I'll always want you

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«È la fine?»

Il cruscotto dell'auto segna le quattro e quarantacinque e non sono neanche a metà strada quando Liam interrompe il silenzio che alleggia tra lui e Theo da quando hanno lasciato il piccolo motel nel quale hanno trascorso il fine settimana, mezz'ora prima.

Parla di getto, senza neanche riflettere realmente. È troppo tempo che lo fa.
Riflette su quella domanda da quando Theo, venerdì sera, se l'è caricato in macchina senza dire niente, portandolo in un piccolo motel affacciato sul mare -nel loro motel. Lo stesso dove hanno fatto l'amore per la prima volta; dove si sono completamente lasciati andare e hanno espresso i loro sentimenti a voce alta, senza vergogna; dove hanno passato intere nottate a letto a riempirsi di baci e carezze, perché Liam non ne aveva mai abbastanza -non ne avrebbe mai avuta; dove si sono fatti una tacita promessa, nè scritta nè orale, quella di amarsi sempre, almeno un po'.
Lo stesso motel che considerano un po' il loro posto, il loro nascondiglio, quello dove rifugiarsi quando la realtà si fa troppo pesante e hanno bisogno di evadere, di lasciarsi tutto alle spalle.

Ci riflette da quando il suo ragazzo torna nel cuore della notte con i capelli scompigliati, i vestiti stropicciati, un profumo addosso che decisamente non gli appartiene, -e non appartiene nemmeno a Liam; da quando torna a casa, si sdraia sul letto, sul loro letto, e si addormenta dandogli le spalle, ogni notte sempre un po' più lontano, da quando Theo ha iniziato ad allontanarsi, a non toccarlo più, a non baciarlo. Ci riflette da troppo tempo, ma non ha mai avuto il coraggio di darsi una risposta, nonostante ce l'abbia chiara davanti agli occhi.

«Non ti seguo» Theo aggrotta le sopracciglia e gli lancia un'occhiata confusa, scuotendo la testa.

Liam è quasi -anzi, è totalmente- sicuro che stia solo fingendo. È così sicuro che ci metterebbe la mano sul fuoco, perché Theo è sempre il primo a capire le cose, riesce a capirle anche prima che Liam inizi a ragionarci su, e non può non aver capito una cosa così importante. Ma comunque decide di lasciar stare, di far finta di credergli; perché ormai è l'unica cosa che gli riesce meglio.

Sospira pesantemente e si muove a disagio sul sedile in alcantara «è la nostra fine?» ripete con tono calmo, forse un po' tremante.

«Liam» lo richiama sorpreso l'altro, inarcando le sopracciglia «cosa te lo fa pensare?»

Il castano è già stufo di quella conversazione, è stufo di Theo che finge, che continua a fingere, sempre «mi hai portato qui perché passassimo gli ultimi due giorni insieme, prima di lasciarci definitivamente?» sente la tensione attanagliargli le tempie come una morsa, facendogli male.

Theo non dice niente, si limita a sospirare. Non dice niente e non lo guarda, e Liam pensa di non essersi mai sentito più male di così.

Ha provato spesso emozioni negative nella sua vita; anzi, si può dire che la sua esistenza sia basata solo sulla sofferenza, ma sente che quel dolore è diverso. È un dolore che gli attorciglia lo stomaco e gli chiude la gola, che gli fa venire gli occhi lucidi e gli fa vedere sfocato. È un dolore che Theo gli ha promesso di non fargli mai provare perché gli ha promesso di amarlo per sempre, che non lo avrebbe mai lasciato. È il dolore della consapevolezza, della consapevolezza che sia tutto finito tra loro.

Seduto sull'altro sedile, Theo, non ha il coraggio di guardare il ragazzo che ha distrutto -perché, anche se Liam non glielo ha mai detto esplicitamente, sa di averlo fatto.

«Io ti amo, Theo» il castano ha la voce che trema un po' di più ad ogni sillaba che gli lascia le labbra «ti amo così tanto che potrei impazzire» si morde forte un labbro e lascia vagare lo sguardo fuori dal finestrino, guardando il paesaggio scorrere veloce davanti ai suoi occhi «ti amo anche se tu non mi ami più»

Say you'll remember this//Thiam OSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora