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Okay, ci siamo.

Scendo dalla mia bellissima Triumph Speed Twin nera e, con lo zaino in spalla, attraverso il cancello della mia nuova scuola. Inizierò il quinto ,e ultimo anno, e stavolta non posso permettermi di fare guai.

Guardo l'enorme edificio grigio e rosso, quasi inquietante, e dopo un grosso sospiro mi decido ad entrare. Mi guardo in torno, armadietti di un rosso scarlatto riempiono il largo corridoio, gruppetti di ragazzi sulle scale, altri che corrono probabilmente in ritardo, chi prende a calci il distributore, chi ride, chi inizia già a disperarsi, ma della segreteria neanche l'ombra.

Provo a fermare una ragazza dai capelli neri e le sopracciglia folte per chiederle informazioni, ma era talmente impegnata a lamentarsi del suo nuovo orario che non si è minimamente accorta della mia presenza. Controllo l'ora, 08:45, ho esattamente quindici minuti per trovare la segreteria, farmi dare l'orario, il numero del mio armadietto e trovare l'aula. Sono spacciata.

«Serve aiuto?» chiede qualcuno alle mie spalle.

Mi volto e, una ragazza con un gran sorriso, aspetta una mia risposta.

Ha lunghi capelli ricci, due grandi occhi marroni, alta quanto me e indossa una graziosa camicetta azzurra.

«Si» rispondo.
«Sono Eleonor, piacere » mi porge la mano.
«Jade» rispondo stingendogliela.
«Sono la rappresentante d'istituto e la preside mi ha avvisato del tuo arrivo» mi informa «cerchi la segreteria vero?».

Annuisco e mi fa segno di seguirla. Arriviamo in fondo al corridoio, giriamo a sinistra, poi a destra e ci fermiamo davanti la penultima porta. Non sarei mai riuscita a trovarla da sola.
«Ti aspetto qui per portarti in classe» la ringrazio ed entro.

Le pareti sono grigie come il pavimento, le due finestre poste ai due lati della stanza hanno le tapparelle rotte e una scrivania di un nero lucente è piazzata al centro.
«Salve» dico alla signora seduta su una sedia girevole verde scuro.
Ha i capelli unti e una maglia arancione orribile.
Sembra stia dormendo.

«Ehm signora?» mi avvicino.
Ci mancava solo questa. 
«Eilà?» le punzecchio un braccio.
Non è che è morta?
«Signora!» la scuoto per le spalle. Sgrana gli occhi, si guarda in torno e mi rivolge un occhiataccia.
«Cosa cè?!» urla.

«Scusi se l'ho disturbata» cerco di non ridere «sono nuova qui e mi servirebbe l'orario».
Sbuffa, borbotta qualcosa e mi chiede il nome.
«Jade Donegan» rispondo.
«Oh bene, ci mancavi solo tu qui dentro. Si parla molto di te» dice, porgendomi il mio nuovo orario.
Chi sono Harry Potter?

«Lì c'è anche il codice dell'armadietto» sorride mostrando i suoi denti giallastri «vediamo quanto duri qui dentro» e mi rivolge un occhiata stile Severus Piton.
Secondo me è sua sorella.

Si può definire questo romanzo come unautobiografia aperta, in cui il protagonista Zeno Cosini ci racconta la sua vita per episodi sparsi, saltando da un momento allaltro, come se in ogni capitolo aprisse una finestra su un diverso momento della sua vita, fino alla brusca interruzione finale. Si può definire questo romanzo come unautobiografia aperta, in cui il protagonista Zeno Cosini ci racconta la sua vita per episodi sparsi, saltando da un momento allaltro, come se in ogni capitolo aprisse una finestra su un diverso momento della sua vita, fino alla brusca interruzione finale. «Jade hai fatto? Stiamo facendo tardi» entra Eleonor.
«Si si, ora la signora può tornare a dormire» ricambio l'occhiataccia e raggiungo la ragazza fuori.
«Stava dormendo?» mi chiede incredula.
«Già, credevo fosse morta sai?» rido.
«Immagino la scena» ride anche lei e un adorabile fossetta le spunta sul viso.

𝐄𝐗𝐏𝐄𝐋𝐋𝐄𝐃 || 𝑹𝒚𝒂𝒏 𝑩𝒆𝒂𝒖𝒎𝒐𝒏𝒕Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora