C'è qualcosa di unico nel movimento degli astri, nel loro modo di mutare in continuazione, di apparire e scomparire, di attrarre e unire la gente.
«Cosa ti preoccupa a tal punto?» Una voce si spandette nell'aria, sfiorò l'odore di salsedine, il profumo dei piatti del ristorante sulla spiaggia, l'odore di crema protettiva.
Dei passi felini giunsero sui sassi, in un paio di salti arrivarono sugli scogli. Alla luce della luna si mosse una coda, ondeggiò leggermente e creò una fioca ombra.
«Le nostre identità sono segrete, Chat Noir. Così come i nostri segreti, anche quelli che ci affliggono.» La voce era spezzata dai singhiozzi, Ladybug lasciò cadere le gambe oltre gli scogli e vide la sua ombra proiettata sulle onde che, tremendamente lente, si facevano spazio tra i sassi.
Curioso come alcune persone cerchino di evitarsi, per quanto indissolubilmente legate tra loro.
«Ma Lady...» Sussurrò lui sedendosi accanto a lei, la luna illuminò debolmente i loro volti, i capelli di Ladybug crearono un forte contrasto con i piccoli raggi argentei.
«Se solo avessi potuto fare qualcosa io...» Ecco, i singhiozzi la sorpresero ancora straziandole il petto.
«Ma petit Lady...»La mano scura di Chat raggiunse quella di Ladybug, la sfiorò delicatamente e poi la strinse. «E' per ciò che è successo al panettiere della statale?»
Sì, un panettiere era stato attaccato da un uomo akumizzato. Ma non era un panettiere qualsiasi, era suo padre. E questo, Chat, non lo avrebbe mai saputo.
«Tenevo particolarmente a quella persona, pensare che ora non ci sarà più, io non posso farcela Chat.» I suoi occhi, blu marino, lo guardarono con una tristezza inaudita. La sentì perfettamente, quella sensazione, concretizzarsi fino al midollo delle ossa e scendere come un macigno sullo stomaco.
«Dovresti tornare a casa, Lady.» La brezza di mare creò sui loro costumi una patina bianca, che sotto la luna si illuminava come polvere angelica.
«Non credo sia una buona idea.» L'acqua arrivò fino alle loro caviglie, l'alta marea non avrebbe tardato ad arrivare. In lontananza il rumore delle posate, dei piatti e delle risate, incorniciava un quadro meno allegro, ma profondo.
«Nemmeno dare da mangiare a Plagg e accettare il Miracolous mi sembrava una buona idea.» Disse rivolgendo gli occhi al cielo «Ma non mi pento di aver preso questa scelta. Ho conosciuto te, e credo che ci sia ben altro che ci lega, aldilà dei Miracolous.»
Come il moto degli astri, che in sincronia danzano nel cielo, legati dalla perfezione dell'universo.
«La scelta che ho preso ha ucciso quell'uomo, e ha ferito molta gente.» Ribatté con sicurezza, senza curarsi di nascondere le lacrime che, imperterrite, non s'arrestarono.
«E ha salvato decine di persone, forse centinaia. La nostra è una guerra, Lady. In una guerra la gente muore e sopravvive, vince e perde ma non prende scelte a caso né alla leggera. E tu non l'hai fatto.»
Come la luna e la marea. Accadde involontariamente, ma fu equilibrio naturale, cosmico.
Certe cose accadono perché è così che deve andare. Cercare una risposta non farebbe che diminuire il tempo che ci resta per goderci il momento.
«Io non volevo far del male a nessuno, io volevo salvarla la gente!» Le erano leggermente allungati i capelli, fu questo il pensiero di Chat in quell'istante. Poi, come risvegliatosi da un sonno, la guardò negli occhi trattenendo il respiro.
«Hai salvato me, ti sembra qualcosa di inutile?»
«No, Chat Noir, non mi sembra affatto una cosa inutile.»
Ma, come ogni disegno perfetto che sia degno di tal nome, anch'esso conteneva delle sbavature, indispensabili per rendere il destino una cosa splendidamente crudele.
E la vita, Marinette, non è altro che una gigantesca ombra che lancia coltelli. E se rimani a fissare il nulla, non ti accorgi di ciò che ti segna le spalle.
«Ladybug e Chat Noir, devo dire che non mi sembrate troppo stanchi, nonostante vi siate appena battuti.» Un uomo sulla cinquantina, dai capelli brizzolati e lo smoking cereo, fissava i ragazzi con sguardo eloquente, scorgendo in loro quel silenzio patinato che nasconde abilmente milioni di verità.
«Non sei ancora stanco? Pensavo che per i cattivi questa fosse l'ora della nanna, o hai bisogno del bacio della buonanotte?» Ladybug si alzò di scatto, le scarpe bagnate e la tuta inzuppata di acqua salata.
«Fa' silenzio, coccinella. Ho intenzione di strapparti quella tuta a morsi, se non taci immediatamente!»
«Tu non farai un bel niente, non finchè io sarò al suo fianco.» Chat giunse alle spalle della ragazza, poggiò entrambe le mani su di esse e le strinse, per mandarle forza.
Ci sono guerre di cui pensi di aver scorto la fine, scambiandolo con l'inizio.
Ma queste guerre, per quanto siano dolorose, si possono vincere se si ha qualcuno al proprio fianco.
E Chat, con il braccio steso in avanti come per separare i due, non aveva affatto intenzione di lasciarla sola.
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Come il moto degli astri
Fanfiction«E ha salvato decine di persone, forse centinaia. La nostra è una guerra, Lady. In una guerra la gente muore e sopravvive, vince e perde ma non prende scelte a caso né alla leggera. E tu non l'hai fatto.» Come la luna e la marea. Accadde involontar...