Capitolo 3

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Lo sguardo di Yoongi era piantato sulla parete ingiallita della loro cucina mentre con una sigaretta tra le labbra se ne stava con le anche poggiate contro il tavolo: forse era giunto il momento di dare qualche mano di vernice all'intera casa, sembrava averne decisamente bisogno. Doveva provare a proporlo al minore.
Schiacciando il mozzicone nel posacenere che si trovava sul tavolo con un grugnito, si voltò lentamente massaggiandosi le spalle per osservare in silenzio Jimin che in quel momento era intento a ripulire il piano della cucina.
Dopo aver discusso la situazione ed aver soppesato tutti i possibili pro e contro insieme, avevano deciso di mangiare qualcosa prima di compiere la telefonata. 'Non voglio rovinarmi l'appetito' aveva detto Jimin. L'altro aveva annuito, condividendo l'opinione del minore. Così avevano cucinato qualcosa al volo; in seguito, come si erano promessi nel pomeriggio, insieme avevano lavato e risistemato sia le stoviglie utilizzate per il pranzo che quelle per la cena.





"Fanculo" sbottò Yoongi dopo un lungo momento di pausa.





Jimin si voltò e vide il maggiore dirigersi verso il telefono: con il biglietto tra le dita della mano sinistra prese a pigiare con forza i numeri sulla tastiera del telefono per poi alzare la cornetta ed avvicinarla all'orecchio destro. Il giovane lasciò perdere quello che stava facendo e lentamente si avvicinò a Yoongi.



Il telefono squillò tre volte, Yoongi contò nervosamente. Poi dall'altro capo della linea proruppe una voce maschile: "Studi Smith, buonasera. In cosa posso esserle utile?".



"Uh... buonasera? Cercavo il signor..." Yoongi si rigirò il biglietto da visita tra le mani e lesse il nome scritto su di esso "Smith, il signor Michael Smith. Vorrei poter parlare con lui".



"Il signor Smith? Mi dispiace informarla che a quest'ora il presidente non riceve alcuna telefonata; può ritentare domattina... aveva forse riservato un appuntamento?"



"No, no. Nessun appuntamento. Voglio solo parlare con lui".



Si sentì una risatina sommessa dall'altro capo del telefono, poi l'uomo rispose: "Mi scusi ma allora non c'è proprio nulla ch'io possa fare. Il signor Smith è sempre impegnato e si scomoda solo per faccende che per egli abbiano un certo valore. Spero capisca quello che voglio dire".



Jimin vide il fidanzato inarcare un sopracciglio.
"Gli dica solo che ho chiamato" sbottò.



"D'accordo, d'accordo... Può lasciarmi il suo nominativo?"



"Yoongi Min" il giovane rimase in silenzio per pochi secondi prima di aggiungere: "il tipo a cui ha regalato una Corvette".



"Aspetti... lei è il signor Min? Da San Diego?"



"Sì, sono io"



"Mi deve scusare, signore. Ero stato avvisato della sua chiamata ma non sono riuscito a riconoscerla per via dell'assenza di alcun accento. Mi era stato detto che lei era coreano, ma il suo inglese è perfetto! Tanto meglio... ad ogni modo, il presidente Smith ha lasciato un messaggio da comunicarle. Le consiglio vivamente di prendere carta e penna".

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 08, 2018 ⏰

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