Sherlock Holmes.

L'uomo cinese con la valigia

Eccomi qui, come ogni giorno ad aggiornare il mio blog personale raccontando dei casi risolti dal famosissimo detective nonché il mio migliore amico, Sherlock Holmes.

Era una giornata del tutto tranquilla quella del 10 ottobre, fino a quando qualcosa cambiò il corso della giornata. Come ogni giorno, la signora Hudson, nonché la proprietaria del mio appartamento e del mio caro amico Sherlock, ci portò un vassoio con due tazze da thè stile londinese ma quel giorno sul quel vassoio spiccava una lettera alquanto sospetta e così la signora cominciò a parlare: "Sherlock, questa mattina è arrivata una lettera per te ma non c'è il mittente"; diedi una semplice occhiata al mio amico e vidi che si affrettò a prenderla e disse: "Molto gentile, signora Hudson, la ringrazio" facendo uno dei suoi soliti sorrisi a trentadue denti ed aprì la busta cominciando a leggerla.

Non sapendo cosa fare, mi alzai in piedi e domandai: "Che succede, Sherlock?", senza esitare, mi rispose così: "Oh niente di particolare, un'altra noiosa lettera dei miei genitori"

"Sherlock..."

"Okay, è un altro caso noioso di cui non me ne occuperò".

Ad un tratto la signora Hudson si intromise interrompendo la nostra breve conversazione dicendo: "Ma Sherlock! Anche se per te è noioso, per quella persona sarà importante" e Sherlock rispose come al suo solito:

"Signora Hudson mancano i biscotti per il tè"

"Come? Ma se ho comprato una confezione nuova proprio ieri mattina!"

"Ho detto i biscotti" e così la signora Hudson irritata, girò i tacchi e se ne andò borbottando: "Dovrò dire qualche parolina a sua madre" e Sherlock aggiunse: "Sarà inutile, capisce molto poco" e chiuse la porta alle sue spalle.

In preda alla curiosità,presi la lettera e incominciai a leggerla nella mia mente mentre Sherlock simise a suonare il suo violino davanti alla sua "adorata" finestra che dà sulla strada; la lettera conteneva testualiparole: "Caro signor Sherlock Holmes, le scrivo questa lettera per raccontarleil mio problema: sono giorni che fuori dalla mia finestra vedo sempre un uomodalle origini cinesi con in mano una valigia, sta sempre vicino al lampioneprincipale che si vede al di fuori dalla mia finestra e resta fisso a guardarla. Non mi sento sicura asapere di questa cosa ma un giorno, appena ritornai a casa dal mio lavoro, vidiche la mia porta era socchiusa e che qualcuno era entrato mettendo a soqquadro la mia abitazione; la cosa strana è che nessun oggetto di valore è stato sottratto e non so cosa cercasse il fantomatico ladro, a volte penso che sia stato l'uomo con la valigia e questa cosa mi fa molto più timore di quanto ne avessi prima. La prego di accettare il mio caso e in cambio la ringrazierò con qualsiasi cosa desideri. Nella busta troverà l'indirizzo del mio appartamento, la ringrazio ancora e le auguro una buona giornata".

Appena ebbi finito di leggere la lettera, controllai minuziosamente l'interno della busta e come pensavo, ci trovai un biglietto con le seguenti indicazioni: "168 N Gower ST e il mio nome è Yuan Chen"; rialzai lo sguardo e aggiunsi: "Ma questa via...", Sherlock m'interruppe dicendo: "E' la via dove si trova Speedy's sandwich...uff...è così noioso, un uomo cinese con una valigia che guarda la finestra di una ragazza? Non mi interessa"

"Sherlock...quella ragazza potrebbe essere in pericolo, dobbiamo aiutarla!"

"Perché non l'aiuti tu?"

"Vicino al bar c'è un'ottima tabaccheria", Sherlock si girò di scatto e disse: "Accetto molto volentieri questo caso".

Non pensavo che un po'di tabacco potesse fargli questo effetto ma sappiamo tutti che Sherlock non si tiramai indietro di fronte ad una sigaretta; rialzai lo sguardo un'altra volta e lo vidi correre nella suastanza a mettersi dei vestiti nuovi al posto del pigiama che indossava e dallasua stanza disse: "Il caso è ufficialmente aperto, caro John!" ed uscì qualche minuto dopo con indosso i suoivestiti. Come suo solito, si mise al collo la sua sciarpa blue il suo cappotto nero ed infine si alzò il bavero e aggiunse: "Come farei senzail mio personal blogger" ed uscì, e così, facendo una piccola risatina loseguii fino ad arrivare in strada in attesa dell'arrivo di untaxi che ci portasse al luogo indicato.