Le nuvole dell'aereo sono stupende, adoro la sensazione che danno, quasi di poterci saltare sopra. Mancano pochi minuti all'atterraggio e io ed Elisa non siamo agitate, viaggiamo spesso. Non è lo stesso per Alice, che continua a stringermi il braccio.
"Se mi succede qualcosa distruggi il mio telefono, ti prego", chiude gli occhi e atterriamo.
Elisa ha detto che la casa non è troppo lontana dall'aeroporto quindi andiamo a piedi. L'Australia è proprio bella, ci sono tantissime persone che passeggiano vicino al mare, mangiando un gelato con i loro partner. Fa molto caldo, quindi ci fermiamo in un bar, prima di proseguire. Io prendo un frullato alla fragola (il mio preferito) e le altre un caffè. Usciamo e vengo rapita dall'aria estiva di questo posto, le case colorate, le grandi vie e il rumore del mare. Così non mi accorgo di star andando contro qualcuno.
"Ma che cazzo, guarda dove vai!"
Una voce maschile mi riporta alla realtà.
"Oh mio Dio, scusa, scusami davvero, ero sovrappensiero!"
Lo sconosciuto ha la camicia sporca del mio frullato, e io non so come rimediare alle sue imprecazioni. Ma quando alza la testa, i suoi occhi verdi incrociano i miei e si zittisce.
"Scusami tu... Non avrei dovuto essere così scortese, è solo una stupida camicia. Piacere, Ben, tu sei...?"
Rimango stupita dalla sua risposta... e dai suoi occhi.
"Pia-piacere, mi chia-chiamo Sharon. Ben sta per Beniamino?"
Uffa, balbetto e dico sempre stronzate in queste situazioni.
"Beniamino? No no che brutto! Benjamin." ride.
"Ah scusa, è un bel nome"
Eh si, non so proprio cosa dire. Le sue perle verdi mi mandano in tilt.
"È stato un piacere ragazzi" interviene (per fortuna) Elisa, e solo allora mi accorgo della presenza di tre altri ragazzi, molto carini, ma nessuno di loro è bello come Benjamin.
"Ora però noi dobbiamo andare...ci vediamo in spiaggia magari, noi contiamo di andarci questo pomeriggio" dice con un sorrisetto preoccupante.
"Ci farebbe molto piacere, scusate i miei amici, non sono molto socievoli all'inizio, ma sono simpatici... lo giuro"
Finalmente trovo il coraggio di rispondere.
"Questo lo decideremo noi dopo, ora scappiamo, dobbiamo ancora sistemarci... A dopo!" saluto.
Appena siamo abbastanza lontane, Alice si lascia andare.
"Ragazze, ma quanto sono carini! Abbiamo già fatto amicizia! Wow!"
La sua eccitazione può anche diventare irritante a volte. Molte volte.
"Amicizia l'avrete fatta voi! Io ho già fatto la mia figura!"
"Ma no..." mi consola Elisa. "Non hai visto come ti guardava? Dovresti provarci"
"Con calma ragazze, dopo vedremo se sono davvero così simpatici come dice Ben."
"Vedi? Gli dai già i nomignoli!"
La solita Alice. Alzo gli occhi al cielo e mi concentro sul mare. Sarà stato un buon inizio di quest'estate? Io non credo proprio.
Appena arrivate a casa decido che la mia stanza sarà quella al piano di sopra. Salgo e poso la valigia vicino alla porta. C'è una finestra abbastanza grande con vista sul lungomare. L'armadio non è un granché ma non ho molti vestiti, quindi andrà bene. Il letto è comodissimo, a una piazza e mezza. Questa è l'unica stanza con le pareti colorate, di un bel blu mare, giusto per stare in tema. Deve essere appartenuta a una ragazza.
Vabbè, sarà meglio iniziare a disfare la valigia. Non sono molto fissata con i vestiti, sono sempre stata poco a mio agio con il mio corpo. Sono alta solo 1.62, poco per una diciassettenne. In terza media ero in sovrappeso ma, a distanza di quattro anni, sono dimagrita molto, ora sono "magra", ma è come se non fosse cambiato niente.
Finisco di piegare le ultime magliette e scelgo il costume, perché Alice ed Elisa sono sotto ad aspettarmi per andare in spiaggia e iniziano a lamentarsi. Scelgo quello nero e metto dei semplici shorts neri (no, non sono fissata con il nero). In questo paese vanno tutti in giro in costume, quindi, perché avere caldo? Scendo e ci avviamo. La spiaggia è a pochi passi da casa e la trovo una cosa comodissima. Sono all'incirca le...tanto per cambiare non lo so, perdo sempre la cognizione del tempo e non mi dispiace, adoro prendermi il mio tempo senza fretta. La spiaggia è piena di ragazzi e ragazze, ma anche le famiglie non mancano.
"Sei arrabbiata con me?" mi sussurra Alice.
"Ma no, perché dovrei?" Sa che non riesco ad avercela con lei.
"Ah non lo so, sembri strana."
Ed è vero. È da stamattina che penso a Ben. Cioè Benjamin, volevo dire. Non mi capitava davvero da tanto di rimanere così colpita da qualcuno, ma come al solito manterrò le distanze. Questa cosa mi fa paura e non voglio assolutamente stare male per un sconosciuto.
"Non ti preoccupare Ali, è tutto okay. Andiamo in acqua?" propongo.
Le mie donzelle accettano e corriamo verso il mare. Mi erano mancate le carezze del mare quando ti lasci andare alle onde, potrei stare così ore e ore. Ma come al solito la stupidità delle altre non me lo permette. Iniziano a schizzare acqua che mi arriva nel naso e sono costretta ad accontentare Alice, quindi giochiamo con la palla. Eh sì, è una vera fissata della pallavolo, si porta sempre la palla dietro, è il libero nella squadra del nostro paesino, punta alla serie A e beh, possiamo solo assecondarla.
Io invece sono una schiappa, da piccola ci giocavo ma, dopo qualche anno, quando dovevamo indossare i pantaloncini della divisa nelle partite, per me diventava un disagio, quindi ho mollato. Continuo a prendere palle in faccia ma tutto va bene per accontentare Ali.
Ad un tratto sento qualcosa sugli occhi e non ci vedo più.
"Chi sono?" chiede una voce allegra.
E chi può essere? Rivedo un'altra volta i suoi occhi nella mente e sorrido...mi ha trovata!
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Until The End
RomanceSharon va in Australia con le sue amiche e un incontro un po' insolito cambia la sua estate. Chi sarà lo sconosciuto dagli occhi verdi che tormenta i suoi pensieri?