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“...sposare me?” ma come mi salta in mente? pensò Chloe. Kit Fellingham la guardò con l’espressione tipica di chi crede di aver visto un pazzo fuggire dal manicomio.

“E tu chi diavolo sei?” le chiese, passando al tu e dimenticando le sue proverbiali buone maniere. Lei lo guardò. Per lo meno non era fuggito.

“Chloe Albright. Questa è casa mia, sono la sorella di James. Non ti ricordi di me?” rispose, usando anche lei un tono informale.

“Chloe la secchiona?”.

Chloe odiava quel termine. Se una donna era dotata d’intelligenza e amava studiare, ecco che subito veniva etichettata come secchiona. Epiteto che nell’immaginario collettivo aveva lo spiacevole sottotitolo di eccentrica, sgraziata, in procinto di fuggire in Galles a vivere in una casa con un’altra donna e andare in giro vestita da uomo.

“No!”, esclamò glaciale, alzandosi da terra e rimettendo a posto la sedia. “Non sono una secchiona, sono una scienziata. Una geologa, per l’esattezza”.

“Plutoniana o nettuniana?”, le domandò facendola sobbalzare. Nemmeno i membri della sua famiglia sarebbero stati in grado di farle quella domanda.

“Plutoniana. Tu?”.

“Ne so troppo poco per avere un’opinione al riguardo”.

Una risposta eccellente. Chloe aggiunse anche l’onestà intellettuale alle virtù che Kit possedeva, tra le quali non erano da meno essere l’uomo più simpatico che lei conoscesse, ovviamente dopo suo fratello. Sperò che non fosse cambiato, rispetto all’ultima volta che lo aveva visto. Sarebbe stato davvero imbarazzante se non avesse avuto il sense of humour di una volta, dal momento che lei gli aveva appena proposto di sposarla.

“Ho un saggio di James Hutton che potrebbe fare al caso tuo e aiutarti a formare un’opinione. Se ti interessa te lo presto”, gli disse. “È strutturato in più volumi. Io sto leggendo l’ultimo”.

Kit fece un respiro profondo. Il suo petto si allargò, il suo naso perfetto vibrò per qualche istante, gli occhi blu si chiusero in due piccole fessure mentre con la mano spostava via dal viso un ciuffo dei suoi capelli di un intenso biondo scuro. Ah! Qualsiasi donna avrebbe sospirato iann quel momento per quella ventata di mascolinità.

“Lady Chloe. Siamo passati da una proposta di matrimonio allo studio della conformazione terrestre? Possiamo ritornare alla proposta oppure forse ho capito male io?”.

“No, non hai capito male”. Ora sarebbe stato opportuno, per una signorina di buona famiglia come lei, arrossire e abbassare lo sguardo. Ma Chloe non era proprio il tipo. “Non ho potuto fare a meno di ascoltare la conversazione tra te e mio fratello. Sei nei guai, è evidente. Mi conosci da una vita, così potremmo fingere di essere innamorati”.

“Ti conosco da una vita è esagerato. Mi ricordo di te fin da bambina, questo sì. Aiutavi James quando ne aveva bisogno”. Il fratello di Chloe aveva un difetto congenito alla vista, anche se questo non gli aveva mai impedito di vivere una vita regolare. “Tuttavia, da allora, ne sono successe di cose. Hai fatto da un pezzo il tuo debutto in società, no?”.

“Sì, ho ventidue anni”, ammise Chloe. “Ho partecipato a ben tre Stagioni e danzato con te durante tutte e tre”. E tu hai fatto di tutto per farmi capire che stavi bene con me, avrebbe voluto aggiungere. “Non ha funzionato. Nessuno mi ha chiesta in moglie ma io sono molto più felice così: voglio fare la scienziata”.

Kit la osservò. Dall’espressione del suo viso trasparì quanto non fosse affatto meravigliato che nessuno le avesse chiesto di sposarla. Chloe si domandò se il fascino con cui l’aveva conquistata quando avevano ballato assieme non fosse solo frutto delle sue buone maniere. Sembrava divertito, felice e interessato a lei quando avevano parlato durante le danze. L’aveva fatta sentire speciale... Bello... era bello, ma non era per questa ragione che lei se n’era innamorata. Non sapeva spiegarsene il perché, era tutto così irrazionale, da convincerla che non avrebbe amato altri che lui. Un sogno a occhi aperti, certo, ma per lo meno ora lei poteva aiutarlo a uscire dall’impasse in cui si trovava.

Nel momento in cui l’espressione di Kit assunse l’odiosa sfumatura della pietà, lei alzò lo sguardo e lo guardò dritto negli occhi: “Se vuoi lo metto per iscritto. Quale penna devo usare?” domandò.

“Magari una di quelle che hai tra i capelli?”.

Oddio, che figura! Gli occhiali le scivolarono dal naso. Chloe li lasciò cadere legandoli alla catenina che le pendeva dal collo e si tolse le due penne dai boccoli. Le aveva usate come fermagli, come sempre. I lunghi capelli ricaddero sulle sue spalle.

“Dimmi un po’, Lady Chloe...”, si ritrovò Kit accanto a lei. “Perché mi vorresti sposare?”. Le sollevò il mento tra due dita. Il pollice di lui le accarezzò involontariamente la guancia e i brividi corsero lungo la schiena. Chloe si chiese per un attimo che cosa avrebbe detto Kit se avesse saputo la verità.

Perché ti voglio sposare? Perché essere tua è il mio sogno proibito. Posso fingere che non mi interessi, ma per quanto altro ancora?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 15, 2018 ⏰

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