Comincia l'intervista

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                                                                      Catania, 2 settembre 1920

Giornalista: «Sono arrivato davanti alla casa di Giovannino con ancora l'impepata di cozze sullo stomaco. Maledetti siciliani, ci casco ogni volta! Spero solo che i disturbi intestinali non compromettano il buon esito dell'intervista...». 

[Finalmente vengo fatto entrare e vedo Verga seduto in poltrona con quei ridicoli baffi all'insù e la pancia così gonfia che sembra stia per esplodere. L'intervista può dunque cominciare].

Giornalista: «Uè, Giovannino, vecchia puleggia! A ottant'anni ancora non ti sei deciso a crepare, eh?!? Ma stai tranquillo che tra un anno o due...»

Verga: «Brutto idiota, ti stavo aspettando. Muoviamoci con questa farsa, così posso ritornare al mio Lambrusco. A proposito, spero non ti dia fastidio un minimo di fiatella alcolica...»

Giornalista: «Sta' tranquillo, carampana sudaticcia, con quello che ho mangiato io tu sei l'unico che deve preoccuparsi, insieme alle fondamenta di questa casa. Farò tremare la terra, non so se mi spiego»

Verga: «Vedi di fare le tue domande in fretta, schifoso essere maleducato, e poi liberami dalla tua fastidiosa presenza»

Giornalista: «Cacchio, non ti ricordavo così irritabile, decrepito facocero delle Ande. Sarà l'età... dunque iniziamo, qui c'è scritto "chiedigli perché minghia ha smesso di scrivere i suoi romanzi mondani per dedicarsi a quelle cacatine di romanzi veristi che finiscono sempre male, che qui nessuno ci ha capito nulla..." ahah, che idiota il mio direttore, ha scritto "ha" con l'acca! Comunque vedi di rispondere in fretta, brutto bisonte, che non abbiamo tutto il pomeriggio. O ti è venuto un infarto?»

Verga: «Non me la tirare, cornuto che non sei altro. Riguardo al motivo per cui ho cambiato stile, semplicemente mi stavano cadendo i cocomeri a furia di scrivere sempre la stessa roba priva di spessore, così ho cambiato genere. Ti basta come risposta?»

Giornalista: «Credo di sì. Più avanti c'è scritto "chi glielo fa fare al barbagianni di Sicilia di tenersi quei ridicoli manubri sotto il naso? Ha perso una scommessa o qualcosa di simile?"»

Verga: «Ehi, di' a quella capra maleodorante del tuo direttore di non insultare Jimmy e Tommy, i miei amati baffi a manubrio! Sono fantastici e, col tempo, sono diventati entità coscienti che uso come mani supplementari. Guarda e stupisciti, brutto animale storpio!» 

[A questo punto, uno dei baffi, credo Jimmy, si allunga verso di me e mi afferra la coppola].  

Giornalista: «Ehi, sottospecie di varano, ridammi il mio copricapo prima che ti malmeni fino a farti piangere in copto!»

Verga: «Sta' calmo, infido dromedario del deserto. Ecco, tieni. E ora continua con le tue domande, ma non ti azzardare ad insultare i miei baffi, o ti picchio così tanto che alla fine avrai l'aspetto di una polpetta di cavallo»

Giornalista: «D'accordo, vecchia ciabatta, ma non ti scaldare. Alla tua età non fa bene. Passiamo all'ultimo quesito, va bene, cercopiteco delle steppe? Madonna, ogni volta che ti guardo mi viene voglia di tirarti due schiaffi, con quella faccia da salamandra imbalsamata»

Verga: «Lo stesso vale per me, essere irritante e inopportuno!»

Giornalista: «Dunque, ultima domanda. Il direttore ha scritto "questa domanda potrebbe urtare la sensibilità di Giovannino, assicurati di non farlo incazzare troppo o ti infilo un ombrello in culo e poi lo apro. Chiedigli se quelle opere che ha scritto sono una conseguenza del fatto che si buca in vena più di una trivella petrolifera, o se assume altre sostanze che gli uccidono i criceti ritardati che ha in testa"»

Verga: «Vecchio corinzio putrefatto, sottospecie di cornacchia pidocchiosa, allodola invertebrata, io ti spezzo le gambe e te le infilo nel naso! Fuori dalla mia magione!»

[A quel punto, Jimmy e Tommy mi afferrano e mi scaraventano fuori dalla finestra di casa sua].

Intervista informale a Giovanni VergaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora