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Once I was 20 years old, my story got told
I was writing about everything, I saw before me
Once I was 20 years old

Driiin driiin
driiin, driiin
driiin, driiin

Era una mattina d'inverno come tante, a Roma stava un po' di pioggia, niente di particolare.
Al suono della sveglia, Fabrizio si rigirò continuamente nel letto, sperando che quell'affare si spegnesse da solo. Ma ovviamente fu tutto inutile e continuó a suonare sempre più forte.

A malavoglia si alzò dal letto, spense quel dannato affare e si diresse in cucina, mentre si grattava la nuca.
Ormai era qualche annetto che aveva deciso di avere la propria indipendenza e quindi di vivere da solo, aveva 25 anni non poteva sempre a stare a casa della mamma, doveva diventare un uomo.

Si era comprato un piccolo appartamento nel centro di Roma, niente di particolare: Una stanza da letto, un bagno e una cucina.

Si mise davanti ai fornelli e versó il latte in una pentola, diciamo che la cucina non era il suo forte. Mangiava molto spesso cibo già precotto o ordinava pizze.

Scaldó il latte, lo versó nella tazza, sbadiglió e inizio a sorseggiarlo.

Guardò l'orologio, erano ormai le 7:30, lui doveva essere a lavoro per le 8:00
-merda, sono di nuovo in ritardo!- esclamò prima di iniziar a correre verso il bagno.

Si fece una doccia calda, si lavò i denti e  cerco di far sembrare i capelli un po' più normali, ma i tentativi erano inutili.

Corse nella sua stanza, prese le prime cose che trovó, lui ha uno stile davvero particolare. Non si cura molto di quello che indossa, esce con le prime cose che capitano, non segue la moda e si ha un pessimo gusto del vestirsi.

Infine, indossó una sciarpa, prese l'ombrello e uscì di casa.

quella mattina, aveva il turno presto.
Di solito lavorava di sera o pomeriggio, ma quando non aveva i corsi universitari pur di guadagnarsi qualcosa in più, lavorava anche di mattina.

Lavorava in un piccolo bar in un quartiere di Roma, non era di certo un bel posto, ma non si lamentava mai.
Aveva bisogno di un lavoro per pagarsi l'università, non poteva e voleva mettere altre spese sulle spalle della mamma.

Sua madre, Vittoria,  era dolcissima, la persona che fabrizio amava di più in assoluto.
Era la persona più importante della sua vita, aveva 42 anni, ma li portava un amore, era sempre gentile e disponibile con tutti, non si lamentava mai e anche se fabrizio aveva ormai 25 anni, lei quasi tutti giorni lo chiamava per sapere come stava.

Quest'ultima lavora come segretaria per uno studio medico, ma la paga non è tantissima; soprattutto per il fatto che doveva dar da mangiare ai suoi due figli più piccoli.

La sua sorellastra Sara, 16 anni.
Quindi una perfetta adolescente, che andava ancora a scuola, quindi questo comportava altre spese
e il suo fratellastro Lucas, 10 anni.

Fabrizio era legatissimo ai sue due fratelli, soprattutto a Sara, visto che era la sua sorellina e come diceva lui "Sà, guai a qualche maschio se si avvicina a te"
Si, era il solito fratellone geloso.

Non erano fratelli di sangue al 100%, perché la mamma si è risposata con un altro uomo, Christian.

Un uomo un po' più grande di lei di qualche annetto, ma davvero un pezzo di pane.
Fabrizio non subito l'aveva accettato, ma Christian fin da subito si era comportato come un padre, quello che non aveva mai avuto.

Si, perchè Fabrizio non aveva mai conosciuto il suo vero papà.

Vittoria gli spiegò che rimase incinta molto giovane, aveva appena 17 anni e il suo padre biologico 20. Era fidanzata da qualche annetto, ma di certo non era pronta a metter su famiglia, così come anche lui; che aveva una testa sballatae pensava solo a divertirsi,  non voleva avere una responsabilità come un bambino e così le diede un ultima chance: O l'aborto o l'avrebbe abbandonata.
Vittoria si rifiutó di abortire e così di seguito, lui l'ha abbandono.

I primi anni per fabrizio furono duri, perché tutti i bambini all'asilo avevano un papà e una mama e solo lui aveva solo la mamma.

e continuava a crescere con il pensiero che era uno sbaglio, che forse se non nasceva a quest'ora i suoi genitori stavano ancora insieme.

Vedeva tutte quelle famigliole felici e non capiva perché il suo papà non l'apprezzava.

Sua madre gli ha fatto da entrambi i genitori, senza fargli mancare mai nulla

Più cresceva e più si rendeva conto di odiare suo padre, per aver abbandonato una donna così meravigliosa.

Un giorno la madre incontró Christian, Fabrizio a quell'uomo gli deve la vita.
Si è comportato da padre con lui , ha formato una famiglia e ama sua moglie, Vittoria, più della sua stessa vita.

La pioggia iniziò a farsi più intesa, si alzò anche il cappuccio e camminò ha passo svelto, per far il più presto che poteva.

Studiava all'università di giurisprudenza e se tutto andava bene, quell'anno si sarebbe dovuto laureare.

Non ha mai voluto far l'avvocato, ma per far contenta la mamma, ha iniziato con quest'università.

Il suo sogno era fare il cantante, aveva una voce fantastica, uno di quei timbri che non senti spesso.
Suonava anche molto bene la chitarra.
Ma si sa, è difficile entrare nel mondo della musica, però questo non lo fermava. Quando tornava dal suo lavoro si chiudeva nella sua stanza e scriveva testi di canzoni; che un giorno ipoteticamente avrebbe voluto incidere.

Perso in uno dei suoi tanti pensieri, arrivó in quel piccolo bar.
Stranamente in anticipo, entró e salutó il suo capo, Giovanni, un uomo sulla settantina, un po' burbero, ma ha sempre trattato fabrizio come un suo nipote.

-Giò, tutto bene?- gli diede una pacca amichevole sulla spalla del vecchio
- Fabrì già tengo i miei dolori, tu mi dai pure questi schiaffi! Stiamo messi bene!-

Fabrizio ridacchió, indosso il grembiule e si mise dietro al suo bancone.

Erano le 10:10, ancor nessun cliente si era fatto vedere, sarà perché pioveva o forse perché non era una bella zona, ma comunque la mattina stava diventando noiosa.

La pioggia stava diminuendo, ma i clienti ancora non arrivavano e lui era davvero annoiato, sentiva che stava per sboccare se non faceva qualcosa.

Ad un certo punto si iniziarono a sentire delle risate provenire da fuori, molto forti e sentiva della gente che urlava 'vai! un altro calcio! Colpisci!"

Fabrizio, incuriosito, uscì fuori e quello che vide fu una visione orrenda.

Un ragazzino, su per giù sui 20 anni, a terra, che si teneva lo stomaco, mentre cercava disperatamente di chiedere aiuto.

Tre ragazzi, molto più grandi colpirlo sempre più forte nello stomaco.

A fabrizio gli ribollì il sangue, non poteva star fermo davanti una situazione del genere.

Strinse la sua mano, fino a far sbiancare le nocche e si avvicinò pericolosamente ai tre.

-LASCIATELO ANDARE!- inizió a urlare

Uno dei tre smise, per poi avvicinarsi a Fabrizio
-e tu che vuoi?!- Si avvicinò sempre di più fino a far scontrare le proprie fronti.
-Ti ho detto che devi lasciar stare quel ragazzino!- 
-Senó che fai?- Ghignó e continuo a calciare il povero ragazzo.

Fabrizio, ormai incazzato nero,  non ci pensó su due volte, prese e gli diede un pugno in piena faccia.

il ragazzo indietreggio, si pulì il sangue che usciva dalla bocca e fece segno ai due amici di fermarsi.

si inizió a sentire la sirena della polizia in lontananza, segno che stavano arrivando.

il ragazzo che era stato colpito, impreco mentalmente e concluse con un -Non finisce qua bastardo!-

Fabrizio strinse i denti per il nervosismo e si avvicinò al ragazzo..

1330 parole.

SPAZIO AUTRICE
Hello, questo è il primo capitolo. Spero vi piaccia e che vi abbia incuriosito.
Più tardi aggiusterò i vari errori ortografici e nada, fatemi sapere cosa ne pensate.
Una domanda, non so se far fare a ermal il ragazzo a terra disteso o quello che fabrizio ha picchiato, consigli?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 18, 2018 ⏰

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