you don't know what it's like

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È il primo settembre e io mi sto lasciando trascinare dall'euforia del mio migliore amico sul treno alla ricerca di uno scompartimento vuoto. In fondo come si può resistere a James Potter, quando è così contento di tornare nell'unico posto in cui può rivedere la sua adorata Lily? Sono cinque anni che la perseguita, magari questo è quello buono. Mi guardo intorno e noto in uno scompartimento una persona che mi somiglia fin troppo per i miei gusti. I nostri occhi si incrociano per una manciata di secondi e io ritorno a quel giorno di inizio estate in cui ho litigato con lui e mia madre e ho deciso finalmente di abbandonare quella casa che mi è sempre stata troppo stretta. Sono d'accordo che avrei dovuto ignorare l'ennesima discussione riguardo i sanguesporco e i loro amici, ma quando Regulus ha iniziato a insultare James non ho più avuto il controllo delle mie azioni e dopo aver affermato che il nome di James non sarebbe dovuto uscire dalla sua bocca neanche per sbaglio, gli ho tirato un pugno. Credo che con quel pugno si sia rotto definitivamente quel misero filo che ci legava e ci permetteva ancora di riconoscerci in quanto fratelli. Ed è a questo punto che mi è stato imposto di andare in camera mia e di non uscirci per tutta sera, come se io volessi realmente passare tutto questo tempo con loro amici. A mia madre non ha di certo fatto piacere quando glielo ho fatto notare e una maledizione mi ha copito la schiena non appena mi sono girato. Forti crampi mi colpiscono il corpo e mia mamma afferma compiaciuta che dovrebbe durare un'oretta. Non è una cruciatus, perché è più fastidiosa che dolorosa, ma io davvero non voglio conoscere il nome o l'origine di questo incantesimo. Mi chiudo in camera e decido: non posso continuare così, ora che neanche mio fratello mi lega a questa famiglia, devo andarmene.

Do you ever feel like breaking down?
Do you ever feel out of place,
Like somehow you just don't belong
And no one understands you?
Do you ever wanna run away?
Do you lock yourself in your room
With the radio on turned up so loud
That no one hears you're screaming?

Mi riscuoto e mi rendo conto che negli occhi di Regulus non c'è nient'altro che odio. Come può lui giudicarmi? Lui non sa cosa fin da piccolo ho dovuto passare in quella casa. Lui dormiva serenamente nel suo letto quando Walburga mi puniva perché a cena mi ero comportato come un bambino della mia età e non come si conviene a un rampollo purosangue. Ricordo quando a sei anni mi era caduto per terra un pezzo di cibo mentre a casa c'erano ospiti: questo giustificava gli schiaffi? E il rompere un vaso a dieci anni mentre si stava giocando giustificava lo stare chiuso tutta la giornata in camera senza cibo e con una manciata di minuti appena per andare in bagno una volta sola? L'avere fatto amicizia con una bambina babbana poteva essere la causa di una notte trascorsa in mezzo al nulla e al buio nel giardino di casa? Ma lui mi guarda con odio, lui che queste cose non le sa perché era già nel letto a dormire coccolato e riverito perché era un bambino calmo, che non avrebbe mai messo in imbarazzo la famiglia con il suo comportamento disdicevole. Non era importante se era con lui che stavo giocando a dieci anni o se era stato lui il primo a parlare a quella bambina, perché agli occhi dei nostri genitori non poteva essere che colpa mia. Lui non sa come ci si sente, e nonostante tutto giudica. Una parte di me, però, non può che essere felice della sua ignoranza: era il mio fratellino.

No, you don't know what it's like
When nothing feels all right
You don't know what it's like
To be like me

To be hurt
To feel lost
To be left out in the dark
To be kicked when you're down
To feel like you've been pushed around
To be on the edge of breaking down
And no one's there to save you
No, you don't know what it's like
Welcome to my life

Sono seduto nel mio solito scompartimento quando sento la porta aprirsi e, girandomi svogliatamente, riconosco una figura fin troppo familiare. Sempre che si possa ancora parlare di famiglia con lui. Non me ne sono mai reso conto tanto quanto il giorno in cui se ne è andato, ma lui non ha mai davvero fatto parte della nostra famiglia. Lui, che con le sue idee diverse per un po' ha convinto anche me. Ho voluto essere altro per un certo periodo, convinto che quello che affermava era giusto, che c'era altro oltre la purezza del sangue. Eppure proprio lui che voleva così tanto distinguersi dalla famiglia e portare me con lui, mi ha obbligato a soddisfare le aspettative di famiglia. In fondo sono i miei genitori e per quanto io non sopporti i ricevimenti e le riunioni di famiglia devo stare accanto a loro e sopportare. Sopportare perché, date le sue idee, io sono l'unico su cui possono contare per portare avanti il nome dell'antichissima e rispettabilissima casata Black. Ricordo ancora il ricevimento a cui abbiamo partecipato pochi giorni dopo che Sirius se ne è andato. Tutti ci guardavano e sussurravano tra loro. Sentivo i loro occhi esaminarci in attesa di qualcosa, qualsiasi cosa, fuori posto, per poi avere un motivo per continuare a confabulare. I Malfoy, i nostri cugini, tutti si avvicinavano per parlare con noi accompagnati dal loro solito sguardo calcolatore mascherato da sorrisi larghi e finti, alla ricerca di notizie da fonti certe sulla novità del mondo purosangue. E io ero li, a fingere con gli stessi sorrisi che non mi importasse, che io odiassi mio fratello tanto quanto tutti loro. Ero li cercando di imitare lo sguardo freddo di mia madre mentre annunciava che Sirius Black era effettivamente diseredato. Sirius che mi proteggeva, Sirius che ha preferito Potter a noi, a me. E la delusione è solo un'altra delle emozioni che devono rimanere nel mio cuore, nascoste da quello sguardo freddo che finalmente sono riuscito ad imitare. E lo imito non solo nel ricordo ma anche nella realtà, perché anche se io ho sbagliato a tirare in mezzo Potter, lui ha distrutto il nostro rapporto. Non tirandomi un pugno ma chiudendosi la porta dietro le spalle senza neanche guardarmi.

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