Premetto che questa non è una poesia, bensì il testo per un corcorso di scrittura che scrissi nel 2017. Il mio testo è stato scartato, ma ci tengo lo stesso a pubblicarlo perché ho impiegato tanto tempo e impegno per la realizzazione e sono soddisfatta del risultato. Detto questo, buona lettura.
-Aurora-In un mondo dove regna il rumore, persino il silenzio è in grado di parlare.
Il silenzio comunica a modo suo, ma solo a chi è in grado di ascoltarlo. È in grado di farci riflettere e di farci capire chi siamo veramente, cosa vogliamo, chi vogliamo essere. Il silenzio è come un’opera astratta che va rispettata come tale, ma che viene apprezzata solamente da pochi e colui che è in grado di prestarle attenzione e di capirla ha la capacità di apprezzare la natura delle cose e l’importanza dei gesti e dei fatti quotidiani che riteniamo semplici, scontati. È come una persona che ci accompagna in molti momenti della nostra vita, che sta con noi negli attimi di gioia immensa e rimane al nostro fianco nei periodi di crisi. È in grado di farci star bene e se vuole anche di farci crollare. Per molti è sintomo di disperazione, di solitudine e viene visto come una cosa negativa, ma per me non è così. Certo, si hanno anche aspetti negativi, ma per me stare da sola nella mia cameretta a leggere i miei libri preferiti è una delle cose che più mi piace fare, perché quando c’è silenzio riesco ad immergermi completamente nella storia immaginando tutto ciò che viene descritto nel libro. E questa è forse una delle sensazioni più belle che esistano; sentirsi protagonista di una storia, sentirsi parte di una vita che non è la nostra.
Inoltre, quando il mondo mi urla contro, il silenzio mi accoglie a braccia aperte. Per molti, però non è così, perché l’essere umano è complesso: vuole il rumore quando ha il silenzio ed esige il silenzio quando è immerso il rumore.
Stare in silenzio crea diversi effetti in base alla situazione in cui ci troviamo in un determinato momento: è sintomo di tristezza, solitudine, ma anche di pace e tranquillità; è utilizzato per sentirsi in pace con sé stessi, ma anche per ferire le persone che ci stanno attorno.Nei momenti in cui si è tristi e ci si sente soli non c’è cosa peggiore di ritrovarsi a fare i conti con il silenzio, che diventa una compagnia indesiderata, perché ci ricorda costantemente che non c’è modo di scappare dai problemi e dal dolore. È come se il silenzio avesse il potere di trovare i nostri momenti di debolezza e di sentire i nostri pensieri più profondi riuscendo a farci pesare la situazione facendoci concentrare solamente sul problema che ci affligge. Ed è così che si prova ad accendere la musica o a provare in ogni modo a distrarsi pensando ad altro, anche se ogni tentativo finisce col fallire miseramente ogni volta. Quando si hanno mille pensieri per la testa è come se il silenzio avesse un suono e inizia a perseguitarti fino a che non ti immergi in un rumore costante, reale, più forte di qualsiasi pensiero, perché il silenzio lo si può trovare anche nel rumore, solamente concentrandosi su sé stessi ed entrando in una specie di bolla che solo tu puoi sentire, che ti fa riflettere nonostante tutto. Quando si infiltra nella nostra mente, il silenzio diventa assordante e lo preghiamo, implorandolo di smettere di parlare.
In questo modo può essere utilizzato anche come un’arma ed è più letale di qualsiasi pistola esistente. Non c’è niente di peggio della straziante tortura del silenzio perché l’unica cosa che si vuole in quel momento è ascoltare il suono rassicurante della voce delle persone a cui teniamo, ma tutto ciò che si riceve è un silenzio che trasmette delusione.
L’esatto opposto accade quando si rimane da soli con sé stessi per riflettere o semplicemente per rilassarsi, per prendere le distanze dai rumori che dettano il ritmo nella società odierna. In quel caso, tutte le cose acquisiscono un senso: si percepiscono le cose in maniera differente e si notano sfumature che prima non si percepivano, perché tralasciate e lasciate in disparte perché ritenute da noi stessi poco importanti. In quel momento ci si rende conto che non è tutto bianco o tutto nero, ma che ci sono altre infinite sfumature di colore che rendono il mondo come è ora. Si entra in pace con lo spirito e si va alla ricerca di sé stessi e di tutte quelle cose che si aveva trascurato, notando sempre dei dettagli in ogni cosa che prima si aveva etichettato come “inutile”. È come se il silenzio mi sorridesse e mi trascinasse con sé in un mondo migliore. Nel momento in cui si è in uno stato di tranquillità il silenzio può essere un amico perché aiuta a prendere le decisioni con calma, senza farsi sopraffare dalle emozioni, pensando lucidamente senza farsi influenzare dal giudizio degli altri.Accade l’opposto, invece, quando si tratta di partecipare a delle competizioni. Chiunque sportivo come me sa che il silenzio non porta a niente di positivo. Porta solo ad una momentanea crisi mentale che per molti costituisce un blocco, non sono psicologico ma anche fisico, tale per cui non si è nella condizione ottimale per gareggiare.
Quando sono a bordo pista, con i pattini ai piedi, aspettando l’ora della mia esibizione, entro nella mia “bolla” di pensieri, dove solo io e i miei allenatori possiamo accedervi. Il palazzetto è sempre e costantemente immerso nel rumore di ogni tipo; dai pianti disperati alle risate, gli applausi, gli incoraggiamenti e le urla, ma io non sento niente: sento solo la voce dei miei allenatori che mi danno gli ultimi consigli prima della gara. La bolla mi aiuta a concentrarmi, ma in quel momento il mio silenzio inizia a parlare. Mi fa pesare le emozioni che provo, quali ansia e paura di cadere, di dimenticarmi i passi, di fallire. Mi ripete in continuazione che non ce la posso fare, ma quando parte la musica di gara, tutto cambia. Il silenzio si zittisce, ogni pensiero e l’ansia svaniscono e riprendo coscienza di me stessa, concentrandomi sulle sensazioni falsate del mio corpo sotto pressione e l’unica cosa che cerco di fare è riuscire a trasmettere delle emozioni al pubblico che mi sta seguendo in quel momento.In sintesi, il silenzio è fatto per comunicarci emozioni diverse a seconda del nostro stato d’animo, ma sta solo a noi cercare di capire cosa cerca di comunicarci e soprattutto stabilire se vale la pena ascoltarlo.