(Permetto che per questo capitolo ho preso spunto da Demons, di avril_woodland)
Era lì.
Finalmente era lì.
Nessuno intorno a lei, solo il vuoto.
Una leggera brezza faceva ondeggiare i suoi lunghi e fluenti capelli e le faceva seccare la bocca.
Fra i denti, una sigaretta.
La stringeva delicatamente, senza inspirare il fumo.Guardò il cielo, i grattacieli e il luogo che l'accompagna da ormai diciotto anni.
«Mi mancherà tutto ciò ?» questo pensiero le attraversò velocemente la testa.
Certo che le mancherà, ma tutto ha un limite, lei lo aveva superato.Si sedette sul cornicione del palazzo, i suoi occhi puntavano un aereo lontano, che appariva solo un puntino.
Una lacrima le tagliò lo zigomo.
Era a casa, parlava con il suo così detto fidanzato. Lo amava tantissimo, ma lui no.
Lui la usava per risolvere i suoi problemi, e in questo modo la distruggeva, ma lei non era consapevole di tutto ciò.Passeggiava per strada, sola, voleva chiarirsi le idee, aveva litigato con sua madre, cosa che succedeva sempre; sua madre le diceva sempre che Lorenzo, il suo fidanzato, la usava, l'ha cambiata din male in peggio, è lei non l'ascoltava.
I suoi occhi puntarono Lorenzo, era in una terrazza con una ragazza. Si baciavano.
E non era questo il ciò che la aveva ferita così tanto per arrivare a questa decisione.
Il fatto che lei avvolte vedeva Lorenzo che alzava le mani a quella povera e indifesa ragazza. Elise non riusciva a non aiutarla.
E questo che la distrugge.Lei si distruggeva per aiutare gli altri.
Era passato tanto tempo, quasi due anni, non si ricordava i particolari, ma sorrise quando si ricordò di averla spuntata e di essere riuscita a proteggere quella ragazza.
Prese tante, tantissime botte, ma ci riuscì.
Da lì, appena vedeva delle scene come quella sì metteva in mezzo, a volte riuscendo, altre no.
Quando non riusciva era terribile. I sensi di colpa le colpivano la pancia e non riusciva più a respirare, il groppo in gola era enorme.Poi però, tutto questo le si rivolse contro.
I ragazzi la cercavamo apposta per intimidirla, per spaventarla alle volte in maniere brusche.
Lei, dopo qualche mese, era distrutta.Per salvare gli altri stava uccidendo se stessa.
Sorrise e dopo aver inspirato profondamente dalla sigaretta la buttò dal palazzo, osservando tutto il tragitto fatto da essa.
All'improvviso si alzò, ammirando il bellissimo paesaggio che aveva di fronte.
Lo scricchiolio di una porta la fece sobbalzare, immersa com'era nei suoi pensieri.
« Lorenzo » pronunciò la mora.
Dopo mesi dal fatto accaduto con il moro, hanno fatto pace, e neppure lei ne sapeva il motivo.«Elise, che ci fai qui ? Si muore di freddo, entra !» esclamò lui.
Lorenzo sorrise ampiamente.
«E...Elise ? Che ci facevi qua sopra ? Che vuoi fare ?» Lorenzo non ci voleva pensare, ma ormai aveva capito tutto.
«Ricordati Lorenzo, i demoni non hanno le ali.»
Lorenzo urlò il nome della ragazza più volte, ma non ricevette risposta, in quanto, molti metri più giù poteva intravedere una figura distesa a terra con i capelli sparpagliati, le braccia ad angelo e i piedi allineati.
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Una linea rosso sangue • Lorenzo Ostuni
Fanfiction«Vattene !» ulrai senza essere consapevole del male che avevo fatto ad entrambi, e d'allora la mia vita sembra essere assemblata da sbagli, che si riducono a delle lignee rosso sangue. D'altronde dalle elementari mi hanno sempre insegnato che gli s...