Passi persi nell'oscura notte, passi risuonanti nello stesso buio, una mano carezzava lenta il bianco muro mentre accompagnato da quello che ormai era diventato il suo motivetto,un giovane ragazzo volto lo sguardo al suolo passo dopo passo affrontava quel profondo oscuro.
"...il me quindicenne che non aveva nulla...il mondo così grande mentre io così piccolo"***
Canticchiava preso da quelle parole che continuamente gli tornavano alla mente, fosse egli sveglio o meno, della sua breve e frastagliata vita erano una delle poche certezze.
"...ora non riesco ad immaginarlo, non riesco nemmeno ad immaginarmi completamente vuoto."***
Quella canzone sembrava prenderlo in giro, per ironia della sorte quei versi che cantava così spensierato riflettevano la sua situazione ormai ormeggiata nel mare dei ricordi perduti.
Dopo aver percorso quel lungo e oscuro corridoio la sua mano aveva raggiunto una maniglia e lenta si era allungato ad abbassarla per aprire la porta.
Ogni notte, ogni singola notte non riusciva a chiudere occhio senza rivedere quel volto a lui sconosciuto che lo fissava in maniera truce lasciandogli il sangue gelare nelle vene.
Ed ogni notte, per placare il suo cuore dolorante si alzava dal suo letto caldo e confortevole raggiungendo l'enorme camera all'estremità della casa.
E così anche quella sera raggiunta la finestra, il suo volto fu illuminato da un bagliore, un lampo, a momenti probabilmente sarebbe esploso un temporale; un lieve sorriso amaro gli si formò sul volto, aveva paura dei temporali, lo facevano star male, e dunque con un gesto piuttosto rozzo abbassò le veneziane tirando poi le pesanti tende rosso cremisi per poi voltarsi e fermarsi davanti ad una tela posta su di un cavalletto, una tela bianca, vuota, come la sua memoria.
Poteva quasi sembrare folle in quel momento ma le sue mani avevano iniziato a muoversi freneticamente stretto quel pennello tra le dita intinto prima di un colore, poi di un altro e poi ancora di altri dieci.
Il suo respiro era affannato quando aveva lasciato cadere il suo sguardo su quel dipinto completo ed improvvisamente questi si era bloccato ad osservare quegli occhi spaventosi fissarlo, il petto faceva di nuovo così immensamente male.Ancora perso nell'osservare quel dipinto era stato riscosso dal pesante frastuono causato da un fulmine abbattutosi poco lontano.
Si era guardato attorno e nonostante si trovasse nel suo rassicurante buio, aveva improvvisamente deciso si cercare di afferrare quel pezzo di memoria che gli stava sfuggendo dalle mani notte dopo notte.
Uscì dunque dalla camera in cui si trovava e passo dopo passo iniziò lentamente a correre fino a ritrovarsi sulla porta di casa in mezzo alla pioggia.
Sentiva ancora quel motivetto nelle orecchie e come attirato dalla melodia suonata dal pifferaio magico, seguì quel motivo fischiettando con esso.
Il vento soffiava incessante e il cielo veniva continuamente illuminato da lampi che terminavano col il fragoroso schiantarsi dei fulmini."Dai hyung, stiamo davvero andando al mare?
Ho sempre voluto fare il bagno di mezzanotte."Un piccolo flash e la sua stessa voce gli era balzata in testa facendolo fermare nel bel mezzo del giardino antistante la casa.
La mano raggiunse le tempie e si piegò su se stesso mentre stringeva gli occhi.
STAI LEGGENDO
× Lost Memories × #1
FanfictionCome può sentirsi vivo qualcuno che non ricorda nemmemo la sua nascita? I suoi genitori? La sua stessa vita? In quella stanza vuota che era il suo cervello, il suo unico ricordo era un volto, un volto che lo perseguitava. L' unico tassello di un inf...