa, comunque la vada a buttare"
Io non lo ascoltai, presi la gomma dalla bocca, e glielo appiccicai sulle lenti giganti del nano preside. Era piú basso di me. Be io ero 1.70.
Va be chissene.
I suoi occhi diventarono rossi dalla rabbia. E prima di andarmene dissi:
"ah, questo é solo un souvenir di benvenuta, le prometto che quest'anno per lei sarà indimenticabile"
Lasciai l'atrio, con tutti gli occhi addosso.
Mi sedetti, in classe prima che arrivasse il branco di scimmie, e il prof di mito e leggende.

Erano le otto ed iniziò ad arrivare il branco di scimmie. Io mi ero seduta nell'ultimo banco, vicino alla finestra.
C'erano le solite ochette, i bulletti, gli sfigati, i secchioni, i drogati, e infine, i muscoli senza cervello.
Non avevo mai avuto un ragazzo, ma avevo un amico, il migliore, Jacob Black, però si era trasferito da due anni circa, a causa del lavoro del padre, ci mandavano messaggi, ma pian piano, io smisi, perché era inutile, e poi ero molto pigra.
E anche lui la smise. Era da piú di un anno che non lo vedevo. Lui sapeva che ero un Angelo.
Perché lui era un demone.
Metà demone. Suo padre demone, madre umana.
Eravamo uguali, migliori amici. Anche quando ero cambiata. Fin da piccoli lui era un fratello per me.
Ma l'avevo perso, e questo era un altro motivo perché io ero diventata cosí. Prima ero angioletto, in senso che ero educata, e mi amavano, ma come ho detto mi amavano.

Il prof cominciò a iniziare la lezione, quando entrò un ritardatario.

Quando varcò la porta, i miei occhi restarono incollati ai suoi.
Era bello, occhi ghiaccio, come i miei e capelli neri. Muscoloso bello in forma.
"signorino Hell, cominciamo un altro anno in ritardo, vada a sedersi nell'ultimo banco rimasto, vicino alla signorina Harris.. "
Capii che non fosse nuovo.
Si sedette vicino a me.
E c'era qualcosa in lui di strano. Era come se lo conoscessi. Un aura lo pervadeva, una famigliare.
Io rimasi indifferente. Anche se avrei voluto saltargli addosso.
"ciao" mi disse e io glielo ricambiai.
"ciao..."
"mi chiamo Luke Hell"
"wow figo il nome.Perfetto per il diavolo"lui si irrigidí, come se avessi detto la cosa piú ovvia del mondo.
"Comunque ciao mi chiamo Natasha Harris" gli sorrisi e lui ricambiò.
"Bene".
Lo disse annoiato.
Sospirai infastidita. Se iniziava il discorso perché finire di fare il superiore?

Io mi allontanai un pò, non volevo avere nessuno rapporto  con lui, e con nessuno, io ero una persona solitaria, perché sono stata sempre diversa.

Per tutta l'ora continuava a girarsi verso di me e avvolte lo guardavo pure male.
E una volta, mi guardò, come se voleva mangiarmi, io stanca, lo fissai tutta incavolata. I miei occhi stavano diventando rossi, ma non come una persona normale.
Quando mi arrabbiavo, fin da piccola, i miei occhi diventavano rossi, ma le pupille, diventavano rossi sangue.
Ecco perché portavo le lenti a contatto prima, ma quest'anno le volevo evitarle, mi davano fastidio.
Ma quando mostrai i miei occhi rossi a Luke, lui si stupí cosí tanto da uscire dalla classe.
Pensai di averlo spaventato. Cosí feci un sorriso maligno, che avrebbe spaventato perfino Jeff.
Il mio idolo. Anche se aveva sofferto tanto.
Volevo sempre conoscerlo era il mio sogno. Da piccola io ero stata sempre una persona inquietante. Ma avevo un lato dolce che raramente si manifestava.
Quando la scuola finí, uscii dalla scuola, che tutti mi guardavano, ero abituata ormai. Presi la mia moto partendo verso il bosco il mio luogo preferito, dopo il lago, ma adesso stavano facendo dei lavori vicino, quindi non potevo andarci. Ma quando scesi dalla moto qualcuno mi afferò per la spalla.

Ciao ragazzi vi piace??
Spero di sì.
Chi sarà mai, quel ragazzo/a,che le avrà preso la mano.
Tutto nel prossimo Capitolo.

Darknightmare11

I AM LUCIFER (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora