Le Cronache di Arsendelle

Capitolo 3

Finalmente sono a casa, sento già il profumo di verdure bollite provenire dalla mia casa.
È una delle più grandi del villaggio, l'unica ad avere due piani, fatta di legno e pietra, ha finestre rettangolari, con fioriere sui davanzali, sul lato destro cresce anche una rigogliosa pianta rampicante, che produce fiori meravigliosi.
Sopra l ingresso vi è un reticolato di listelli di legno, sul quale si inerpica la nostra pianta di vite, che a metà autunno produce una discreta quantità di uva fragola molto dolce e saporita, con il quale produciamo la nostra bevanda tipica, l'uvolino, bevanda dolce prodotta con succo d'uva ed erbe boschive. La porta è stata fabbricata da mio padre, in legno di quercia, è estremamente resistente, lavorata, e ricca di dettagli, in un angolo vi è mia madre che cucina, in un altro io che lavoro nei campi, vi è la mia sorellina che gioca e mio padre che intaglia il legno. Rappresenta la storia della nostra, e racconta i lavori che facciamo, ogni casa ha la sua storia e ogni casa ha i suoi intagli nella porta, eseguiti dal capofamiglia o dal falegname del paese vicino.
Ogni volta che un membro scompare l intaglio viene sfregato, fino a farlo scomparire. A fianco a noi vive una povera anziana, Nerea, che aveva 6 figli, tutti morti a causa di un incendio nei boschi, causato da un fulmine mentre andavano a raccogliere la legna. Sulla sua porta infatti si riescono a identificare 7 solchi che corrispondono ai figli e al marito, morto di vecchiaia l'anno scorso. È una donna di buon cuore, tutto il villaggio le vuole bene, ma so che in realtà lei ha un enorme vuoto dentro di lei.
Entro in casa saluto mia madre che sta cucinando e mi dirigo verso la stanza della mia adorata sorellina, Jeanne.
La vedo intenta a giocare con statuette di legno costruite da nostro padre, raffigurano animali del bosco, ci sono infatti un cinghiale, un cervo, un lupo e un serpente, un tempo erano miei, ma ho deciso di donarli alla mia sorellina.